Alumna interpretatur

“Autunno” di Vincenzo Cardarelli

“Autunno” è una poesia di Vincenzo Cardarelli, poeta spesso ricordato nelle storie letterarie come promotore della cosiddetta “restaurazione rondista”. Con tale espressione, si fa riferimento ad un gruppo di intellettuali raccolti intorno alla rivista letteraria “La Ronda” che predicava il ritorno alle forme letterarie classiche, ispirandosi specialmente alla prosa di Giacomo Leopardi. “Autunno” si contraddistingue per uno stile preciso e misurato. La stagione autunnale è immagine della fugacità della giovinezza che sopravvive solo nel lungo “addio” della nostalgia. La riflessione sul tempo, particolarmente rilevante nella poesia sopracitata, è uno dei temi cardine della produzione poetica di Vincenzo Cardarelli e qui prende corpo, diventa viva e si traduce in un monologo dal tono perentorio. La caducità della vita, di cui il poeta si ritmo della lirica come se fosse fa portavoce, provoca uno strappo nell’anima. All’iniziale termine “autunno” si accordano tutte le parole successive che, con una sensazione quasi sonora, modulano il una sinfonia. Nella seconda parte della poesia, però, la metafora viene svelata: i fenomeni atmosferici elencati - il vento, le piogge torrenziali - appaiono come il presagio della vita adulta che mina la giovinezza. Negli ultimi versi appare un chiaro rimando alla poesia leopardiana, in riferimento “al miglior tempo” dell’esistenza umana. Accostando le manifestazioni climatiche e stagionali alle fasi dell’esistenza, Vincenzo Cardarelli trasmette il proprio messaggio: il tempo fugge implacabile e non torna indietro. L’autunno diviene così metafora stringente dell’eterno scorrere, apparentemente assurdo, della vita umana.

Autunno 

Autunno. Già lo sentimmo venire

nel vento d'agosto,

nelle piogge di settembre

torrenziali e piangenti

e un brivido percorse la terra

che ora, nuda e triste,

accoglie un sole smarrito.

Ora passa e declina,

in quest'autunno che incede

con lentezza indicibile,

il miglior tempo della nostra vita

e lungamente ci dice addio.


Recensione: Ho scoperto questa bellissima poesia di recente e devo dire che avrei tanto voluto leggerla prima! È impressionante il modo attraverso il quale il poeta sia riuscito a trasmettere le sue emozioni, la sua malinconia e la sua piena consapevolezza del tempo che scorre veloce ed inesorabile. È evidente che Cardarelli abbia voluto esprimere da un lato i cambiamenti della natura con l’allontanarsi dell’estate ma dall’altro, con una certa tristezza, i cambiamenti del suo corpo e della sua anima. Il poeta avverte già da tempo l’avvicinarsi dell’inverno, nel travagliato periodo estivo ha osservato i primi cambiamenti ma, probabilmente, li ha ignorati. Non c’è consolazione, ormai non si può fare più niente. Ora che l’autunno è giunto, Cardarelli è costretto ad affrontarlo, solo e desolato, come la nuda terra. Non c’è alcuna possibilità di riscatto: il poeta sente di non aver vissuto a pieno la sua gioventù, forse come lo stesso Leopardi, e adesso non può riscattare il tempo perso. La rassegnazione prende così il sopravvento. Questa situazione interiore a dir poco struggente, è resa alla perfezione attraverso la personificazione della natura: le piogge piangono, la terra è come una donna nuda e triste, il sole è smarrito. Per concludere, non sapete cosa fare in queste giornate uggiose e quasi autunnali? Credo che non ci sia niente di meglio che leggere “Autunno” di Vincenzo Cardarelli.

Giorgia di Massimo