(K.E.Tziolkovskij)
Premessa: in molti testi italiani è scritto “Cjolkovskji”, ma se dobbiamo essere precisi, la lettera «Ц» con cui inizia il suo cognome, si legge “TZ” cioè è una Zeta dura come in Zozzone. Per questo motivo la sua pronuncia corretta è Tziolkowskji.
Nasce ad Isveskoe il 17/9/1857 ed è considerato universalmente il padre del volo spaziale. Figlio di un funzionario governativo, sin da piccolo sviluppò un notevole interesse per le scienze matematiche e fisiche. A causa di una grave malattia, perse quasi completamente l’udito, cose che lo costrinse ad abbandonare gli studi presso le scuole pubbliche. Ma il piccolo Konstantin, attratto dai libri del padre, si dedicò da autodidatta alla costruzione di piccoli modelli che replicavano gli esperimenti che trovava nei volumi.
Dice lo stesso Tziolkovskji:
“C'erano pochissimi libri, e non ho avuto nessun insegnante, quindi ho dovuto creare e ideare piuttosto che assorbire e assimilare da altri. Non ci sono stati suggerimenti, nessun aiuto da qualunque parte; c'erano tantissime cose che non riuscivo a capire in quei libri, e ho dovuto comprenderle tutte da solo. In poche parole, l'elemento creativo, l'elemento di auto-sviluppo e di originalità, erano predominanti”
Impressionato dalle capacità del figlio, il padre volle mandarlo a Mosca a studiare. Furono anni difficili per le modeste condizioni di vita del futuro padre della Cosmonautica, ma che lo portarono, frequentando la biblioteca cittadina ed il Museo Rumjancev, a conoscere Nikolaj Feodorovic Fjodorov, padre della corrente filosofica del Cosmismo, che influenzò la sua vita futura in maniera definitiva. Fjodorov fu talmente impressionato dalle capacità di Tziolkovskji che ne divenne quasi un docente universitario privato. Si narra che, un giorno, in biblioteca, Fjodorov passò un bigliettino all’allievo con su scritto: “Io ti aiuterò a studiare matematica, e tu aiuterai l'umanità a costruire razzi, così che saremo finalmente in grado di conoscere qualcosa di più della Terra, e potremo anche osservarla”.
La smania di raggiungere il cosmo, suggeritagli dall’amico-tutore, non lo abbandonò mai; ideò una macchina centrifuga in grado di volare nello spazio. Ricorda lo stesso Tziolkovskji:
“Ero emozionato e sbalordito a tal punto che non riuscii a dormire per tutta la notte; vagai per Mosca e continuai a pensare alle grandi conseguenze della mia scoperta. Ma già dalla mattina mi convinsi che la mia invenzione non era sostenibile. La delusione fu intensa tanto quanto era stato l'incanto precedente. Quella notte lasciò un'impronta che è durata per tutta la vita; trent'anni dopo mi capita ancora di sognare che mi sto sollevando verso le stelle nella mia macchina e provo la stessa gioia, come ho fatto quella notte indimenticabile”.
Konstantin Eduardovic Tziolkovskji (1857-1935)
Tornato ad Isveskoe, iniziò ad insegnare, dapprima privatamente e poi, dal 1880, presso le scuole pubbliche. In questi anni si concentrò sull’aerodinamica (elaborando autonomamente gran parte dei calcoli sviluppati in seguito dai Fratelli Wright pur non costruendo mai alcun velivolo), e sulla gas-dinamica. Trasferitosi a Kaluga, perfezionò i suoi studi sui voli interplanetari per mezzo di razzi. Elaborò la famosa “equazione del razzo di Tziolkovskji”, che stabilisce una relazione tra la velocità del razzo in qualsiasi istante, la velocità del gas in uscita dall’ugello del motore, la massa del razzo e la massa del combustibile consumato. Ancora oggi l’Equazione di Tziolkovskji è la base dell’ingegneria dei lanciatori spaziali.
Ha teorizzato, nel 1903, con la sua opera “L’esplorazione dello Spazio per mezzo di motori a reazione”, tutti i calcoli necessari per il volo spaziale. In particolare, fu lui, per primo, che calcolate le velocità necessarie per uscire dall’attrazione terrestre, comprese che un razzo in grado di fare ciò, avrebbe dovuto imbarcare più carburante del suo stesso peso. E, pertanto sviluppò il concetto del razzo pluristadio, che lui definì “Treno di razzi cosmici” (Космические роезда, leggi Kasmicjeskje pajesda) nella sua opera omonima. Addirittura, nella seconda edizione della sua opera, introdusse il concetto di propulsione a gas espulsi dall’energia provocata dalla disintegrazione degli atomi.
Il razzo pluristadio era stato già teorizzato da Robert Goddard, negli Stati Uniti e da Hermann Oberth in Germania, ma fu Tziolkovskji che, per primo, definì con precisione i calcoli necessari per la sua realizzazione. Per questo motivo è considerato, unanimemente, il Padre del Volo spaziale.
Purtroppo, all’epoca, le sue teorie definite troppo estreme, non ebbero il successo sperato. Tziolkovskji patì la fame e fu solo dopo la Rivoluzione d’Ottobre che il governo si interessò ai suoli lavori. Venne assegnato allo scienziato un appannaggio vitalizio e poté continuare i suoi studi nella tranquillità della sua casa di Kaluga. Nel 1924, venne creato, intuendo le potenzialità militari del lavoro dello scienziato, il dipartimento sulla Propulsione a getto, embrione del GIRD in cui mosse i primi passi Sergej Pavlovic Korolev. Addirittura, venne costituita, a Mosca, un’associazione per lo studio dei viaggi interplanetari, con ben 150 membri e con Tziolkowskji, naturalmente, come Presidente. Intorno alla metà degli anni venti del XX secolo, iniziò a anche a dedicarsi alla teoria dei velivoli a reazione intuendo che, sopra i 3000 mt di altitudine ed a velocità superiori a 500 km/h, i motori a pistoni dovevano necessariamente lasciare il posto a quelli a getto.
Hermann Oberth, nel 1929, gli scrisse:
“Voi avete acceso un fuoco, e noi non lo lasceremo morire, ma compiremo ogni sforzo per far sì che il più grande sogno dell'umanità si avveri”.
Si dedicò anche alla fantascienza pubblicando, nel 1893 e nel 1895, rispettivamente i racconti “Sulla Luna” e “Sogni della terra e del Cielo e gli effetti della gravitazione universale”. In quest’ultima opera per la prima volta si parla della necessità di costruire satelliti artificiali della terra. Suo è anche il concetto, ripreso poi da molti scrittori di fantascienza in particolare Arthur C. Clarke (vedasi l’opera “Le Fontane del Paradiso”), dell’ascensore spaziale.
Morì a Kaluga il 19 Settembre 1935 lasciando tutte sue opere in eredità allo Stato.
Davanti al Monumento ai Conquistatori del Cosmo, al Parco Vdnkha di Mosca, c’è una sua statua nel cui basamento una scritta recita: “Tziolkovskji Il Fondatore della Cosmonautica”
Monumento a Tziolkovskji posto alla base della scalinata sotto al, più imponente, Monumento ai Conquistatori del Cosmo, nel Parco Vdnkha di Mosca