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La boria di Kim Jong-Un

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Kim Jong-Un, nato a Pyongyang l’8 gennaio 1983, è un politico, militare e dittatore della Corea del Nord. È il primo capo di Stato nordcoreano a essere nato dopo la fondazione del Paese. Prima di assumere tale incarico, è raramente comparso in pubblico e molte informazioni su di lui, dalla sua data di nascita al periodo d'istruzione all'estero, rimangono incerte.

Il culto della personalità, una tradizione eterna

La leadership di Kim Jong-Un ha continuato l’usanza familiare del culto della personalità, che di norma caratterizza gli Stati totalitari o le nazioni che hanno sperimentato di recente una rivoluzione. Il capo è stimato spesso come "liberatore" o "salvatore" del popolo, il quale eleva questi a un livello quasi divino.

Kim Jong-un si esalta nel culto della personalità, ha infatti chiesto di rimuovere dai muri le foto del padre, Kim Jong-il (nominato alla sua morte “segretario generale eterno” del Partito del lavoro di Corea) e del nonno Kim Il-sung (morto nel 1994 e ora elevato a rango di "presidente eterno" della Repubblica popolare di Corea). Il culto della famiglia è approdato anche nella branca della botanica: due i fiori che prendono i nomi dei dittatori nordcoreani: la kimilsungia, un’orchidea, e la kimjongilia, una begonia.

La corea del nord, in grave crisi alimentare, chiede letteralmente ai cittadini di «mangiare meno»

La Corea del Nord dall'inizio della pandemia Covid (quindi da inizio 2020) ha chiuso le frontiere e vietato tutte le importazioni di merci dalla Cina, ma oggi si trova alle prese con una grave carenza di generi alimentari. Le autorità hanno avvertito la popolazione di prepararsi a una situazione economica peggiore di Arduous March, il nome coreano della carestia 1994-1998 che secondo varie stime uccise milioni di persone. “La situazione alimentare già in questo momento - sottolineano le fonti citate dal britannico Express - è un'emergenza e le persone stanno lottando con la carestia. Quando Kim Jong-un dice che i coreani devono consumare meno cibo fino al 2025 questi non fanno altro che provare una grande disperazione. Alcuni dei residenti dicono che la situazione, in questo momento, è così grave che non sanno nemmeno se potranno sopravvivere al prossimo inverno”.




Chiara Di Mattia

Marianna Serafini

Michela Xhajku