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Individuare un paese, una città, uno stato che rappresenti per tutti l'ideale di libertà è un'impresa ardua. Ognuno di noi quasi sicuramente ha un posto in cui si sente libero, si sente a casa anche se casa sua non è: per questo ogni luogo è speciale per qualcuno ma, allo stesso tempo, può non esserlo per un'altra persona. Perciò in questo articolo non troverete una sola località in cui andare per sentirsi liberi, ma un paio di luoghi scelti a partire da “luoghi-simbolo” che ognuno di noi può ricollegare al senso della libertà. Quali sono quindi le mete migliori per un viaggio? Partendo dal presupposto che già il viaggio stesso è libertà, e non solo, e che ognuno di noi quando va in vacanza ha delle preferenze. C'è chi, ad esempio, ama il mare, che solo a guardarlo da un senso di infinità: non ne vediamo i confini, vediamo solo il suo colore azzurro che si fonde all'orizzonte con il blu del cielo, e tutto ciò, assieme al rumore delle sue onde, crea una sensazione di grandissimo rilassamento e apre la mente ad un mare, appunto, di pensieri. Se tutto ciò è quello che cercate, allora potete recarvi ad Amalfi, in Campania. E' la città più grande della Costiera Amalfitana, la più antica repubblica marinara italiana. Luogo, questo, che offre molto di più di un semplice paese balneare. Oltre al mare, infatti, c'è l'obbligo di visitare la Cattedrale di Sant'Andrea, situata accanto alla piazza principale del paese. Per entrarci, però bisogna salire una rampa composta da ben sessantadue scalini. L'edificio fu fatto costruire accanto ad un'altra chiesa dal duca Mansone nel '987; le due costruzioni furono poi unite poco dopo, anche se poi, nel periodo successivo alla controriforma i due originari edifici sacri tornarono ad essere distinti e quello più antico divenne la basilica del Crocifisso. Una leggenda riguardante la cattedrale ci racconta che Francesco D'Assisi venne in questo edificio per venerare delle reliquie e rimase in città per due anni, durante i quali fondò il convento di Santa Maria degli Angeli, poi dedicato a Sant'Antonio. Da visitare è il Rione Vagliendola dove possiamo trovare le vecchie abitazioni aristocratiche, Piazza dello Spirito Santo, uno dei luoghi più caratteristici di Amalfi, e anche il Museo della Carta, dove sono conservate le macchine che venivano utilizzate in quest’area per produrre la carta: la tradizione cartaria amalfitana è infatti una delle più importanti del mondo. Se invece cercate altre emozioni e siete più dei “tipi” da montagna, che con la sua altezza e la sua imponenza vi fa sentire forti ma allo stesso tempo leggeri come una piuma, donandovi un senso di tranquillità e di libertà che nessun'altra cosa riesce a trasmettervi, potete recarvi a Sestriere, il borgo “più alto” d'Italia: situato ad un'altezza di duemilatrentacinque metri e con i suoi novecentoventinove abitanti, è un paradiso per gli amanti della neve. Il suo nome deriva dalla “Petra Sextreria”, ovvero la sesta pietra tra quelle che venivano utilizzate per misurare la distanza, in miglia, da un determinato punto, ed in questo caso, da Torino. Le origini di Sestriere sono molto recenti: il comune sorse infatti per un decreto il 18 ottobre 1934 sui terreni dell'ex comune di Champlas du Col, che diventò una frazione. Nel 1930 Giovanni Agnelli, il fondatore della FIAT, che aveva acquistato per 40 centesimi al metro quadrato i terreni, fece costruire, grazie anche ad un progetto di Vittorio Bonadè Bottino, due alberghi, denominati “le torri”, con anche tre funivie. Nel 1935 fu disegnato lo stemma, una banda nera ed una verde con in mezzo un paio di sci a rappresentare la funzione di stazione invernale di Sestriere, e il primo podestà fu Paolo Frà. La seconda guerra mondiale bloccò il turismo e danneggiò gli impianti, che però furono ricostruiti negli anni cinquanta, con l'aggiunta anche di sciovie e seggiovie. Nel 1997 è stata sede dei mondiali di sci, e nel febbraio 2006 ha ospitato le gare di sci alpino dei Giochi olimpici invernali. In questo piccolo paese ci sono da visitare: la chiesa di sant'Antonio Abate, risalente al XI secolo, ma ricostruita nel 1839 e in seguito restaurata; la chiesa di Sant'Edoardo, voluta da Agnelli in memoria del figlio morto in un'incidente aereo. Il progetto fu affidato a Bottino che volle dare all'edificio uno stile pseudo-romanico. Altro luogo d'interesse è la Cappella della regina Pacis costruita per ricordare i caduti della Val di Susa nella prima guerra mondiale. Infine possiamo osservare un obelisco eretto nel 1914 per commemorare la strada fatta costruire cento anni prima da Napoleone per mettere in comunicazione il Piemonte e l'Alta Savoia. L'obelisco fu distrutto nel 1950 per fare spazio ad altri edifici ma fu poi ricostruito nel 1987.
Stefano Tassoni