Ieri 11/12/2022, abbiamo assistito, e confesso di essermi emozionato, al rientro di Artemis-1 sulla terra. La navicella Orion ha sperimentato il rientro “a balzelloni” noto in gergo tecnico come Skip Reentry.
Grande enfasi è stata data, giustamente, a questa manovra perché è la chiave per poter rientrare nell’atmosfera da velocità superiori a quella orbitale, quindi superiori a 7,9 km/s, che di norma le Dragon o le Sojuz sperimentano. Al rientro da un volo lunare oppure oltre la Luna è con velocità del genere (circa 11 Km/s) che ci si deve confrontare.
Le Apollo rientravano direttamente con uno schema che, oltre a stressare enormemente il generoso scudo termico (le temperature superano i 2700°C), lasciavano nessuna possibilità di correzione di traiettoria una volta rientrati ed un raggio di azione, per l’intervento di soccorso, molto limitato: dell’ordine di 1500 NM (1NM=1,8 Km).
La tecnica usata ieri, quella dello Skip Reentry, consiste nel far rimbalzare due o più volte la navicella negli stati alti dell’atmosfera rallentandone progressivamente la discesa. Ciò ottiene diversi effetti benefici: il primo è quello di stressare lo scudo per un tempo minore, il secondo quello di far sopportare all’equipaggio una minore Forza G dovuta alla decelerazione, il terzo, non meno utile, una maggiore durata del volo atmosferico che consente un raggio più ampio di intervento: dalle 3000 alle 5000 NM. Ma la cosa più importante, a mio avviso, è la possibilità di correggere la traiettoria di rientro dopo il primo rimbalzo.
Ne avevo già parlato in un articolo sul mio blog nel 2020 e, poi, in un capitolo del libro “Noi abbiamo usato le Matite!”.
Ma l’enfasi di ieri ha preso un po’ la mano ad un, comprensibile, entusiasmo che ha fatto proclamare dai media, Nasa in testa, che si è trattato della “prima volta in assoluto di una manovra simile per un veicolo cosiddetto Human rated”.
Definire Human rated…
La Orion è un veicolo progettato per il trasporto di equipaggio, è vero. E’stata già testata con un volo orbitale anni fa, vero anche questo, ma si può definire Human rated un veicolo che ancora deve effettuare il suo volo inaugurale con equipaggio? Sì e no. Sì perché i manichini che erano a bordo sia nella prima missione che in Artemis 1 hanno dimostrato che l’equipaggio avrebbe potuto volare sulla Orion in sicurezza; no perché, se vogliamo essere pignoli, ancora il Maiden flight il volo inaugurale, non c’è stato. Ci sarà con Artemis-2 tra tre anni, forse.
A questo punto, quindi, Orion è Human rated tanto quanto la Zond oppure la nuova navicella spaziale cinese (di cui ancora non si conosce il nome).
Eh sì perché, nella foga di definire un qualche primato, nella pur entusiasmante missione che non ne ha bisogno (e che già ne ha stabiliti di suoi), ci si è dimenticato che un veicolo molto Human Rated, la Sojuz, nella sua versione senza la sezione BO, cioè senza quella specie di “palla” messa in cima che non è altro che la zona “abitativa”, denominata Zond, ha volato verso la Luna e ritorno, addirittura con esseri viventi a bordo (tartarughe ed altri animali), nel 1968 e nel 1969, effettuando con successo ben quattro volte la manovra dello Skip reentry. La missione Zond 5, del settembre 1968 avrebbe dovuto essere una missione umana con Leonov e Makarov primi al mondo a sorvolare la Luna. Solo un eccesso di prudenza dei vertici dell’URSS ha privato il programma sovietico di questo primato, lasciandolo ad una tartaruga e ad alcuni insetti.
Ma oltre alla Zond della fine degli anni 60, c’è già anche stata, come accennato, la navicella cinese, testata per la prima volta nel 2016 che ha effettuato la sua seconda missione test il 5/05/2020 percorrendo sette orbite in due giorni e, dopo aver raggiunto un apogeo di 8000 Km di altitudine, ha effettuato con successo un rientro con la tecnica, appunto, dello Skip reentry. Anche l’ignoto veicolo cinese è, a tutti gli effetti, Human Rated.
Sembra un po’ la dichiarazione data dalla Nasa alla stampa dopo il volo di Alan Shepard: “Il primo uomo libero a volare nello spazio”. Un primato relativo.
Lo schema dello Skip reentry delle Zond nel 1968 e della Orion nel 2022
La Zond che effettuò, quattro volte, lo skip reentry tra il 1968 ed il 1969
Il veicolo spaziale di nuova generazione cinese che effettuò uno Skip reentry nel 2020
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