Vikram Sarabhai e la voce della luna


Come un paese che solo 76 anni fa era una colonia inglese è diventata la quarta nazione al mondo a far allunare un veicolo sulla superficie del nostro satellite naturale. 

"Ci sono alcuni che mettono in dubbio l'importanza delle attività spaziali in una nazione in via di sviluppo. Per noi non c'è ambiguità di scopo. Non abbiamo la fantasia di competere con le nazioni economicamente avanzate nell'esplorazione della luna o dei pianeti o con il volo spaziale con equipaggio.

Ma siamo convinti che, se vogliamo svolgere un ruolo significativo a livello nazionale e nella comunità delle nazioni, non dobbiamo essere secondi a nessuno nell’applicazione delle tecnologie avanzate ai problemi reali dell’uomo e della società”.

(Vikram Ambalal Sarambhai)

Vikram Ambalal Sarambai (1919-1971) 

C’era una volta…

Il protagonista di questa storia non è per nulla conosciuto qui da noi in Occidente ma, per il suo paese, è importante come Von Braun negli Stati Uniti oppure Korolev in Russia.
Vikram Ambalal Sarambhai nacque a Ahmadabad, in India, il 12 agosto 1919 da ricca famiglia di imprenditori. La sua posizione sociale gli ha consentito di poter proseguire gli studi universitari a Cambridge in Inghilterra, laureandosi in scienze naturali nel 1940. Tornato in patria durante la guerra, proseguì i suoi studi in fisica tornando poi a Cambridge nel 1945 per conseguire il dottorato in fisica.
Tornato nel 1947 in un'India finalmente indipendente, fondò il primo laboratorio di ricerca di fisica teorica indiano nella natìa Ahmadabad.
Impiegando parte del suo patrimonio in fondazioni create allo scopo dello sviluppo della ricerca scientifica e nella promozione della diffusione dell’alfabetizzazione e della scolarizzazione del suo paese, fu il fondatore, nel 1962, dell’Indian National Committee for Space Research divenito poi, nel 1969, Indian Space Research Organisation (ISRO).

Quelle parti di razzi trasportate con le biciclette…

Nel 1963 la prima base di lancio indiana venne costruita nel 1963, sulle coste del mare Arabico, per sfruttare la vicinanza con l’equatore.

Gli inizi dell’astronautica indiana furono difficili: oggi in rete si trovano foto di persone che trasportano parti di razzi spingendo biciclette su sentieri polverosi. Paragonate a quelle dalla superficie del polo sud lunare sembrano distanti secoli, ed invece sono passati solo sessant’anni…

Il 21 novembre 1963 il primo volo inaugurale portò in una traiettoria suborbitale un piccolo razzo con in cima un carico di vapori di sodio. I primi razzi suborbitali, chiamati Rohini, fecero rapidamente crescere l’esperienza della giovane nazione indiana verso l’acquisizione della padronanza delle tecniche di lancio.

Parti di un razzo Rohini trasportati su di una bicicletta nei primi anni 70 

I primi satelliti.
Non ci si poteva fermare ai lanci suborbitali: i primi satelliti di telecomunicazioni destinati all’India, realizzati in collaborazione con la NASA, vennero lanciati tra il 1975 ed il 1976. Erano destinati alla diffusione di programmi scolastici ed educativi nella nazione. Si chiamavano Satellite Instructional Television Experiment (SITE).
Nel 1975, in collaborazione con l’Unione Sovietica, nell’ambito del programma Interkosmos, il primo satellite completamente realizzato in India venne lanciato dal Cosmodromo di Baikonur: era l’Aryabhata.
Nel 1980 il Rohini-I fu il primo satellite indiano lanciato da un vettore di produzione nazionale, il SLV.
Il 3 aprile 1984, Rakesh Sharma divenne il primo cittadino indiano ad andare nello spazio, a bordo della Sojuz-T11 soggiornando a bordo della Saljut-7 per sette giorni.

La voce della Luna…
Vikram Sarabhai non vide il primo satellite indiano e neppure il primo cosmonauta (che in india si chiama Vymanauta), ma il suo spirito visionario ha guidato ISRO dai suoi timidi passi alle grandi conquiste degli ultimi decenni.
Un sistema di lanciatori avanzatissimo, che copre tutte le esigenze di posizionamento di carichi nell’orbita terrestre bassa (SLV) e geostazionaria (GSLV) attingendo dalle conoscenze acquisite in collaborazione con le agenzie spaziali di tutto il mondo, in primis la Russia che dai primi anni 90 ha contribuito alla formazione del personale ed allo sviluppo delle tecnologie per i propulsori criogenici.
Una nazione così ambiziosa non poteva che guardare oltre i confini dell’orbita terrestre: La Luna con Chandrayaan-1 la prima a scoprire  nel 2008 la presenza di acqua sotto la superficie del polo sud lunare e Marte nel 2013 con Mars Orbiter Mission.
Ma la voce della Luna chiamava verso il polo sud il nostro Vikram ed a lui venne dedicato il primo tentativo di allunaggio, purtroppo fallito, nel 2019.
Chandrayaan-2, così si chiamava la missione, era composta da un’orbiter (ancora in funzione) e da un Lander, chiamato appunto Vikram, dal quale sarebbe dovuto muoversi un piccolo Rover chiamato Pragyan (in Hindi: Saggezza).
Chandrayaan-2 non allunò per un errore di accensione a 300 m. dal suolo.

Il passo da gigante del piccolo Vikram
Il resto è storia di oggi. L’emozione dell’allunaggio di Chandrayaan-3 è ancora forte.
Una missione che ha visto un profilo di volo a bassissimo consumo, 45 giorni di traiettorie orbitali sempre più alte dalla Terra alla Luna fino all’abbraccio con il campo gravitazionale lunare e via verso una spirale sempre più stretta di orbite discendenti verso la superficie del nostro satellite.
In ultimo, il 22 agosto 2023, un saluto elettronico da parte del vecchio ma ancora funzionante Orbiter di Chandrayaan-2 che, dopo aver fotografato in questi anni anche i siti di allunaggio delle missioni Apollo, con buona pace dei complottisti si è messo a disposizione come ponte radio tra il nuovo Vikram e le stazioni a Terra.
Erano le 14:45 del 23 agosto 2023.
In un caldo pomeriggio d’estate, un brivido di emozione ci ha scosso mentre il motore di Vikram si è spento toccando il suolo della Luna alla latitudine di 68° S, primo oggetto costruito dall’Umanità a raggiungere le latitudini polari meridionali seleniche.
“Il successo della missione lunare non è solo indiano. Una Terra, una famiglia un futuro”
Queste le parole del Primo Ministro Indiano Narendra Modi.

C’è chi dice che l’India è un paese che dovrebbe pensare alla povertà del suo popolo piuttosto che dedicarsi alla ricerca spaziale. A queste persone consiglio di leggere le parole di Vikram Sarabhai che ho evidenziato all’inizio di questo articolo.
Presto, ISRO lancerà i propri Vymanauti su di una navicella spaziale, la Gangayaan costruita e sviluppata in proprio. Ciò la renderà la terza nazione al mondo in grado di farlo.
Arriveranno le foto, i video, i dati dagli strumenti scientifici. Il 23 agosto sarà celebrato nel Mondo come una delle date importanti della Nostra Storia.
Ma oggi abbiamo visto il soffio del sogno di Vikram Sarabhai accarezzare la polvere lunare e la voce della luna sussurrare Bentornati!

Una delle prime immagini trasmesse dal lander Vikram dalla superficie del polo Sud lunare. Credito: ISRO 

ARTICOLO PUBBLICATO SULLA PAGINA FACEBOOK "LE STORIE DI KOSMONAUTIKA" IL 24/08/2023e su www.passioneastronomia.it

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