Interamniae populus

Prima del liceo

Il nuovo palazzo del “Convitto Nazionale Melchiorre Delfico”, che includeva il Liceo Classico, fu solennemente inaugurato nell’anno 1934. In stile Liberty, su progetto dell’ascolano Vincenzo Pilotti, ricordato, inoltre, per aver eretto il palazzo delle Poste centrali a Teramo, in via Paladini, molto somigliante per architettura al palazzo del Liceo, il palazzo Muzii-Castelli in Corso Cerulli, con pitture di Ernesto Aurini, e la Villa Camilla di Muzio Muzii a Nepezzano, compreso il Liceo Classico “Gabriele D’Annunzio” di Pescara, coevo a quello teramano. 

L’edificio scolastico teramano venne eretto in uno dei quattro quartieri storici della città, Santo Spirito. Si rammenti che i quattro quartieri storici cittadini sono, in ordine di vetustà, San Leonardo, Santa Maria a Bitetto, Santo Spirito e San Giorgio. Ogni quartiere possiede tutt’oggi un proprio gonfalone. Per il quartiere di Santo Spirito, che comprende i rioni di Porta Romana e della Misericordia, il gonfalone da prendere in esame raffigura la Torre dell’Ospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma, da cui, intorno al secolo XII, partì un pellegrinaggio diretto verso la città di Teramo, inviato per fondare un Ospedale dei Pellegrini e Confraternita. La chiesa del Santo Spirito a Teramo fu consacrata in quel secolo dai pellegrini romani di Santo Spirito in Sassia, e, nei sotterranei di essa, fu fondato un cimitero molto vasto. La chiesa, assai modificata architettonicamente nei secoli successivi, in stile barocco, si erge nella sua interezza dirimpetto al Largo del Proconsole (che prende il nome dall’opera in bassorilievo di epoca romana impressa sul muro esterno della sacrestia, che raffigura Sor Paolo Proconsole, antico paladino delle proteste cittadine. Veniva infatti inserita una pergamena all’interno della mano, per manifestare le proprie lamentele). Dalla chiesa del Santo Spirito, parte il lungo Corso di Porta Romana, dell’omonimo rione sottostante al nostro Liceo. Esisteva un’antica porta di accesso cittadino, così chiamata per la strada che conduceva all’Urbe. La Porta Romana fu demolita nel 1827, all’interno del piano di abbattimento delle antiche mura e delle antiche porte cittadine. La prima ad essere demolita fu la Porta San Giorgio o Porta Pietrosa, all’inizio dell’omonimo corso, sostituita con il famigerato Due di Coppe, opera di Carlo Forti e Domenico Marinari, risalente al 1830, che ora giace nei suoi vasi nella Villa Comunale. La Porta Romana fu l’ultima ad essere demolita. Appena fuori la Porta Romana insisteva la piccola chiesa della Madonna del Riparo, che, festeggiata l’ultima domenica di ottobre, prevedeva, per gli abitanti di Porta Romana, di uccidere e spolpare i maiali neri. La chiesa fu demolita nel 1863, e ricostruita nel 1867, delocalizzandola sul corso ad angolo con via Taraschi, per volontà della famiglia Rozzi, e che, presenta degli affreschi di Gennaro Della Monica, ora sconsacrata e purtroppo fortemente danneggiata dal sisma del 2009. Nell’800, il Corso di Porta Romana si presentava come un rione di gente che viveva in condizioni igienico-sanitarie davvero precarie. Era l’unico quartiere in città a non possedere le assi di legno negli orti, che servivano ai bisogni fisiologici, e, quindi la gente era costretta ad espellere i propri bisogni sulla pubblica strada, causando svariate lamentele dei pochi agiati che popolavano il quartiere. A Porta Romana si viveva da pezzenti, nei fondaci e nelle cantine, con pochi viveri. Molto diffuso era anche il meretricio, che concerneva una cinquantina di donne impiegate in tali scandali. A Porta Romana c’è l’assai vetusta chiesa di San Domenico, che comprende l’omonimo convento di Padri Pallottini, che ha caratterizzato, per secoli, la vita religiosa e culturale del rione. I pochi Signori erano appartenenti alle famiglie De Mattheis, Nardi, Pellicciante, Camponeschi ed Ercole. 


I lavori di sterro per la costruzione del nuovo palazzo del Liceo furono incominciati nel 1919. Prima di quell'anno, l'antica piazza della Misericordia (che prendeva il nome dall'omonima chiesa, eretta nel 1348, forse sui resti di un precedente ospedale con chiesa annessa, di diversi secoli prima, a ricordo della pestilenza di cui tre anni prima la città aveva risentito, chiesa poi ampliata nel '400, come pure testimonia la bella lunetta affrescata da Giacomo da Campli. La chiesa fu poi sconsacrata, e, il 2 maggio 1928, con cerimonia solenne, e con il palazzo del Liceo ancora ad un piano, venne inaugurata la nuova Casa del Mutilato"), era costituita dalla chiesa della Misericordia o della Presentazione, dal vico del Nardo che scendeva a Porta Romana, e che prendeva il nome dalla dimora della famiglia Nardi, da un esteso casermone di attrezzature agricole , che copriva l'area dell'attuale Liceo. 

Poi, a fine '800 fu edificata Villa Palma, che sorse di fronte l'antica chiesa di San Benedetto, oggi "dei Cappuccini", antichissima, ed eretta dal Monaco benedettino Adalberto nell'anno 1819. Al tempo in cui la fotografò Gianfrancesco Nardi, nel 1881, la chiesa mostrava un antico portico, poi andato perduto, di lì a pochi anni. E di fronte alla chiesa v'era una croce, dove venivano stipulati i rogiti notarili della gente del Contado "sul Largo della Croce, avanti la chiesa dei Cappuccini". La villa di proprietà della famiglia Palma, già De Albentiis sorse sui giardini della famiglia De Mattheis, che già possedeva un bel palazzo a Porta Romana, davanti alla chiesa di San Domenico. Annessa all'orto dei Cappuccini (luogo dipinto anche dal fantasioso Salvatore Di Giuseppe, che ci mostrò anche i particolari dell'antico Riverbero, l’antico sistema di illuminazione urbana, che, prevedeva quindici minuti per l’accensione), si ergeva una cappella intitolata San Pietro. Tra il casermone di piazza Misericordia, e la Villa Palma, si ergeva una piccola chiesa dedicata alla Madonna di Loreto. La chiesa era cinquecentesca, fu visitata svariate volte nel corso del '600. Entrando, si poteva ammirare un dipinto della Madonna omonima, quattro statue angeliche in maiolica delli Castelli, un altare con una tovaglia di grana rossa, alcune statue lignee. Il campanile, in pietra, ospitava due campane acquistate dall'allora Vescovo Vincenzo da Montesanto. Nel 1609, il parroco non era meglio identificato per tal Don Silio. La chiesa della Madonna di Loreto dava il nome ai due vicoli che scendevano a Porta Romana, oggi chiusi dal terrapieno antistante al Liceo, dov'è il campetto sportivo della scuola, dove è solita svolgere l’ora di scienze motorie la palestra Mazzini, compreso un condominio. Al posto del suddetto condominio, nel '600 si ergeva un altrettanto piccola cappella intitolata a San Bartolomeo, concessa in economato a Don Vezio Ricci nel 1653, e, che, divisa da un piccolo orto, veniva aperta in occasione della ricorrenza di San Bartolomeo, e, tra l'altro, ospitava il Trionfo del Quartiere Santo Spirito, l’antico gonfalone mostrato nella festa Cinquecentesca in onore delle famiglie agiate, che, si univano in segno di pace. La chiesa Madonna di Loreto fu demolita nel 1919, per permettere i lavori di sterro per la costruzione del Liceo, ultimata nel 1934. Nel 1897 la chiesa fu sconsacrata e affittata all'artista Luigi Cavacchioli, e lo stesso la adattò a propria bottega. Immaginiamo un artista intento a rifinire le sue opere. Della chiesa oggi non rimane che una piccola pietra posta nel terrapieno tra il Liceo e la Villa Palma.

Francesco di Giuliantonio