L’Europa con Themis sfida Cina e Giappone sui razzi riutilizzabili: sfide, prototipi e futuro dei lanciatori spaziali.
L’Europa muove i primi passi concreti verso la riutilizzabilità dei razzi. L’Agenzia Spaziale Europea, affiancata da Ariane Group, sviluppa Themis, un dimostratore tecnologico grandezza naturale per il primo stadio di razzi. Non è ancora pensato per portare satelliti in orbita. Serve piuttosto a validare motore, struttura, controlli di volo, atterraggio e riaccensione.
Il cuore di Themis è il motore Prometheus, alimentato a metano e ossigeno liquido, progettato per essere economico, efficiente e soprattutto riutilizzabile. Con i suoi circa 28 metri di altezza e 3,5 metri di diametro, il dimostratore ricorda da vicino i booster americani, ma è concepito per svolgere voli suborbitali chiamati hop test: brevi salti verticali in cui il razzo decolla, raggiunge poche centinaia di metri di quota e poi torna a terra, appoggiandosi sulle gambe di atterraggio retrattili. Attraverso queste prove ESA intende verificare la capacità di accendere e spegnere il motore più volte, controllare la discesa e atterrare con precisione in un’area ristretta di poche decine di metri.
Ancora non ci sono date definite per i test di volo, proprio in questi giorni è stata diffusa una foto del dimostratore tecnologico posizionato sopra la piattaforma di test Esrange Space Center di Kiruna, in Svezia.
In Cina, LandSpace con ZhuQue-3 è un altro contendente serio: capacità simili per carico utile, uso di metano liquido, obiettivi di riutilizzo. ZhuQue-3 punta a entrare sul mercato rapidamente. Ha già effettuato un test con un dimostratore tecnologico che ha raggiunto i 10 Km di altitudine rientrando con la massima precisione sulla piattaforma di atterraggio.
Space Pioneer con Tianlong-3 ha superato recentemente un test di spinta completo del primo stadio – quasi mille tonnellate, nove motori, ground test su piattaforma offshore – ed è previsto un volo orbitale entro fine anno. Questo razzo è progettato per essere parzialmente riutilizzabile: primo stadio recuperabile e volumi di lancio commerciali ambiziosi.
Immagine: ZhuQue-3 VTVL-1 durante il primo test, il 19/1/2024. Credito: Landspace
Immagine: Tianlong-3 durante il test da banco (static fire) con motori accesi e spinta dichiarata ~1000 tonnellate.
Anche il Giappone non rimane a guardare. Pochissimi mesi fa Honda ha sorpreso il settore annunciando e realizzando il volo di un piccolo prototipo riutilizzabile. Lungo poco più di sei metri e dal peso di poco superiore alla tonnellata, il dimostratore è riuscito a decollare, raggiungere circa 270 metri di altitudine e tornare a terra con una precisione sorprendente: meno di mezzo metro di scarto dal punto di atterraggio previsto.
Naturalmente si tratta di un progetto molto più contenuto rispetto a Themis, ma serve a validare le tecnologie di base per il controllo del volo e la stabilità in fase di discesa. Honda punta a un primo volo suborbitale entro il 2029, a testimonianza della volontà giapponese di inserirsi in questo nuovo mercato.
Toyota vuole essere della partita finanziando, tramite la controllata Woven By Toyota, Interstellar Technologies, una startup giapponese specializzata in razzi a basso costo. L'obiettivo è applicare le efficienti metodologie di produzione automobilistica di Toyota alla produzione di razzi, puntando a rendere i viaggi spaziali più accessibili e scalabili.
Immagine: Il dimostratore tecnologico Honda durante il test avvenuto il 18/6/2025
Se confrontiamo questi tre approcci, emergono chiaramente le differenze. Themis è un prototipo di grande scala, più vicino a un vero e proprio primo stadio orbitale, con l’obiettivo di accumulare esperienza e gettare le basi per futuri razzi europei riutilizzabili. La Cina procede con aggressività, forte della spinta delle aziende private e della capacità di attrarre capitali, ma deve ancora dimostrare di saper garantire la stessa affidabilità operativa di SpaceX. Il Giappone, con Honda, ha scelto una strada più prudente, partendo da prototipi molto piccoli e puntando sulla precisione dei controlli più che sulla potenza.
Per l’Europa la sfida è cruciale. Quindici anni dopo il primo lancio del Falcon 9 di SpaceX, senza un razzo riutilizzabile rischia di restare indietro in un settore sempre più competitivo, in cui i costi per chilogrammo in orbita si abbassano rapidamente. Themis non è la risposta definitiva, ma rappresenta un passaggio fondamentale. Dimostrare che anche il Vecchio Continente è in grado di sviluppare e padroneggiare questa tecnologia sarà la chiave per assicurare all’Europa l’autonomia di accesso allo spazio nel prossimo decennio.