Sojuz GVK: la Progress che ritorna…
22 agosto 2019. Cosmodromo di Baikonur.
Un lanciatore Sojuz 2.1a lancia verso la ISS una nuova nave spaziale della serie Sojuz MS.
Questa volta, però, non c’è nessuno a bordo, nessuno tranne il robot antropomorfo Skybot F-850 soprannominato Fjodor, ma di lui vi parlerò un’altra volta.
Priva di sistema di sostentamento vitale, ha collaudato il lanciatore 2.1a per i voli umani testando le modifiche necessarie per adattare il sistema di aborto del lancio SAS con questo veicolo.
Il robot Skybot-F850 "Fjodor" dentro la Sojuz MS-14
Ma, soprattutto, la MS-14 è servita come banco di prova di un nuovo sistema di trasporto che, al pari della Dragon V2, sarebbe in grado di riportare a terra fino a 500 Kg di materiale.
Questo veicolo si chiama Sojuz GVK.
Era il 1999 quando RKK Energia iniziò a pensare ad un veicolo cargo in grado di restituire materiale dalla ISS a terra.
Non era una novità: già dai tempi delle Saljut, veniva utilizzato il vano del meccanismo di rientro come capsula di ritorno di materiale vario da restituire a terra chiamata.
Questo dispositivo era chiamato BVK ma, date le esigue dimensioni del vano, si potevano restituire solo pochi chilogrammi.
Schema del profilo di rientro del dispositivo di ritorno BVK
Il dispositivo di rientro BVK (sezionato) esposto al museo di RKK Energia
l primo progetto della GVK prevedeva l’assenza del vano serbatoi del modulo di servizio e l’allargamento della sezione BO per aumentare la capacità di carico verso la ISS. Di contro, la sezione di rientro SA veniva utilizzata per restituire a terra, invece dei cosmonauti, circa mezza tonnellata di materiale.
Successivamente il progetto è stato radicalmente semplificato lasciando pressoché invariata la struttura della Sojuz con la sola assenza dei sistemi di sostentamento vitale a bordo della sezione di rientro e della torre SAS nel lanciatore.
In questa configurazione, la Sojuz GVK, lanciata dalla versione 2.1b del vettore Sojuz 2, può trasportare 2 tonnellate di materiale verso la ISS e riportare 500 Kg.
La sua autonomia è 30 giorni di volo autonomo oppure 370 giorni di volo agganciata alla ISS.
Il suo primo volo ufficiale era previsto nel 2022 ma il programma, dopo il volo con successo della Sojuz MS-14, è stato sospeso.
La Sojuz MS-14 ovvero come sarebbe stata la Sojuz GVK
Dal suo sviluppo, però, è nato il veicolo Progress-M-UM che ha trasportato il nodo Prichal verso la ISS; si trattava, in sostanza, di una Progress senza la sezione SA e la sezione BO con, al loro posto, un adattatore per il trasporto del nodo da consegnare alla stazione spaziale.
Per il futuro la versione TGKM della nuova navicella Orjol, destinata al trasporto dei nodi ShM ed UM della stazione ROS, ricalcherà la stessa filosofia della versione M-UM della Progress. Ma anche di questo nuovo veicolo da trasporto ve ne parlerò un’altra volta.
La Progress M-UM con il modulo Prichal agganciati alla ISS