Ricordate l'esperimento con l'impatto sull'asteroide Dimorphos? Nel 2022 la missione della NASA DART ha simulato un cambiamento nella traiettoria dell'asteroide sotto l'influenza esterna. La piccola navicella spaziale si è scontrata con il corpo celeste e le stazioni di localizzazione a terra hanno valutato il cambiamento di traiettoria. Risultato: possiamo influenzare la traiettoria dell'asteroide. Ma ci sono stati anche risultati inaspettati.
Uno studio, condotto da un gruppo internazionale di ricerca guidato da Eloy Peña-Asensio del gruppo DART presso il Politecnico di Milano, mostra che, come effetto secondario della tecnica d’impatto cinetico per deviare la traiettoria di un corpo celeste in rotta di collisione verso la Terra, si potrebbe anche generare uno sciame detriti in grado di raggiungere il nostro pianeta ed altri corpi celesti nel Sistema solare sotto forma di meteore.
La ricerca si è concentrata sulla possibile consegna di materiale a Marte e alla Terra, calcolando le traiettorie dei frammenti sotto l’influenza della gravità di Didymos e Dimorphos, del Sole e di Mercurio, Venere, Terra e Luna, Marte e Giove.
Un grandissimo ausilio a questa ricerca è stato fornito dal Cubesat italiano LiciaCube (Light Italian CubeSat for Imaging of Asteroids) – che ha seguito in una traiettoria parallela la missione DART.
Il piccolo satellite – con le sue due telecamere a bordo Leia (Liciacube Explorer Imaging for Asteroid) e Luke (Liciacube Unit Key Explorer) – è stato testimone diretto dell’impatto di DART su Dimorphos, sotto la guida scientifica dell’Istituto Nazionale di Astrofisica ed è grazie alle immagini ad alta risoluzione acquisite è stato possibile inserire i corretti parametri per il modello di calcolo.
Le simulazioni hanno calcolato la traiettoria di circa 3 milioni di particelle di dimensioni variabili, da 10 centimetri a 30 micron e si è scoperto che alcune di queste particelle potrebbero raggiungere la Terra e Marte entro circa un decennio o più, a seconda della loro velocità di espulsione.
Stiamo parlando di particelle estremamente piccole che brucerebbero completamente nell’atmosfera e che, quindi, non costituirebbero assolutamente alcun pericolo per l’Umanità anzi, formerebbero un nuovo, innocuo sciame meteorico che potremmo chiamare Dimorphidi.
Insomma, tra qualche anno oltre alle ormai famose Perseidi di agosto (quelle della Notte di San Lorenzo), le Leonidi di novembre, le Geminidi di dicembre e le Quadrantidi di gennaio, potremmo ritrovarci ad osservare le Dimorphidi!
Ringrazio l’amico Stefano Mossa di SPF, la Dottoressa Marilena Amoroso e Simone Pirrotta dell’Agenzia Spaziale Italiana per il riscontro documentale che trovate in calce.
Articolo di Globalscience.it:
https://www.globalscience.it/52299/dart-potrebbe-consegnare-meteore-a-marte-e-terra/
Studio pubblicato su Arxiv:
https://arxiv.org/abs/2408.02836