Sport

Un nuovo calcio

Nel corso degli anni il calcio ha subito numerosi ed evidenti cambiamenti, a tal punto che molti seguaci di questo sport non ne ammirano più la bellezza e non ne sono quasi più interessati. Al contrario di altre discipline, che, invece, stanno pian piano entrando sempre più in scena come, per esempio, il tennis. 

I cambiamenti nel calcio non sono legati esclusivamente al modo di giocare e alle regole bensì si sporgono su fronti ancor più ampi. Uno, in particolare, è quello della tecnologia. La rivoluzione tecnologica, infatti, ha influenzato anche il mondo del calcio: dalle analisi video all'uso del VAR (Video Assistant Referee), passando per l'analisi dei dati statistici, oggi i club calcistici fanno largo uso della tecnologia per migliorare le prestazioni dei giocatori, per valutare le prestazioni degli avversari e per prendere decisioni arbitrali più accurate. Tali novità pur se da un lato, quindi, sono funzionali per avere un gioco più pulito, lineare e quasi privo di ingiustizie, dall’altro portano a perdere un po’ quella che è l’enfasi di guardare una partita, quella che è l’emozione di osservare ciò che accade in campo. Si pensi, per esempio, al ruolo dell’arbitro: l’arbitraggio nelle categorie più alte sta cominciando troppo a dipendere da tali tecnologie a tal punto che ormai se ne può fare quasi a meno della sua presenza. 

Un altro aspetto importante è il ruolo del calciatore e, in generale, del club, della società. Ai tempi attuali il giocatore non è più legato alla squadra, non ha più quella voglia di dare tutto se stesso per il team con cui gioca, quanto invece si focalizza su se stesso ponendo in secondo piano i colori della maglia che sta indossando. Si può, infatti, benissimo fare un confronto tra Alessandro del Piero e calciatori come Neymar o Pogba. Alessandro del Piero è rimasto fedele alla Juventus anche durante il periodo di calciopoli, quando la squadra bianconera è retrocessa in serie B; Neymar e Pogba invece hanno lasciato i propri team, rispettivamente Barcellona e Juventus, per motivi finanziari e si sono trasferiti in squadre che offrivano uno stipendio più fruttuoso. Si può, pertanto, dire che il calcio moderno è diventato un'industria multimiliardaria. I club sono gestiti come vere e proprie imprese, con investimenti massicci in giocatori, infrastrutture e marketing. Il denaro influenza tutti gli aspetti del calcio contemporaneo, determinando trasferimenti record, salari elevati per i giocatori e un'attenzione sempre maggiore sulle questioni finanziarie. 

È importante, inoltre, dire che i calciatori hanno maggiori possibilità di esordire e si punta maggiormente sull'atletismo e sulla preparazione fisica. I giocatori moderni sono più veloci, più forti e più resistenti rispetto a prima. La professionalità nell'allenamento e nella nutrizione ha reso possibile il raggiungimento di livelli di forma fisica estremamente elevati. 

Nel calcio del passato, l'approccio tattico era spesso più diretto e meno sofisticato rispetto a quello attuale. Si faceva maggiormente affidamento sull'istinto dei singoli giocatori e sulle abilità individuali. Oggi, invece, c'è una maggiore enfasi sull'organizzazione difensiva e sull'attacco strutturato. I manager studiano attentamente l'avversario e pianificano strategie di gioco complesse, che coinvolgono movimenti coordinati di tutto il team. I giocatori moderni sono più veloci, più forti e più resistenti rispetto a quelli del passato. La professionalità nell'allenamento e nella nutrizione ha reso possibile il raggiungimento di livelli di forma fisica estremamente elevati. Altre modifiche hanno riguardato tematiche come il fair play finanziario, le sostituzioni e le regole anti-discriminazione.

Se ne conclude che il calcio moderno, al contrario di quello passato, è più inclusivo e Il cambiamento è stato fondamentale per permettere di avere un gioco pulito ed equo ma al contempo stesso perde delle sue primordiali caratteristiche, come l’importanza che si attribuisce a una squadra da parte dei calciatori che ne fanno parte o il vero principale motivo per cui si entra in campo: il divertimento. Il divertimento, infatti, è stato rimpiazzato dalla fama e dai soldi, ora più che mai, a tal punto da far allontanare molti storici seguaci che non reputano più il calcio come un vero e proprio sport, bensì lo vedono come semplicemente una disgregazione di quest’ultimo, come un nuovo mondo frantumato dalle tecnologie, il quale unico obiettivo è quello di avere successo personale.

 Annalaura Di Donato