COSMOnauti giapponesi

Ovvero: come due paesi ancora formalmente in guerra, collaborino nello spazio...

Con la Sojuz MS-20, l’8 dicembre 2021, sono partiti verso la ISS il comandante Alexander Misurkin e due cosmonauti, paganti, giapponesi: Yusaku Maezawa e Yozo Hirano. Maezawa è un famoso miliardario, imprenditore nel campo della moda, che ha lanciato il progetto Dear Moon dove si prefigge di portare, in orbita lunare con la futura Starship di SpaceX, sei od otto artisti per documentare, ognuno per il proprio campo di esperienza, un volo oltre l’orbita terrestre. Nel frattempo, Maezawa, per non aspettare i voli operativi di Starship, ancora in fase di collaudo sperimentale, ha deciso di affidarsi alla cara, vecchia Sojuz per provare l’ebbrezza del volo spaziale, facendosi accompagnare dal suo collaboratore, appunto Yozo Hirano, che ha documentato tutti gli aspetti di questa missione della durata di 12 giorni.

I due "turisti" Giapponesi che volarono sulla Sojuz MS-20

Da sinistra: Yukazu Maezawa e Yozo Hirano.

L'equipaggio della Sojuz MS-20

Da sinistra: Yozo Hirano, il Comandante Alexander Misurkin e Yukazu Maezawa. 

Visto così sembra bellissimo ma…

Lo sapete che Russia e Giappone sono formalmente ancora in guerra e che, a causa della mancata firma di un trattato di pace tra l’Ex Urss e l’Impero del Giappone, la Seconda guerra mondiale non può ancora dirsi conclusa?

Tutto cominciò l’8 agosto 1945. A seguito degli accordi segreti angloamericani e sovietici, avvenuti nelle conferenze di Yalta e d i Potsdam, l’Unione Sovietica, unilateralmente, violò l’accordo di mutua non aggressione con l’Impero del Giappone siglato il 13 aprile 1941. Invadendo le isole Curili e la penisola di Sakhalin, l’Urss, non trovando pressoché resistenza da parte di una nazione oramai arresa (siamo nel periodo tra i due lanci di ordigni nucleari di Hiroshima e Nagasaki), aprì un secondo fronte in oriente allo scopo di accelerare la resa dell’Impero del Sol Levante. Durante un mese scarso di guerra, ci furono, da ambo le parti, circa 40.000 morti. In questo conflitto combatterono, da parte sovietica, anche piloti destinati a diventare cosmonauti. Due tra tutti: Pavel Belyaev e Georgji Beregovoi.

Ma… dopo la resa del Giappone, se con le forze alleate venne stipulato un trattato di pace, così non fu con l’Unione Sovietica che non voleva rinunciare all’occupazione delle isole Curili e della Penisola di Sakhalin. Si arrivò quindi al 1956 dove URSS e Giappone firmarono un trattato bilaterale dove la prima si impegnava a restituire alla seconda due delle quattro isole Curili: Habomai e Shikotan. La restituzione delle altre due, Kunashir ed Iturup, sarebbe avvenuta solo dopo la firma di un trattato di pace definitivo. Che, ad oggi, mai è arrivato. Nel frattempo, ingerenze americane (gli Stati Uniti hanno minacciato il Giappone riguardo alla firma di un accordo con l’Urss pena la non restituzione dell’isola di Okinawa), e problematiche strategiche Sovietiche (le quattro isole Curili ospitano basi di sottomarini nucleari), hanno portato la discussione definitiva di un trattato di pace che formalmente faccia cessare la Seconda guerra mondiale, ad un rinvio “sine die”.
C'erano stati dei colloqui tra il Presidente Putin e l'ex primo ministro Abe che potevano riaprire uno spiraglio di speranza sulla conclusione della vicenda.
Ma l'assassinio di Abe, che nel frattempo è stato sconfitto alle elezioni, e la guerra in Ucraina hanno messo da parte la possibilità di una soluzione alla questione.

L'equipaggio della Sojuz TM-11

Da sinistra: Toyohiro Akiyama, Viktor Afanas'ev e Musa Manarov

La bandiera Sovietica e quella Giapponese, insieme ai marchi degli sponsor, sul lanciatore Sojuz al momento del lancio della Sojuz TM-11

Dove, però, non arrivano le nazioni ed i loro rappresentanti politici, arrivano gli uomini di scienza e le ragioni dell’imprenditoria…

Forse non sapete che il primo volo commerciale nello spazio, cioè con un passeggero pagante, avvenne il 2/12/1990 e questo fortunato passeggero è stato il Cosmonauta di Terza classe Toyohiro Akiyama, cittadino giapponese, e giornalista della TBS, Tokyo Broadcasting Services.

A seguito di un accordo siglato nel 1989 tra l’ente spaziale sovietico e la emittente televisiva nipponica, infatti, Akiyama venne inviato ad addestrarsi alla “Città Stellata” per partecipare ad una missione sulla MIR che avrebbe dovuto produrre un sensazionale ed inedito reportage sulla vita in orbita terrestre a bordo di una stazione spaziale.  Il lancio delle Sojuz TM-11, con equipaggio composto da Viktor Afanas’ev, Musa Manarov e, appunto, Toyohiro Akiyama, avvenne da Baikonur il 2/12/1990. Nel corso della sua missione, Akiyama effettuò due dirette al giorno: una televisiva ed una radiofonica. Per consentirgli questa attività, durante la missione della Sojuz TM-10, vennero spedite sulla MIR attrezzature per ben 170 Kg. Per poter consentire al cosmonauta “nemico” di lavorare agevolmente, gli venne lasciata l’intera Sojuz TM-10 a disposizione. Dopo otto giorni di lavorazione, la TM-10 rientrò sulla terra trasmettendo in diretta tv tutte le fasi del rientro dall’interno della Sojuz (ovviamente escluse le fasi in cui la ionizzazione impediva la trasmissione). L’atterraggio avvenne regolarmente alle 06:08 del 10/12/1990.

Non solo al “nemico” nipponico (pagante… TBS sborsò ben 28 milioni di USD) venne lasciata una intera Sojuz per lavorare, ma gli venne anche conferita un’onorificenza, nel 2011 da parte della federazione Russa, per “Contributi alla Conquista dello Spazio”.  

Niente male per due nazioni ancora, formalmente, in guerra!

Toyohiro Akiyama sulla MIR

Il cosmonauta Akiyama al rientro sulla Terra, avvenuto il 10/12/1990

La decorazione ricevuta da Akiyama, nel 2011, da parte della Federazione Russa... 

ARTICOLO PUBBLICATO SULLA PAGINA FACEBOOK "LE STORIE DI KOSMONAUTIKA" IL 09/11/2021
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