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Persei, la storia travagliata di un traghetto spaziale sfortunato…

“La Sfortuna non esiste”, diceva Enzo Ferrari. Nel caso del Persei, alla ribalta mediatica per l’ipotetica caduta incontrollata che potrebbe portarlo, oggi 5 gennaio 2022 intorno alle 18 italiane, ad impattare con zone abitate, non si tratta di malasorte ma di un progetto che si trascina da molti anni con alterne fortune.

Ma andiamo per ordine. Prima l’attualità.

Lanciato il 27 dicembre 2021 a bordo dell’Angara A5, avrebbe dovuto portare in orbita Geostazionaria (e, successivamente, in un orbita “cimitero”), un carico simulato di circa 3 tonnellate. Come capacità di carico, il Persei, o meglio Il “Block DM-03”, questo il suo nome di progetto, vale il collaudatissimo traghetto multistadio Briz-M, del quale ho parlato. Ma, allora, mi chiederete, perché sviluppare uno stadio supplementare (perdonatemi ma usare la parola “Upper stage” mi fa uscire le bolle… Lo so è un mio limite ma uso l’inglese solo se necessario) che fa quello che fa già un veicolo che abbiamo già in casa? Semplice: per abbandonare progressivamente l’uso dei pericolosi (anche se molto efficienti) combustibili ipergolici. Di cosa siano i combustibili ipergolici ne ho parlato in occasione del mio articolo sulla corsa sovietica alla Luna. Erano un’ossessione di Vladimir Celomej. Hanno il vantaggio di poter essere stivati in tempo indefinito e di accendersi al contatto senza bisogno di un innesco (ricordate, vi ho parlato del “petardo” PZU che si usa nei lanciatori Sojuz, vero?). Di contro sono estremamente tossici ed esplosivi se liberati e se, appunto, vengono a contatto. Il Proton li usa da decenni anche se, agli inizi, hanno causato il disastro più grave della storia, quello di Nedelin.

Ma non divaghiamo. Restiamo all’attualità.

Quindi il Persei doveva portare questo satellite simulato a 37.000 km di altitudine ma, dopo aver raggiunto con successo l’orbita bassa, la seconda accensione del suo motore, non è avvenuta. Premetto. Si trattava di un lancio militare perché partito da Plesetsk, quindi di notizie ufficiali non ce ne sono; comunque, tramite Anatoly Zak e la sua pagina Russianspaceweb.com, siamo venuti a sapere che i tentativi di riattivare il motore del Persei sono andati falliti. A questo punto si è rinunciato e lasciato il Block DM-03 al suo destino. E qual è, mi chiederete? A quell’altitudine non c’è altro destino che un rientro nell’atmosfera. E qui si innesca il sensazionalismo di certi siti.

“UN RAZZO RUSSO RISCHIA DI CADERCI IN TESTA!”

“RELITTO INCONTROLLATO MINACCIA LA TERRA!”

e via così.

In realtà la situazione è perfettamente sotto controllo. Il Persei dovrebbe rientrare nell’atmosfera il 5 gennaio 2022 intorno alle 17.44 UTC (le 18:44 italiane), con un margine di +/- 6 ore. Il complesso (Persei più carico), pesa una quindicina di tonnellate se consideriamo il carburante non utilizzato. Non essendo dotato di scudi termici brucerà all’ingresso nella nostra atmosfera e c’è una remota possibilità che qualche frammento arrivi a terra. Ma la sua traiettoria finale lo dovrebbe portare nell’Oceano Atlantico. La situazione è sotto controllo sia da parte del Ministero della Difesa Russo (che lo ha lanciato), sia da parte dei loro “amici” americani che da parte di tutte le stazioni di tracciamento. In una foto che allego c’è la mappa con la traiettoria prevista di rientro. Quindi non è il caso di fare inutili allarmismi. Considerate che, in caso di pericolo reale, come già successo, vengono chiusi gli spazi aerei ma questa misura non è in atto da nessuna parte. Stiamo quindi tranquilli e mettiamo da parte i sensazionalismi acchiappa click.

Ma, volete conoscere qualcosa di più su questo veicolo?

Eccovi accontentati!

Come accennato anche in occasione dell’articolo sul BRIZ-M, l’Unione Sovietica aveva la necessità di modernizzare i suoi stadi supplementari, fermi al tradizionale Block-D in uso da tempo immemore, parallelamente allo sviluppo del Briz, si è deciso, negli anni 90, di sviluppare i vecchi Block-D per renderli più prestazionali e, soprattutto, per convertirli all’uso di propellenti non ipergolici. Da qui nasce il progetto “Divina”, poi ribattezzato “Persei”.

Nella sua prima versione, il motore 11D58MF bruciava combustibile tradizionale. Solo l’innesco era assicurato dall’utilizzo di una piccola quantità di combustibili ipergolici. Nella sua prima versione poteva portare verso l’orbita geostazionaria, 3.200 kg di carico. Dopo molti sviluppi, finalmente anche l’innesco ipergolico venne abbandonato. Ora il Persei poteva portare in orbita geostazionaria tra i 4.800 ed i 5.200 Kg (a seconda dell’inclinazione orbitale). Era diventato, però, un po’ più pesante a causa della maggior quantità di combustibile necessario, passando da 2.900 kg (a vuoto) a 3.900, le migliori prestazioni dei lanciatori (Proton M ed Angara) avrebbero compensato la cosa.

In tutto il Persei ha effettuato sei lanci: Cinque con il Proton M ed uno, quello del 27 dicembre scorso, con l’Angara. Di questi, tre insuccessi e tre successi. Diciamo bilancio in pareggio.

Varrà la pena di continuare? No, se consideriamo che il BRIZ-M fa benissimo il suo lavoro, ma è pericoloso per via dei combustibili ipergolici, sì se pensiamo che comunque è un progetto in fase di sviluppo che ha ancora margini di miglioramento.

Nota dell’autore: i Cinesi usano gli ipergolici senza farsene tanti scrupoli: le navicelle Shenzhou sono lanciate dai Lunga Marcia 2F che usa la stessa tecnologia dei Proton. Quando si strilla al russo cattivo, va ricordato che l’Unione Sovietica si rifiutò di usare i Proton per mandare Leonov e Makarov in orbita attorno alla Luna nel settembre del 1968. Troppo pericoloso. I Cinesi questo problema manco se lo pongono…

Per il futuro si sta sviluppando un altro sistema: il KVTK che servirà anche da traghetto lunare. Dotato di un motore ad idrogeno e ossigeno criogenici, l’RD-0146D, potrà portare 7,6 tonnellate verso l’orbita geostazionaria. Per ora è in fase di sviluppo, avendo solo effettuato con successo, le prove statiche di accensione. Ne parleremo quando sarà operativo, come mia abitudine.


ARTICOLO PUBBLICATO SULLA PAGINA FACEBOOK "LE STORIE DI KOSMONAUTIKA" IL 5/1/2022Link all'articolo su Facebook

Schema del modulo DM-03 detto anche "Persei"

Un modulo Persei in procinto di essere issato sopra il suo lanciatore

La previsione della traiettoria finale di caduta del Persei

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