Artemis-1, dopo un ulteriore rinvio del lancio, torna al VAB (Veichle Assembly Buiding) per trovare un rimedio alle gravi perdite di idrogeno.
Molti si sono scagliati, secondo lo spirito italico che ci fa diventare, di volta in volta, 65 milioni di direttori tecnici, 65 milioni di Virologi, 65 milioni di meteorologi, etc etc, contro la NASA ed il programma Artemis che dovrebbe riportare gli Stati Uniti ed i suoi partners sulla Luna dopo 50 anni.
Inizio dicendo la mia, così, a scanso di equivoci, sapete come la penso su quale sia il modo più efficiente di andare sulla Luna.
Il Saturno V e l’Apollo sono stati un caso rischioso e fortunato. È andata bene sei volte su sette ma la spesa ed il rischio non coprivano l’impresa e, difatti, dei previsti venti voli lunari ne sono stati fatti diciassette riciclando gli ultimi tre Saturno V per lo Skylab.
Il mega lanciatore lunare non è una soluzione efficiente ed affidabile. Lo hanno capito i sovietici che dopo i fallimenti dei quattro lanci dell’N-1 hanno lasciato perdere, lo hanno capito i cinesi che, per il loro programma lunare, useranno due o tre lanci in tandem per assemblare il veicolo in orbita.
Come ho detto il Saturno V è stato un caso fortunato. Il coraggio ha pagato ed io ammiro sempre chi ha coraggio. Onore e gloria a loro.
Ma il modo migliore è, ripeto, usare i lanciatori pesanti già operativi e collaudati per portare i carichi in orbita ed assemblarli secondo le tecniche di rendez-vous oramai sperimentate ed affidabili.
Ma perché, quindi, la NASA ha deciso di imbarcarsi in un programma che prevede il mega razzo lunare?
Perché è un progetto vecchio di decenni che risale addirittura a Bush: Orion e Constellation, difatti, avrebbero dovuto essere i programmi di punta della NASA per la Luna ed oltre. Poi cambi di amministrazione (Obama: non si fa più, Trump: si fa ma un po' di meno, Biden: oramai ci tocca farlo), carenza di motori (è un fatto innegabile che la NASA non disponga di nulla di più potente degli SRB e dei RS-25 dello Shuttle), budget ridotti all’osso e risorse oramai dirottate sui privati hanno fatto il resto.
Ma, come si dice, sono soldi dei contribuenti ai quali se ne deve rendere conto.
E, quindi, via libera ad un battage pubblicitario che ha creato un enorme attesa nel pubblico, alimentata anche da certa divulgazione stile gridolini di gioia, che tanto piace alla gente ma che fa più male che bene alla divulgazione stessa. Sono almeno due anni che veniamo bombardati dalle notizie più varie sull’SLS e sulle varie fasi dell’approntamento dello stesso: “Avvitati tre bulloni sul modulo di servizio!” e giù dirette fiume su come sono fatti i bulloni e quale chiave inglese si è usata. “Ecco i pupazzi che andranno in orbita!” e via con le maratone su Shaun the Sheep e sul povero Snoopy che stava bello bello per i fatti suoi sopra la sua cuccia.
E siamo proprio al punto.
Atteso che il mega lanciatore è una soluzione difficile, complessa, che richiede una lunga e meticolosa messa a punto fatta, anche, di insuccessi, lasciate lavorare la NASA!
Dirottiamo il nostro interesse altrove. Artemis-1 volerà e come dice giustamente Luca Parmitano, dopo ci dimenticheremo dei continui rinvii e ricorderemo solo il lancio (un po' come successe per lo shuttle, rientrato al VAB ben 11 volte dalla rampa di lancio).
Cerchiamo di spettacolarizzare di meno e lasciamoli fare.
È vero, se la NASA ci manda continuamente materiale, poi se ne discute, ma anche loro dovrebbero mettersi a testa bassa ed a pedalare pensando che ai contribuenti di Shaun the Sheep interessa poco e che potrebbero chiudere quel piccolo rubinetto di fondi che il Congresso destina all’agenzia spaziale americana se non arrivano i risultati, cioè il lancio ed una missione coronata dal successo.
Auguro il successo ad Artemis e spero di vedere quanto prima gli astronauti sulla Luna. Ma augurerei successo anche ad eventuali Taikonauti che dovessero partire domani per il nostro satellite. Od a chiunque ci andrà, nel nome dell’Umanità.
P.s.
Qualcuno evocherà Elon Musk e la Starship.
Beh, anche il nostro ineffabile Elon ha capito la lezione: sparare date e programmi mirabolanti rischia di diventare un boomerang. Starship è in fase di collaudo ma viene fatto tutto con meno presenza mediatica, vuoi anche la situazione economica di SpaceX che ha perso anche una bella fetta di finanziamenti statali e deve correre con Starlink per poter portare a compimento questo ambizioso ed avveniristico progetto. Sicuramente, anche qui arriverà il successo. Magari non tra pochi anni, ma ce la faranno.
Salvate il soldato Artemis. Lasciamolo lavorare.
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