Jean loup chretien: il primo occidentale

Ovvero: l'incredibile avventura di una busta con ivan e marìe...

Qualcuno spesso mi chiede da quali fonti attinga le cose che pubblico. È vero, di solito non metto i riferimenti, ma, ogni giorno, faccio una specie di “rassegna stampa” da varie pagine tra cui il sito (quando non viene oscurato) di Roscosmos. E proprio sul sito ufficiale dell’agenzia spaziale federale russa, ho letto la storia che oggi vi racconterò.

Innanzi tutto, chi è Jean Loup Chretien? Spero che la maggioranza di Voi lettori lo sappia, ma per quelli che non lo sanno, si tratta del primo astronauta Francese, anzi spazionauta, come li chiamano oltr’alpe, il primo tra l’altro non appartenente al “blocco orientale” a volare su di una navicella sovietica, la Sojuz ed il primo non statunitense e non sovietico, all’epoca, ad effettuare un EVA.

Quindi uno spazionauta-cosmonauta dai molti primati.

È nato a La Rochelle il 20 agosto 1938.

Ha frequentato il Liceo “Saint Charles” a Saint-Brieuc quello che in Francia è l’omologo del nostro istituto aeronautico G.Douhet in preparazione all’ingresso all’accademia dell’Armè de l’air cosa che è avvenuta nel 1959.

Entrato a far parte del Centre National d’Etudes Spatiales (CNES) nel 1980 e, a seguito egli accordi bilaterali tra il Presidente della Repubblica Francese Valery Giscard D’Esataing ed il Segretario Generale del PCUS Leonid Brezhnev, inserito nel programma spaziale congiunto Franco-Sovietico PVH (Premier Vol Habitè) volto, appunto, a mandare il primo francese in orbita.

Effettuò il primo volo nello spazio con la Sojuz T-6 il 24/6/1982 insieme ai Cosmonauti Vladimir Dzhanibekov e Alexendr Ivanchenkov. L’equipaggio raggiunse la stazione spaziale Saljut-7 dove soggiornò fino al 2/7/1982.

Successivamente tornò in orbita con la Sojuz TM-7 il 26/11/1988, nell’ambito della missione Franco-Sovietica ARAGATZ insieme con i Cosmonauti Alexandr Volkov e Sergej Krikalev. L’equipaggio raggiunse la Stazione spaziale MIR dove soggiornò fino al 21/12/1988. In questa missione, per la prima volta, un non americano ed un non sovietico effettuava un’EVA durata 5h e 57’ all’epoca un record mondiale.

Durante quest’ultimo volo, a seguito del maggiorato spazio che la versione TM consentiva, Chretien, esperto organista, fu in grado di portare nello spazio una tastiera elettronica Yamaha divenendo il primo occidentale a suonare nello spazio.

Lasciò la sua tastiera a bordo con la promessa di tornare a recuperarla e così fece durante la sua ultima missione, quella che avvenne, questa volta con lo Shuttle Atlantis, durante la missione STS-86 dal 25/9 al 5/10/1997.

Gli venne offerta, dalla NASA, la possibilità di tornare nello spazio, integrandolo nel corpo degli astronauti americani con conseguente rilascio della doppia cittadinanza. Dovette però rinunciare al suo quarto volo nel 2002, proprio pochi mesi prima del lancio, a causa di un incidente che gli lesionò alcune vertebre.

E, fin qui, la carriera, notevole del nostro Spazionauta-Cosmonauta-Astronauta così come la potrete trovare su Wikipedia o su qualsiasi sito enciclopedico.

Ma, legata ai suoi voli, Jean Loup Chretien volle conservare una busta da lettera, creata appositamente al suo primo volo spaziale, quello con Vladimir Dzhanibekov, in cui erano rappresentati due astronauti, un maschio ed una femmina sulle loro rispettive navi, uno, chiamato Ivan in costume tradizionale russo, l’altra, chiamata Marìe, con un basco in testa, un abito tricolore Blu, bianco e rosso con una sciarpa rossa al collo sullo sfondo di un disegno che rappresentava la torre Spasskaya del Cremlino di Mosca e la Tour Eiffel di Parigi.

Dentro questa busta, un passaporto americano, la licenza di pilota, l’onorificenza di Eroe dell’Unione Sovietica oltre a vari tesserini di riconoscimento.

Lo spazionauta francese non si separava mai da questi oggetti e li portava con sé anche durante i suoi lunghi e frequenti viaggi. Durante uno di questi, di ritorno dalla Cina, all’aeroporto parigino Charles De Gaulle gli venne sottratta la valigetta contenente proprio questa busta così preziosa.

I ladri, interessati al denaro e non a quella apparentemente insignificante busta coi documenti, la gettarono. Qualcuno la notò e la raccolse mettendola in una cassetta delle poste. E qui inizia il rocambolesco viaggio della busta di Jean Loup…

Un solerte impiegato delle poste parigine, notando la busta e le scritte in cirillico, pensò bene di mettervi sopra un bel francobollo e di spedirla a Mosca. Qui un altrettanto solerte impiegato postale russo, notando quello che era scritto nella busta, consumata dal tempo, pensò bene di inviarla al Museo della Cosmonautica di Mosca.

Jean Loup Chretien, persa ogni speranza di recuperare il maltolto, rimase molto sorpreso quando, dopo un bel po' di tempo dal furto, venne contattato da un funzionario del CNES che gli riferiva la notizia: il Museo della Cosmonautica di Mosca aveva la sua preziosa busta!

Il 13 aprile 2018 si è tenuto il concerto d'organo "I conquistatori del Cosmo" presso la Cattedrale cattolica romana di Mosca sulla Malaya Gruzinskaya, dove era presente Jean-Loup Chrétien. Sono stati invitati anche altri eroi delle spedizioni spaziali. E lì, sotto il tetto di una cattedrale gotica, alla presenza di colleghi e amici, il cosmonauta francese ricevette i documenti perduti.

Nel frattempo, Jean Loup aveva, ovviamente, rifatto tutti i documenti e quindi regalò gli originali al Museo moscovita, trattenendo però per sé l’onorificenza di Eroe dell’URSS.

Oggi Jean Loup Chretien può vantare di essere esposto ben due volte nel Museo della Cosmonautica. Una in un diorama (del quale ho scattato una foto durante la mia visita nel 2017), in cui è raffigurato durante un’esercitazione di sopravvivenza simulante un atterraggio in una foresta innevata, l’altra in una bacheca dove i preziosi documenti rubati e poi miracolosamente recuperati, sono esposti.

In questa storia è singolare un aspetto che ha quasi del miracoloso: una catena di eventi fortuiti hanno fatto sì che molte persone si siano prese cura di questa strana busta facendo fare ad Ivan ed a Marìe quel viaggio che, lo stesso Chretien, ha definito Un viaggio dell’anima perché, ha detto, se queste cose sono arrivate qui è perché un pezzo della mia anima è restato a Mosca.

Se siete curiosi di leggere l’articolo originale (in lingua russa), cliccate qui:

https://www.roscosmos.ru/38342/


ARTICOLO PUBBLICATO SULLA PAGINA FACEBOOK "LE STORIE DI KOSMONAUTIKA" IL 00/00/0000Link all'articolo su Facebook

Lo spazionauta Jean Loup Chretien

Patch della missione Franco-Sovietica PVH

Patch della missione Franco-Sovietca Aragatz

Il passaporto dello spazionauta francese

Il contenuto della "Busta miracolosa"

Il diorama esposto al Museo della Cosmonautica di Mosca dov'è raffigurato l'equipaggio della Sojuz T-6 (Foto dell'autore)

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