Cronaca nera
Nigrum Nuntium
Nigrum Nuntium
di Roveda Stefania, Cani Samanta, Alzini Vasilisa, Vaglio Carmen, Rocci Gaia
Charles “Charlie” Edmund Cullen è un serial killer americano, considerato uno dei più pericolosi e letali della storia degli Stati Uniti. L’uomo ha confessato di aver ucciso 40 pazienti negli ospedali dove lavorava, cambiando il contenuto delle flebo in infusione con farmaci come insulina e digossina, che provocavano infarti mortali. Secondo la polizia, però, l’infermiere potrebbe aver ucciso addirittura 400 vittime, dato che ha agito in un periodo abbastanza lungo, tra il 1987 e il 2003. È nato nel New Jersey e nel 1960 ha subìto la perdita dei genitori: il padre è morto quando era solo un neonato, la madre quando era adolescente. I due lutti lo hanno segnato profondamente e da sempre ha sofferto di depressione, tentando diverse volte il suicidio. Dopo un’esperienza in Marina che non ha portato frutti, ha frequentato con successo il corso per infermieri, diventando un professionista nel 1987, anno in cui potrebbe aver cominciato a seminare la morte tra i suoi pazienti. In 16 anni di carriera ha lavorato in otto ospedali diversi tra la Pennsylvania e il New Jersey: ogni volta veniva allontanato dall’istituto a causa di alcuni comportamenti contrari al codice deontologico, ma a causa della carenza del personale infermieristico e della mancanza di un sistema condiviso di segnalazione, ha sempre trovato presto un nuovo istituto in cui lavorare. È stato sposato e ha anche avuto due bambine, ma poi ha divorziato nel 1993 dalla moglie che ha sempre cercato di allontanarlo definitivamente dalle figlie. È stato arrestato nel 2003 dopo l’indagine della polizia su delle morti sospette presso il Somerset Medical Center (New Jersey), Cullen è stato processato e condannato a undici ergastoli consecutivi, nonostante abbia collaborato con la polizia confessando alcuni omicidi. Attualmente è ancora vivo ed è detenuto nella prigione di Trenton (sempre in New Jersey). Da qui si è anche ispirata la serie Netflix “The Good Nurse”.