Lo zibaldone delle recensioni

La vita è bella

“Buongiorno principessa!”, questa una delle frasi più belle ed iconiche del celebre film la vita è bella, realizzato nel 1997 da Roberto Benigni (uno dei più grandi attori e registi italiani mai esistiti) e vincitore nel 1999 di ben 3 premi Oscar su 7 candidature, e dato che oggi, 27 gennaio 2024, è la Giornata della memoria quale giorno migliore per parlarne. La vita è bella è un film che parla della seconda guerra mondiale e dell’olocausto visti dagli occhi di un bambino ebreo, di nome Giosuè, deportato dai nazisti con la sua famiglia in un campo di concentramento, e anche se può sembrare un tema molto triste, tragico e deprimente, Benigni riesce a renderlo leggero e addirittura comico in alcune parti e anche per questo adatto alla visione di ogni età come a differenza di molti altri film con lo stesso tema come: Il bambino col pigiama a righe o Shindler list per citarne alcuni. Il film ci racconta la storia di Guido, italiano di origine ebraica, che fa di tutto e di più per far colpo su Dora, una maestra delle scuole elementari conosciuta per puro caso, destinata a sposare Rodolfo, un uomo ricco e borghese. Guido cerca di far capire a Dora il suo amore con apparizioni inaspettate e risate, e alla fine riesce a sottrarla, durante una festa, da Rodolfo, facendola salire su un cavallo bianco e portandola via. I due, in seguito, si sposeranno e avranno un figlio di nome Giosuè. Di lì a poco, vengono istituite in Italia, da Mussolini, le leggi razziali e Guido, come tutto il resto della popolazione ebraica presente in Italia, viene deportato in un campo di concentramento insieme a suo figlio, e la moglie li seguirà per amore. Successivamente, una volta deportato e smistato nel lager, Guido conoscerà le terribili sorti che il suo popolo è costretto a patire, e tutto ciò introdotto con l'immediata uccisione di un suo zio anziano di nome Eliseo. Ma nonostante tutto farà credere al piccolo Giosuè di trovarsi alle prese con un gioco a eliminazione, il cui premio finale è un carro armato vero. Il film di Benigni è un film molto bello e davvero molto commovente, e, per quanto sia complicato il tema trattato, Benigni riesce a inserire molte parti comiche dove può sembrare non necessario, ma che contemporaneamente rendendo il tutto meno tragico e molto più leggero: un esempio può essere la scena in cui arriva nel campo di concentramento con il figlio, a cui aveva detto che quello che stavano vivendo era tutto un gioco a punti dove chi raggiungeva mille punti vinceva un carro armato vero oppure quando un tedesco gli grida contro le regole del lager e lui cambia, nella sua unica comicità, la traduzione a modo suo per il figlio. Il film ci fa conoscere molto l’Italia nel periodo della seconda guerra mondiale, la deportazione degli ebrei nei campi di concentramento e il modo in cui venivano trattati gli ebrei in Italia. Credo che Benigni non potesse creare film migliore di questo dove, con il suo stile inconfondibile, riesce a sovrapporre la drammaticità e la comicità in una maniera unica come solo lui sa fare e penso anche che questo sia uno dei migliori spunti da prendere per riflettere su questa giornata e per non dimenticarci di tutte le atrocità che sono accadute alla popolazione ebraica in quegli anni orrendi dove a regnare erano solo il buio, il terrore e la paura.

Mattia Maloni