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"E' nata una nuova stella: Simone Pafundi"

“E’ NATA UNA NUOVA STELLA: SIMONE PAFUNDI”


Immaginatevi fin da bambini avere un sogno e pian piano realizzarlo; immaginatevi che la vostra vita possa cambiare all’improvviso e lasciare un ricordo indelebile nella vostra mente e nel vostro cuore…

Sarà solo un po’ di fortuna? O insieme ad essa si mescolano persino  passione, impegno e costanza? 

La verità è che tali aspetti sono fondamentali per raggiungere un successo, che ovviamente non riguarda solo lo sport, ma anche, più in generale, la vita di tutti i giorni.

Questo è il motivo principale per il quale pochi riescono ad eccellere.

Se tutti, infatti, ottenessero con uno schiocco di dita qualsiasi cosa desiderino, allora non ci si accontenterebbe più e non esisterebbe nemmeno quel sentimento di soddisfazione dopo aver impiegato il proprio tempo e le proprie energie per superare un ostacolo oppure per ottenere qualcosa. 

E quando si raggiunge un traguardo o ci si avvicina ad esso, quello è il momento più importante di tutto il percorso fatto e, in un certo senso, anche di tutta una vita, perché è proprio lì, in quel preciso istante, che ci si guarda indietro e si comprende quanta strada di salite e di discese si è percorsa e si può finalmente dire “ce l’ho fatta!” (un po’ come Dante nel IV canto del Purgatorio!)

Ecco, tale “ce l’ho fatta!” equivale al nuovo inizio di tutto; equivale all’inizio di una nuova vita.

Per esempio, si sono visti tanti di calciatori e di squadre che da niente ora hanno tutto; che solo per merito di loro stessi sono arrivati a livelli altissimi superando qualsiasi imprevisto, come, tra i più banali, Cristiano Ronaldo, Angel di Maria, Carlos Tevez, Marcelo…


Di grande attualità, va, però, menzionato l’italiano classe 2006: Simone Pafundi.

Simone è un trequartista basso e mancino con una grande visione di gioco, controllo palla e ritmo.

Egli nasce il 14 marzo 2006 a  Monfalcone (Gorizia, Friuli-Venezia Giulia) e inizia la sua carriera con il club UFM Monfalcone della propria città.

Successivamente nel 2014 Simone viene scoperto dall’Udinese con il quale gioca attualmente e, il 22 maggio 2022, arriva il suo debutto in prima squadra sostituendo Pereyra. Egli diventa, così, il primo calciatore classe 2006 a giocare in Serie A.

Nello stesso mese Roberto Mancini, ct della Nazionale Italiana, lo convoca per un ritiro con la Nazionale maggiore dell’Italia e, finalmente, il 16 novembre 2022 fa il suo esordio in maglia azzurra contro l’Albania durante gli ultimi minuti di gara, stando anche per realizzare quasi un assist per Federico Chiesa.

Quel debutto con l’Italia ha permesso a Simone Pafundi di superare un altro record: è il primo calciatore, dopo 100 anni,  a giocare una partita con la Nazionale (italiana) all’età di 16 anni, 6 mesi e 2 giorni (il primissimo in assoluto, infatti, è stato Rodolfo Gandinelli nel 1911 a 16 anni 3 mesi e 8 giorni).

Le emozioni del ragazzo e della propria famiglia sono state molteplici: "La convocazione in Nazionale maggiore è stata una grossa sorpresa, l’esordio una gioia immensa, per lui e per tutta la nostra famiglia. Avere la possibilità di poter allenarsi e addirittura di poter scendere in campo con i più grandi calciatori, è una grandissima soddisfazione. Simone ha appena intrapreso questo percorso, è solo l'inizio: ci auguriamo che possa sempre viverlo al meglio" dice il padre Salvatore.

Gli occhi di Simone quell’istante prima di mettere piede sul terreno di gioco fanno veramente capire quanto il calcio sia importante per lui e quanto possa essere orgoglioso e soddisfatto di se stesso.

Anni di allenamenti e sacrifici per arrivare a giocare con i più grandi di questi ultimi anni; non è una cosa da tutti perchè pochi riescono ad arrivare a una vetta così tanto alta.

Come dice il papà di Simone “è solo l’inizio”.

Pafundi è stato paragonato a molti calciatori che hanno fatto la storia di tale sport, per esempio Daniele Adani lo ha definito “Il Messi italiano” (perchè mancino e non molto alto).

Pafundi è un giocatore mancino diverso per come tocca e calcia dolcemente il pallone e per come usa il corpo, con una elevata coordinazione tecnica e motoria. 

Ora sta a lui continuare a dare il massimo, così, magari, un giorno, potrà ottenere la numero 10 azzurra e, chi lo sa, vincere un Mondiale con l’Italia e/o una Champions League con la propria futura (o attuale) squadra e/o il Pallone d’Oro!

Annalaura Di Donato