Intervista al dirigente scolastico


“Ogni preside deve cercare di fare il massimo ed io lo farò”.

Queste sono le parole del nuovo dirigente scolastico del Liceo Classico Melchiorre Delfico di Teramo: Iside Lanciaprima.

Grazie alla sua massima disponibilità, il Giornalino della scuola ha avuto l’onore di intervistarla.


G: -Come è stato per lei tornare in una scuola in cui è stata prima allieva, poi docente ed ora preside?

D: -Per me è stata una grande grande emozione ed anche un desiderio realizzato. Diverse volte passavo di fronte alla scuola, vedevo questo edificio e sognavo di tornarci. Nel corso della mia carriera, ci sono stata tre volte: il primo, come avete detto voi, come alunna, frequentavo il corso D; poi ci sono stata come insegnante, per la precisione non al liceo classico, ma al convitto nazionale; infine ci sono tornata come dirigente scolastico. Quindi l'emozione è stata veramente tanta: è un po’ come tornare a casa. 


G: -Da quando lei era un'allieva, la scuola è cambiata? E in che modo? 

D: -Sì, la scuola è cambiata. Ci sono state anche tante riforme, tante novità, anche se ci sono cose che sono rimaste inalterate, come ad esempio l'entusiasmo dei ragazzi, l’amore per la scuola, l'amore per il sapere. I cambiamenti, ovviamente, sono stati tanti, anche perché è cambiata la tecnologia, è cambiata la comunicazione. Ad esempio, quando andavo a scuola io non c'era il telefono cellulare, addirittura si usava ancora il telefono con i gettoni: si andava alla cabina per telefonare. Quindi anche se si avesse avuto la necessità di comunicare con un compagno di classe, sarebbe stato più difficile. Ad oggi, invece, voi potete comunicare in tempo reale. Oppure, per fare una ricerca, prima bisognava andare  nella biblioteca della scuola, che si trovava dove adesso è il liceo musicale, e, in ordine alfabetico, si doveva trovare ciò che si cercava. Solitamente per ogni autore c'erano tutti i volumi, si aprivano i libri utili sul tavolo e, con la sana penna, si scriveva la ricerca. Adesso, invece, è molto più comodo, si può fare anche da casa e le informazioni che si riescono a ricavare sono tantissime. Chiaro è che è rimasto uguale il fatto che il ragazzo di tutte le informazioni deve fare la cernita, deve trovare quelle più pertinenti, quindi sempre dedicare una particolare attenzione e parecchio tempo al compito da svolgere.


G:- In quanto preside donna, possiamo vedere una parità di genere attuata. Il suo è stato un percorso per lo più in discesa o caratterizzato anche da qualche salita?

D:- Allora, per quanto riguarda l'essere preside donna, questo è parte, naturalmente, della parità di genere: si effettua un concorso e poi c'è una graduatoria, per punteggio. Dunque, indipendentemente dal genere, si valutano le capacità e la cultura della persona, che devono essere adeguate al ruolo che ha intenzione di ricoprire. Come è evidente, il mondo della scuola è a preminenza femminile, soprattutto nell’infanzia o nella primaria. Ciò non implica che in questo lavoro le donne siano migliori: Dicasi la stessa cosa nell'esercito, o nelle forze dell’ordine: sono organi composti maggiormente da uomini, ma ciò non implica in alcun modo il loro essere migliori. La selezione viene effettuata unicamente in base al punteggio ottenuto al concorso. Invece Per quanto riguarda il percorso da studentessa a preside, è un percorso che considero simile a tutti quelli dei nostri giovani e dei nostri ragazzi… ci sono state tante soddisfazioni, ma anche alti e bassi. Ovviamente ci sono state delle difficoltà da superare e poi, problematiche di vario genere, che sono state risolte con tanto impegno, tanta forza di volontà e anche tanto studio.


G:-Cosa ne pensa dei giovani d'oggi e quanta fiducia ripone in essi? Secondo lei come sono cambiati in merito a idee e mentalità rispetto a quando lei era ragazza? 

D:-Allora i cambiamenti ci sono stati perché è cambiata la società. Sono cambiate anche le tecnologie a disposizione dei ragazzi, che prima non c'erano;  è cambiata la comunicazione, il modo di comunicare e di rapportarsi. Per quanto riguarda la fiducia, io ho tantissima fiducia nei ragazzi… l'ho avuta fin da quando ero insegnante questa fiducia e questo sentirmi molto vicina ai ragazzi. E quindi non è cambiato nulla: anche oggi, che sono dirigente scolastico, nutro la stessa fiducia nei ragazzi.



G:-Ha dei consigli da dare a noi giovani?

D:-È sempre difficile dare consigli ai figli, quindi anche ai giovani, che si considerano come dei figli. Ci sono, tuttavia, dei consigli universali: seguire la propria strada, le proprie inclinazioni, impegnarsi e lottare per i propri ideali. Soprattutto, uno dei consigli più spassionati che mi sento di dare, è avere buone competenze relazionali, saper stare con gli altri. Sono importanti i concetti di solidarietà, del voler bene ai compagni, dell'inclusione, magari maggiormente di coloro che hanno delle difficoltà, che sono o si sentono isolati. Queste sono le cose principali che per me un giovane deve fare.


G:-Secondo lei il liceo classico continua ad essere una scuola di eccellenza così com'è o potrebbe attuare dei miglioramenti? 

D:-Il liceo classico è una scuola di nicchia: è di eccellenza ma è anche di nicchia, e il suo valore è qualitativo e non quantitativo, quindi non è il numero degli iscritti e delle classi che fa la qualità. Ovviamente è una scuola particolare. Le scuole sono tutte dignitose per i ragazzi e sono tutte uguali, però al liceo classico ci sono delle materie caratterizzanti (come ad esempio il latino, il greco, la storia e la filosofia e anche altre), che sono per i ragazzi un po’ più impegnative, in quanto, naturalmente, richiedono anche una dedizione, a livello di tempo e non solo, considerevole. È una scuola di eccellenza perché i ragazzi che escono dal liceo classico possono affrontare serenamente, tutti i tipi di università, possono andare a qualsiasi tipo di università. Hanno un vocabolario ricchissimo, una sviluppata capacità di ragionamento, la capacità logica, la capacità anche di critica, di destreggiarsi fra l'ipertrofia di informazioni che ci vengono dal mondo, riconoscere una fake news… eccetera. L’attenzione va spostata tutta sull’aggettivo “serenamente”, perché è logico che tutti possono affrontare l’università, ma ciò che fa la differenza è il modo in cui lo si fa. Quindi queste sono le competenze specifiche che il liceo classico è in grado di conferire agli studenti, e poi anche la conoscenza della nostra cultura, del nostro passato, con l’obiettivo di capire il presente e il futuro. È una scuola che abitua al ragionamento. Anche il latino e il greco: non sono assolutamente lingue morte, sono lingue vive, perché sono la nostra tradizione. Basti pensare all'etimologia delle parole e si può notare come derivano tutte da greco e dal latino. Poi noi, oggi o domani, possiamo scordare una data, un autore, la metrica greca, però è rimasta nel cervello quella capacità di ragionare, di memorizzare, di studiare. Il metodo di studio che si acquisisce al liceo classico è indispensabile per l'università, perché se un ragazzo è abituato a non studiare, poi all'università riscontra un ostacolo insormontabile; invece qui si acquisisce anche un metodo di studio, una disciplina personale, e questa ci aiuta nella vita. 


G:-Ci sono dei punti, delle tematiche che più le stanno a cuore? Quali sono i suoi progetti per questa scuola? 

D:-I miei progetti sono tanti, tuttavia essendo appena arrivata, prima mi devo rendere conto della reale situazione per poi agire. Però, nella mia esperienza, composta da 10 anni di presidenza, la prima cosa alla quale bado è la qualità della scuola. Poi ci sono anche l'inclusione di tutti i ragazzi, la qualità dell'insegnamento, il dare importanza a quello che io definisco “il nuovo umanesimo”: è vero che la scuola deve essere efficiente e efficace, però non bisogna perdere di vista l'umanismo. E quindi una scuola che coniuga innovazione e tradizione. L'innovazione nella nostra scuola c'è adesso… con il PNRR abbiamo realizzato una sala cinema, abbiamo partecipato alle STEM, quindi avremo da quest'anno un potenziamento delle STEM, che sono materie scientifiche, come matematica, scienze, tecnologia e ingegneria. Dunque faremo dei laboratori ai quali, ovviamente, possono partecipare tutti i ragazzi. Infine anche l’acquisizione di nuove metodologie didattiche, che possono essere vicine al modo di apprendere dei ragazzi di oggi.


G:-C'è un augurio che vorrebbe fare a tutti gli studenti? 

D:-L'augurio più grande che mi sento di fare agli studenti è di essere sereni a scuola. Chiedo naturalmente un impegno nello studio, una partecipazione alla vita della scuola, ma soprattutto ci tengo alla serenità degli alunni. Voglio dire di venire a scuola sereni, di trovare un ambiente accogliente, dove imparare ad essere cittadini di domani.


Si ringrazia la Preside per la pronta disponibilità. 


Grazie dell’attenzione.





Giulia Giugno

Rachele Malizia