un giornalista in tuta spaziale

Intervista ad Alexandr Alexandrovic Misurkin

Internet, a volte, è un posto incredibile dove si possono incontrare, sebbene virtualmente, persone eccezionali. Alexandr Misurkin è una di quelle persone gentili e disponibili che è veramente un piacere incontrare.

Nato ad Ershiki, in Russia, il 23 settembre 1977, è stato un pilota istruttore di 1^ classe decorato dalla VVS. Selezionato come Cosmonauta nel 2006, ha trascorso 346 giorni, 7 ore e 4 minuti nello spazio volando con le Sojuz TMA-08M, MS-06 e MS-20. Ha effettuato quattro EVA restando nello spazio esterno per 28 ore e 14 minuti. Si è recentemente congedato dal corpo dei cosmonauti ed attualmente si occupa di giornalismo. È stato corrispondente della TASS durante il suo terzo volo spaziale. Presenta una seguitissima rubrica, curata dal Museo della Cosmonautica, che si intitola “lo spazio non aspetta” (космос не ждёт). È divorziato, ha due figli ed è uno sportivo che pratica il Badminton, lo sci ed il karting.

Ho approfittato della sua gentilezza rivolgendogli quattro domande, soprattutto incentrate sulla particolare configurazione prevista per la Sojuz durante i voli con passeggeri. In queste particolari missioni “turistiche”, le manovre relative ad un possibile attracco manuale, invece di essere divise tra il comandante (seduto al centro) ed il pilota posizionato nel sediolino di sinistra, vengono interamente trasferite al comandante per mezzo di uno speciale dispositivo a distanza visto in azione la prima volta con il Comandante Anton Shkaplerov durante il volo della Sojuz-MS19 che portò sulla ISS l’attrice Yulia Peresild ed il regista Klim Shlipenko. Ne ho già accennato in un mio precedente articolo, ma ora sentiamo direttamente da chi queste procedure ha studiato davvero di che si tratta…

Alexandr Alexandrovic Misurkin.

Cosmonauta n.116

Salve Alexander Alexandrovic, grazie per aver accettato di rispondere a queste domande. Iniziamo subito con la prima.

 

D - La missione della Sojuz Ms-20 ha portato in orbita due passeggeri: l’imprenditore giapponese Yusaku Maezawa ed il suo assistente Yozo Hirano. Non è la prima volta che sulla cosmonave russa Sojuz prendono posto dei “passeggeri paganti”, ma è la seconda volta che il comandante è l’unico in grado di pilotare la navicella, l’unico in grado di intervenire nell’eventualità di un malfunzionamento del sistema “Kurs-M” durante le fasi dell’aggancio alla ISS. La prima volta toccò ad Anton Shkaplerov che volò verso la ISS insieme all’attrice Yulia Peresild ed al regista Klim Shlipenko. Per l’occasione ha debuttato un “comando a distanza” che viene usato dal comandante per eseguire tutte le manovre, anche quelle di competenza del primo ufficiale, durante l’attracco manuale. Alexander Alexandrovic, ci potete parlare di questo dispositivo? Che caratteristiche ha e se ha un nome (od una sigla), come si chiama?

 

R - Questo telecomando si chiama POVK – (ПОВК - Пульт Особо Важных Команд – Telecomando di funzioni vitali).

Poiché l'UKP 1 (УКП 1 Участник Космического Полета - il partecipante al volo spaziale nel sedile di sinistra) non ha la formazione per impartire questi comandi, se necessario, dal pannello HVAC situato sulla console (si tratta del pannello di navigazione conosciuto anche come Neptune), si è deciso di spostare i pulsanti per l'emissione di questi comandi su una console separata, che durante le operazioni critiche dovrebbe essere nelle mani del Crew Leader.

 

D - Dover fare tutto da solo durante la manovra di avvicinamento presuppone un addestramento più intenso per il comandante della missione. Ma per i due passeggeri, che tipo di addestramento è previsto? Sarebbero in grado, in caso di emergenza, di manovrare la nave? Ci potete raccontare qualcosa di queste sessioni?

 

R - Oggi assistiamo a una tendenza abbastanza prevedibile e comprensibile verso una riduzione della durata della preparazione degli UKP (turisti) per un volo spaziale. Se inizialmente la loro preparazione richiedeva quasi un anno, in seguito si è scesi a 6 mesi fino ad arrivare agli attuali 3 mesi. È un corso molto intensivo, ma il controllo del veicolo spaziale non è incluso in esso.

La funzionalità della navicella Sojuz e un livello di ridondanza senza precedenti consentono una sicura discesa dall'orbita anche nell'ipotetico caso di incapacità del comandante dell'equipaggio. Quindi in caso di emergenza, la navicella farà tutto da sola.

Il display del comandante modificato con la vista che di solito è presente sullo schermo del pilota di sinistra.

Il dispositivo POVK che consente al Comandante della Sojuz di poter effettuare tutte le manovre di attracco manuali senza l'ausilio di un pilota.

D - Comandante Misurkin, voi avete trascorso 346 giorni, 7 ore e 4 minuti nello spazio; inoltre avete effettuato EVA per 28 ore e 14 minuti. Nei prossimi giorni anche la nostra astronauta Samantha Cristoforetti effettuerà la sua prima EVA, tra l’altro con una tuta Orlan. Sembrerebbe una domanda banale chiedervi cosa ha provato la prima volta che è uscito all’esterno della stazione spaziale. Invece vorrei chiedervi che sensazioni ha avuto le altre volte che è uscito all’esterno. Cioè se vi è sembrata una cosa più di routine oppure se avete avuto le stesse emozioni della prima volta.

 

R - Le passeggiate spaziali sono la parte che preferisco delle attività spaziali, ma allo stesso tempo la più difficile e carica di responsabilità.

Penso che all'attuale livello di sviluppo tecnologico, ogni passeggiata spaziale sia le stesse sensazioni della prima. La preparazione all'uscita e le operazioni dopo l'uscita richiedono circa 200 ore di lavoro. Ho imparato che non ci sono dettagli secondari in questa preparazione: tutto è molto importante. E nonostante una preparazione così attenta, c'è sempre la possibilità che qualcosa non vada come previsto.

Pertanto, ogni uscita richiede la massima compostezza e un lavoro di squadra ben coordinato.

E di solito c'è poco tempo per le emozioni nel processo di uscita. Nelle mie quattro uscite, ho avuto solo qualche momento di riposo, dove ho potuto lasciarmi andare alla contemplazione della Terra e dello spazio intorno a me; ma anche questi momenti valgono decisamente la pena!

Misurkin durante una delle sue quattro EVA

D - Ultima domanda, anche se ve ne farei un milione, ma non voglio abusare della vostra grande cortesia. La missione Sojuz MS-20 è stata la vostra ultima volta nello spazio. Si dice che si è piloti per sempre e, penso, che la stessa cosa valga per i cosmonauti. Sebbene voi siete ancora giovane, vi siete congedati dal corpo dei cosmonauti. Non avete nostalgia del cosmo? Tornereste, anche da passeggero, nello spazio?

 

R – Nella mia anima resto, come hai giustamente detto, sia un pilota che un astronauta.

Tornerò con entusiasmo a fare il cosmonauta se sarà richiesta la mia esperienza e se sorgeranno nuove sfide interessanti, sia che si tratti di cosmonautica privata (commerciale) o statale.

 

Vi ringrazio, Alexandr Alexandrovic, per la vostra cortesia e per la disponibilità dimostrata nel rispondere a queste domande. Vi auguriamo successo nel lavoro di giornalista ed in tutti i traguardi che vorrà raggiungere nella vostra vita professionale. Auguri di salute e felicità per la vostra famiglia. Grazie di cuore!
Piccola nota:

In russo ci si rivolge alle persone con nome e patronimico ( quindi non "signor Misurkin" ma "Alexandr Alexandrovic". Al massimo con un titolo per esempio "comandante", ma per la circostanza non sarebbe stato appropriato). Seconda cosa, ci si da del voi e non del lei.

La fortunata rubrica condotta da Misurkin a cura del Museo della Cosmonautica

L'equipaggio della Sojuz MS-20: Misurkin, al centro, Yozo Hirano, a sinistra e Yusaku Maezawa, a destra.

Misurkin e Van De Hei. Nello spazio non esistono bandiere.

ARTICOLO PUBBLICATO SULLA PAGINA FACEBOOK "LE STORIE DI KOSMONAUTIKA" IL 12/07/2022
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