Come spesso scrivo, Internet è, alle volte, un posto fantastico. Dalle storie che racconto nelle mie pagine, nascono situazioni in cui si incontrano in rete le persone che quelle storie le hanno vissute.
Mi è già successo con la storia della sojuz 23 ed ho avuto l'occasione di conoscere la figlia del Comandante Zudov, Natalia Zudova, e la nipote di uno dei medici a capo delle squadre di soccorso, Maria Chekanova.
E così posso dire per l'intervista ottenuta da Alexandr Misurkin, il cosmonauta divulgatore per il Museo della Cosmonautica di Mosca, che si è prestato a rispondere alle mie domande in una breve ma interessantissima intervista e che risponde sempre con molta gentilezza alle domande che ogni tanto gli porgo.
Dai loro racconti sono nate altre storie in un circolo virtuoso che sta facendo crescere questo mio progetto come la chioma di un albero.
Dmitri Gorinov, amichevolmente chiamato Dmitry, l'ho scoperto durante una diretta tenuta da Passione Astronomia ("Alla scoperta di Venere: la missione Roscosmos Venera-D" del 9/2/2023), un canale con cui ho una intensa collaborazione, nella quale Dmitry, Piero D'Incecco e Nicola Mari, hanno tenuto una conferenza sul pianeta Venere e sulle missioni di esplorazione dell'ex Unione Sovietica come le Venera e la Euro Sovietica VeGa. In particolare, si è parlato della futura missione Venera-D che rappresenterà il ritorno su venere dell'agenzia spaziale russa, unica nazione ad essere riuscita a sbarcare sul nostro vicino pianeta gemello.
Dmitri Gorinov
Del programma Venera ne ho ampiamente parlato sia nel libro "Noi abbiamo usato le matite!" che nel blog. Sempre con gli amici di Passione Astronomia, durante le quindici serate tenute insieme a loro sulla storia della cosmonautica, abbiamo avuto un'intera puntata (la settima: "Pianeti lontani") dedicata alle missioni automatiche sovietiche con un cospicuo spazio dedicato a questo che si può definire, diversamente da Marte, un pianeta amico del programma spaziale sovietico. Capirete quindi che, quella sera, io fossi in prima fila tra il "pubblico" ad assistere all'evento, e non mi sono trattenuto dal fare le mie domande…
Tramite i membri del gruppo ho ottenuto il contatto con Dmitry che, molto cortesemente, ha accettato di rispondere alle mie cinque domande (una in più di quelle fatte a Misurkin…) e quindi, non perdiamo altro tempo: Vi presento Dmitri Gorinov!
Dmitry è un ricercatore presso l'I.K.I. di Mosca (https://iki.cosmos.ru/en). Si tratta dell'Istituto russo di Ricerca Spaziale. È un istituzione dell'Accademia russa delle scienze specializzata alle applicazioni scientifiche dell'esplorazione spaziale. Per metà del tempo svolge un lavoro scientifico sullo studio dell'atmosfera di Venere, utilizzando i risultati delle missioni precedenti (Venus Express, Akatsuki). Dedica l'altra metà al progetto Venera-D come membro del team scientifico che sta preparando un elenco di strumenti scientifici per i compiti scientifici del progetto.
Iniziamo con le domande:
Rappresentazione della sonda Venera-D
D) Ogni missione inizia con un lancio... Quando è previsto il lancio di Venera-D, da dove e da quale lanciatore?
R) Il lancio è ufficialmente previsto per il 2029, ma è già chiaro che la scadenza verrà spostata al 2031-32. Si tratta di una apparato (orbiter più lander ed accessori) piuttosto pesante, quindi useremo il razzo Angara-A5 dal cosmodromo di Vostochny.
D) La missione Venera-D sarà una missione lunga (come dice la lettera "D": Долгоживущая, leggi Dolgosgjivushaja cioè "lunga durata"). In cosa differisce, ad esempio, dalle precedenti missioni dell'ex URSS, come Venera, o dalla missione euro-sovietica VeGa?
R) Probabilmente, in termini di architettura della missione, il progetto è il più vicino alla missione VEGA. Proprio come allora, avremo un lander e un pallone. Tra "VEGA" e "Venera-D" ci sono più di 30 anni di differenza, quindi la tecnologia sarà molto più avanzata. Il lander sarà in grado di analizzare campioni di suolo e misurare i parametri atmosferici con una risoluzione superiore di un ordine di grandezza. E il pallone, a differenza del pallone Vega di breve durata, deve vivere nell'atmosfera per circa un mese. Ma, oltre a questo, la missione include anche un vero e proprio orbiter per lo studio dell'atmosfera.
La traiettoria della sonda sfruttando l'assistenza gravitazionale
(cortesia IKI-RAS - D. Gorinov)
Il lanciatore Angara A5
D) Ho letto che si stanno valutando aree di atterraggio ad alta latitudine, diversamente dalla fascia equatoriale "esplorata" nelle missioni precedenti. Ciò necessita, penso, un'elevata precisione nel calcolo della lunga traiettoria della discesa del lander. Come affrontate le sfide di un programma di volo così ambizioso?
R) L'atterraggio ad alte latitudini ci garantisce un canale di comunicazione stabile tra il lander e l'orbiter durante quelle poche ore che il primo lavorerà in discesa e in superficie. La latitudine di atterraggio, diversamente a quello che pensi, non ha quasi alcun effetto sulla complessità del progetto. Se implementiamo una manovra gravitazionale prima che il veicolo spaziale entri nell'orbita standard, allora saremo in grado di dirigere il lander verso quasi ogni punto della superficie. Il limite principale per noi, come ho detto prima, è la stabilità del canale di comunicazione.
Planisfero di Venere con evidenziate le zone di potenziale atterraggio di Venera-D
D) Come per le missioni VeGa, verranno prelevati campioni di materiale dal terreno per l'analisi. Ho letto che rispetto alle sonde euro-sovietiche verranno raccolti molti più campioni. Sarà possibile effettuare tutte queste analisi e rispedire i dati sulla Terra nel tempo "operativo" prima che la sonda smetta di funzionare?
R) Attualmente prevediamo di prelevare 3 campioni: 1) materiale superficiale che può essere prelevato senza perforare la superficie, 2) lo strato superiore della superficie a diretto contatto con l'atmosfera, 3) terreno a una profondità di circa 3 cm. Due ore in superficie dovrebbero essere sufficienti per analizzare questi campioni.
D) Parliamo del pallone meteorologico che verrà rilasciato per studiare l'atmosfera. Vista la notevole esperienza maturata con i due palloni VeGa-1 e VeGa-2, e con l'aggiunta di nuovi strumenti, quali ulteriori dati si aspetta di ricevere?
R) Prevediamo che il nuovo pallone vivrà molto più a lungo e sarà in grado di volare a lungo nell'atmosfera del pianeta. In base alla traiettoria del suo movimento, saremo in grado di determinare la velocità del vento, nonché misurare la temperatura, la pressione e altri parametri misurati dai palloni Vega, ma per un periodo di tempo più lungo. In aggiunta, abbiamo in programma di misurare le proprietà dell'aerosol delle nuvole, la composizione dell'atmosfera, cercare l'attività dei temporali nelle nuvole e monitorare l'attività sismica usando le onde sonore. Una telecamera a infrarossi rivolta verso il basso analizzerà la radiazione termica della superficie e troverà anomalie termiche.
Il profilo di discesa di Venera-D
(cortesia IKI-RAS - D. Gorinov)
Ci sarebbe una sesta domanda: il programma Venera dopo Venera-D, spero, avrà una continuazione ancora più ambiziosa sotto forma di un intero programma di missioni. Le future missioni potrebbero utilizzare velivoli in grado di sopravvivere per giorni, non ore, sulla superficie infernale di Venere, oltre a grandi velivoli. Ma qui stiamo parlando di scenari troppo lontani da noi nel tempo e praticamente non elaborati. Forse torneremo… Magari torneremo a parlare con Dmitry dei programmi futuri dopo che, come tutti speriamo, Venera D avrà completato il suo programma con successo aprendo di nuovo la via di Venere all'esplorazione umana.
Ringrazio di cuore Dmitry per la cortesia e per la pazienza avuta col sottoscritto nel concedere questa breve intervista, nonché per il materiale a corredo che ha voluto gentilmente condividere. Con l'augurio che la sua carriera accademica sia piena di grandi soddisfazioni e che ci possano essere in futuro occasioni per incontrarlo di persona, lo salutiamo: до скорого! A presto!
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Il pallone sonda della missione VeGa, del tutto simile a quello di Venera-D