COSMOCANAUTI

Inconsapevoli eroi a quattro zampe, ovvero i cani utilizzati dall’Unione Sovietica nel programma spaziale.

Chi di voi conosce Dezik, Molik, ZIB, Veterok?

Non molti, ci scommetto. Ma tutti conosciamo Laika e tanti Belka e Strelka. Bene i primi che ho nominato sono nomi di cani utilizzati, insieme a molti altri, durante il programma spaziale volto a portare un uomo nello spazio. Almeno 57 cani, secondo una stima, sono stati utilizzati in voli suborbitali ed orbitali a partire dagli anni 50.

Nel 1951 sono, infatti iniziati i lanci di missili balistici, del tipo R1, R2 e R5, con l’impiego di cani che, a giudizio degli scienziati sovietici, erano ben adatti a sopportare lunghi periodi di inattività. Venivano scelti cani randagi, poiché si pensava che avrebbero meglio resistito a condizioni ambientali estreme. I soggetti venivano tenuti in piccole gabbie per 15-20 giorni per farli abituare agli spazi angusti. Si sceglievano sempre soggetti femmina; in primo perché ritenuti più docili, in secondo luogo perché, secondo il canone pratico di scuola sovietica, era stato prodotto solo il dispositivo idoneo a raccogliere i rifiuti per esemplari di sesso femminile… Prima del lancio venivano abituati a portare le loro speciali tute addestrati alle accelerazioni con le centrifughe come i cosmonauti umani, e nutriti con un mangime gelatinoso ricco di proteine. I lanci con i vettori R2 e R5 avvenivano con i cani dentro delle cabine pressurizzate poiché i veicoli raggiungevano altezze superiori ai 100 Km, quindi sopra la linea di Karman che segna l’ingresso nello spazio esterno.

I primi voli suborbitali

Il 22/7/del 1951 Dezik e Tzigan (vagabonda), furono i primi due esseri viventi ad effettuare un volo suborbitale superando la linea di karman con un’altitudine massima di 110 km. Sopravvissero al viaggio ma Dezik morì, insieme ad un’altra cagnetta di nome Liza, in un successivo lancio nel settembre dello stesso anno. Tzigan venne poi adottato dal fisico Anatoli Blagonravov.

Bolik era una cagnetta destinata ad un volo sempre nel settembre del 51 ma scappò e non venne più ritrovata. Fu mandata nello spazio, allora, una cagnolina randagia che venne chiamata ZIB, dalle iniziali di Zamena Ischeznuvushemu Boliku cioè sostituta della scomparsa Bolik. Anche il volo di Zib fu un successo.

Il 2/6/1954 un’altra cagnetta di nome Liza, insieme ad una cagnetta di nome Rjshik (rubiconda), sopravvissero ad un volo che raggiunse i 110 km.

A settembre dello stesso anno, volarono Smelaya e Malyshka (piccolina). Smelaya (coraggiosa), scappò il giorno prima del lancio ma poi venne ritrovata e partì effettuando un volo coronato da successo.

Il 2/7/1959 volarono Otvashnaja (intrepida) e Snezhinka (fiocco di neve) insieme alla coniglietta Marfushka (piccola Martha). Volo con successo e Otvashnaja volò ancora altre 5 volte.

Albina e Tziganka (Vagabonda) vennero espulsi dalla capsula all’altitudine di 8,5 km e recuperati sani e salvi.

Il 22/12/1960 volarono Damka (piccola dama) e Krasavka (piccola bellezza) dovevano fare un volo orbitale su di una Vostock, ma l’R7 non riuscì ad entrare in orbita. La capsula fece quindi un volo suborbitale raggiungendo l’altitudine di 214 Km. Non si attivò la slitta ejettabile e le cagnoline scesero a terra dentro la navicella che cadde nella neve con una temperatura esterna di -45°. Non fu possibile soccorrerle subito e bisognò attendere il giorno seguente. Sommerse dalla neve, si disperava fossero vive, invece i soccorritori udirono abbaiare e le due cagnette vennero riportate a Mosca sane e salve.

Il 28/7/1960 Bars (Leopardo delle nevi) e Lisichka (Volpacchiotta) morirono nell’esplosione della loro Vostock che non raggiunse l’orbita.

Altri cani che compirono voli suborbitali furono Dymka (fumo), Modnitsa (modaiola) e Kozjavka (zanzarina).

Di Laika sappiamo tutto o quasi. Il volo, segnato dal fatto che non vi era possibilità di rientro, dello Sputnik 2, lanciato il 3 novembre del 1957 è passato alla storia. Fece una morte orribile, svelata solo nei dettagli nel 2002: La Sputnik 2 non era dotata di dispositivo di rientro e sarebbe comunque morta di stenti, ma a causa del guasto del sistema di condizionamento, la capsula della povera cagnetta si surriscaldò a tal punto che la povera creatura morì per un arresto cardiaco dopo circa 6 ore dal lancio.  Non tutti sanno che Laika (piccola abbaiatrice in Russo), era solo il nome della razza, una specie di Husky nano: la cagnetta si chiamava in realtà Kudriavka cioè ricciolina. I media americani la ribattezzarono anche “Muttnik”, una crasi tra Mutt (bastardino) e Sputnik.

Primo piano di Kudrjavka detta Laika

Le Vostok canine

Belka e Strelka, anche loro, sono molto conosciute. Lanciate con una capsula Vostok, nota in occidente come Sputnik 5 ma in realtà denominata Korabl-Sputnik 2 il 19/8/1960 tornarono sane e salve sulla terra. Strelka ebbe dei cuccioli uno dei quali, chiamato Pushinka (birbante) venne donato da Nikita Krusciov alla figlia del Presidente Kennedy.

Il 1/12/1960 venne lanciata la Korabl-Sputnik 3, da noi nota come Sputnik 6, con a bordo Pchyolka (Piccola Ape) e Mushka (piccola mosca). Dopo un giorno in orbita il dispositivo di frenata del modulo VA della loro Vostock non funzionò a dovere e la navicella, entrata in orbita con un angolo troppo acuto, si disintegrò. In realtà pare venne fatta esplodere poiché rischiava di cadere in territorio americano.

Il 9/3/1961 volò, con successo, a bordo della Vostok Korabl-Sputnik 4, da noi nota come Sputnik 9, Cjernushka (Nerina). Compì un’orbita insieme ad “Ivan Ivanovich” un manichino con le sembianze di un cosmonauta che doveva testare la slitta ejettabile per l’espulsione del Cosmonauta. Volo coronato da successo.

Il 25/3/1961, pochi giorni prima del volo di Gagarin, Zvjoz’dochka (Stellina), scelta da Gagarin stesso, a bordo della Vostok Korabl-Sputnik 5, da noi nota come Sputnik 10, ripeté il successo della sua “collega” Cjernushka compiendo un’orbita insieme all’ormai “veterano” manichino Ivan Ivanovich e rientrando sana e salva.

Belka e Strelka 

La capsula della navicella Vostok che ha portato in orbita Belka e Strelka insieme alle due cagnoline imbalsamate esposte al museo della Cosmonautica di Mosca 

Cjernushka (Nerina) 

Zvjodszdochka (Stellina) 

L'ultimo volo a quattro... otto zampe

Dopo il primo volo umano altri due cani, gli ultimi, andarono in orbita con l’ultimo esemplare della Cosmonave Voskhod. Il 22/2/1966, compiendo una missione coronata da successo di ben 22 giorni, volarono Veterok (Brezza) e Ugolyok (Brace).  Per entrare nella cabina dovettero subire anche l’amputazione della coda. Dopo il rientro a terra, i soccorritori si accorsero che le due creature avevano perso quasi completamente il pelo ed avevano moltissime piaghe da decubito. Nonostante questo, si ripresero molto velocemente e continuarono una normale vita canina all’Istituto di Mosca dove erano stati addestrati. Ugoljok ebbe sei cuccioli mentre Veterok era talmente affezionata al suo addestratore che passava sempre tutto il suo tempo sotto la sua scrivania a fargli compagnia. Quando, ormai era anziana e senza denti, il personale del laboratorio frullava i suoi adorati salumi e glieli faceva mangiare.

 A tutt’oggi è il volo più lungo nello spazio mai effettuato da esseri viventi non appartenenti alla razza Umana.

Veterok ed Ugoljok

ARTICOLO PUBBLICATO SULLA PAGINA FACEBOOK "LE STORIE DI KOSMONAUTIKA" IL 17/11/2020
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