Mostrati i prototipi della nuova navicella pilotabile PTK-Orjiol

Durante una riunione, tenutasi il 21 ottobre 2024 presso gli stabilimenti di RKK Energia, si è fatto il punto sullo stato di realizzazione della stazione spaziale russa ROS

Erano presenti, in rappresentanza di Roscosmos, Yuri Borisov, Direttore Generale, Sergei Krikalev, consigliere capo e rappresentante federale per la cooperazione internazionale, e Vladimir Solovyov, responsabile del settore voli umani oltre che i principali contraenti dell’agenzia spaziale federale ed alcuni cosmonauti.

Nel ribadire la tabella di marcia che vedrà il lancio del modulo NEM nel 2027 per mezzo della versione A5M del lanciatore Angara, si è stabilita anche la stretta collaborazione tra i fruitori finali dei veicoli spaziali, gli stessi cosmonauti, e le aziende coinvolte nel progetto.

Ma la riunione è stata l’occasione per vedere, per la prima volta, in vari stadi di costruzione le componenti del nuovo veicolo pilotato PTK-Orjol (Aquila). 

La riunione svoltasi il 21/10/2024 presso gli stabilimenti di RKK Energia, Si notano, a destra, Sergei Krikalev ed, a sinistra, Vladimir Solovyov. Credito: RKK Energia 

Cosa hanno mostrato

Fino ad oggi della navicella destinata a sostituire la gloriosa Sojuz, in servizio dal 1968, si erano visti solo alcuni mock-up ed un simulatore di volo.
Sebbene il progetto venisse, periodicamente, rivisto per adattarlo alle mutevoli disponibilità di budget destinato al progetto, con la formalizzazione della tabella di marcia per la costruzione della ROS, lo sviluppo della Orjol ha decisamente preso un’accelerazione.
Per la prima volta sono stati mostrati il modulo propulsivo (DO dal russo Dvigatelny Otsek) e vari esemplari, destinati ai test dinamici e statici, della sezione abitativa (KO dal russo Kommandy Otsek) che integra la sezione di rientro e la zona destinata alla permanenza nello spazio dell’equipaggio.

Si è visto anche il modulo contenente le apparecchiature di supporto (AO dal russo Agregatnyy Otsek) con le caratteristiche zampe per l’atterraggio morbido

Una componente che, nelle varie versioni studiate del progetto, non era sicuro venisse implementata nel rilascio definitivo.

Tra i cosmonauti presenti, Oleg Novitskij, recentemente rientrato dalla sua quarta missione sulla ISS e che ricordiamo tra i protagonisti del film, parzialmente girato in orbita, “The Challenge”.
Solo un cosmonauta con esperienza di volo può mostrare come dovrà essere equipaggiata la futura navicella spaziale”, ha affermato stigmatizzando l’importanza del ruolo che i futuri utilizzatori del nuovo veicolo hanno nello sviluppo delle componenti ergonomiche dello stesso.

Da sottolineare anche il ruolo di Oleg Artemyev nelle sessioni al simulatore per ottimizzare tutte le componenti dell’avionica digitale interna ed il collaudo delle nuove versioni delle tute Sokol.

Il Cosmonauta Oleg Novitskji a fianco ad uno dei prototipi della Orjiol. Credito: RKK Energia 

Due esemplari della sezione VA/KO della Orjiol esposti negli stabilimenti di RKK Energia. Credito: RKK Energia 

La copertura esterna del modulo propulsivo DO. Credito: RKK Energia 

L'interno del modulo DO con i serbatoi dei propulsori. Credito: RKK Energia 

La sezione AO con le caratteristiche zampe per l'atterraggio. Credito: RKK Energia 

Il Cosmonauta Oleg Artemev testa la strumentazione digitale di bordo e le nuove tute Sokol presso il GCTC. Credito: Roscosmos 

Come sarà la Orijol

Ma come sarà fatta la nuova navicella spaziale russa?
Sostanzialmente lo schema ricalca quello della Orion statunitense o della Mengzhou cinese e della Gaganyaan indiana: una sezione abitativa (KO/VA), di forma conica, destinata anche al rientro dell’equipaggio, un modulo di servizio (AO) con la struttura di atterraggio, uno scudo termico,  la sezione motori (DO) ed i pannelli solari oltre che al sistema di attracco.
Per quest’ultimo componente se dapprima si era orientati a mantenere il classico meccanismo androgino SSVP tipico delle Sojuz e Progress, il venir meno delle limitazioni dovute all’applicazione di un fairing aerodinamico avvolgente, ha fatto preferire l’adozione di un sistema non androgino (APAS) compatibile con l’IDS (International docking system) in uso da USA, Cina ed India e che, va ricordato, è un brevetto Russo-americano derivato dai sistemi della missione Apollo-Sojuz, prima, e Shuttle-Mir, poi.

Il tutto, per un peso al lancio di 17,8 tonnellate e la capacità di trasporto da 2 a 6 cosmonauti.

La PTK-Orjol potrà essere riutilizzata fino a 10 volte.

Schema della PRK-Orjiol. Credito: Roscosmos 

Rappresentazione 3D dell'interno della sezione VA/KO. Credito: Roscosmos 

Varianti

Per la Orjol sono allo studio diverse varianti.

Il progetto originale prevedeva che la nave spaziale, come la Orion, fosse destinata ai voli da e per la Luna; quindi dotata di uno scudo termico più avanzato in grado di resistere a rientri dalla seconda velocità spaziale (11,2 Km/s). 

Ma si è pensato anche a versioni scalate per esigenze diverse come i voli da e verso la ROS ed adattabili a lanciatori di classe più leggera rispetto all’Angara A5P.

La versione destinata alla ROS, ad esempio, sarà dotata di una sezione propulsiva ridisegnata in grado di poter essere implementata con una sezione cargo aggiuntiva (DGO), posizionata in coda al modulo DO, dotata di un suo sistema d’attracco autonomo e che può essere separata dal resto della nave.

Un’altra versione allo studio, che eviterebbe il ricorso ad un lanciatore superpesante (Yenisei) per i voli nell’orbita lunare, è la cosiddetta Orjolok, cioè aquilotto.

Si tratta di una versione alleggerita, priva della sezione AO e quindi del sistema con le zampe di atterraggio, in grado di portare due cosmonauti nell’orbita lunare. Per una missione del genere, con un veicolo così alleggerito (8,2 tonnellate), saranno necessari due lanci di Angara A5P: uno con la Orjol e l’altro con il modulo propulsivo per l’inserimento nella traiettoria translunare.

Per i voli verso la ROS, data la peculiare inclinazione orbitale (circa 97° sull’Equatore), la Orjol verrà lanciata esclusivamente da Vostochnij con l’utilizzo del lanciatore Angara A5P. La versione leggera Orjolok potrà anche essere lanciata, verso orbite più equatoriali, anche da Baikonur per mezzo del futuro lanciatore medio Sojuz-5.
Il primo volo della nuova nave spaziale è previsto per il biennio 2027-2028, in concomitanza con il programmato lancio del modulo NEM, primo mattone della stazione spaziale nazionale ROS.

La Versione Orjiol-ROS in configurazione cargo/equipaggio e solo cargo. Credito: Russianspaceweb 

ARTICOLO PUBBLICATO SULLA PAGINA FACEBOOK "LE STORIE DI KOSMONAUTIKA" IL 25/10/2024
ed, in lingua inglese, su www.Spacevoyaging.com

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