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Un salto nel passato: il caso Davids

VITA 

Davids nasce in Suriname quando il Paese era ancora una dipendenza coloniale olandese. Successivamente si trasferì da bambino con tutta la famiglia a nord di Amsterdam. Una volta divenuto calciatore, pur potendo optare anche per la Nazionale Surinamese, ha scelto di giocare per quella olandese; tuttavia è sceso in campo diverse volte dal 2005 al 2009 con i Suriprofs, una selezione di calciatori professionisti nati o con origini del Suriname, che periodicamente disputa amichevoli nei Paesi Bassi contro squadre professionistiche locali, nazionali giovanili o altre selezioni miste. Inoltre Edgar Davids è cugino di Lorenzo Davids oltreché zio di Royston Drenthe e Giovanni Drenthe, anche loro calciatori. Durante gli anni alla Juventus è stato operato di glaucoma: da lì in poi è stato costretto a indossare speciali occhiali protettivi durante le partite, che a posteriori diventarono un tratto caratteristico della sua immagine in campo.

CARRIERA

AJAX E MILAN Davids è stato un centrocampista. Egli fa il suo debutto con la maglia dell’Ajax nel 1996 contro l'RKC Waalwijk, società calcistica olandese. Con la squadra dell’Eredivisie vince una Champions League (1994-5). Successivamente viene acquistato a parametro zero dal Milan dove rimane per circa un anno e mezzo. A causa di molti infortuni tra cui quello alla tibia e rivalità in squadra (per esempio con Costacurta), la sua stagione rossonera non ha grande successo. 


JUVENTUS Viene ceduto alla Società juventina per circa 9 milioni di lire (4.700 euro circa). Egli è stato il primo olandese nella storia della società piemontese. A Torino Davids si dimostra infatti un altro giocatore rispetto a quello visto a Milano, diventando ben presto una figura decisiva e fondamentale per i successi dei bianconeri nelle stagioni seguenti. Alla juve rimane per 7 anni dove vince 2 supercoppe, 3 campionati e la coppa Intertoto. Gioca inoltre una finale di Champions nel 1998 contro il Real Madrid e una contro il Milan nel 2003. Egli dice: "Con la Juventus ho imparato a vincere. Non so come è successo, è qualcosa che si re­spira nell'aria dello spoglia­toio, sono concetti che vengo­no tramandati da giocatore in giocatore, è il sentimento che ti trasmettono milioni di tifosi e non c'è club nel mon­do che ti faccia lo stesso effetto.“ La sua avventura alla Juventus termina a metà della stagione 2003-2004, quando a causa di alcune incomprensioni con l'allenatore Marcello Lippi, nella sessione invernale di mercato viene ceduto in prestito al Barcellona.


 BARCELLONA Il suo arrivo in blaugrana migliora il rendimento della squadra spagnola, tanto che in molti auspicano il suo acquisto a titolo definitivo, ma a fine anno il giocatore si accasa invece da svincolato all'Inter.

 INTER A Milano conquista l’unico trofeo italiano che non aveva mai sollevato, la Coppa Italia; ma all’Inter non rende tanto quanto con la Juventus e con il Barcellona, anche per via di incomprensioni tattiche con l'allenatore Roberto Mancini che lo relegano a vivere il finale di stagione, in pratica, da «separato in casa». Una situazione che porta l'Inter, nell'estate 2005, a cederlo a titolo gratuito agli inglesi del Tottenham. 

TOTTENHAM Dopo la prima stagione a Londra già si diffondono le voci di un suo possibile ritorno nel club ajacide che l'aveva lanciato, ma Davids decide di rimanere ancora con gli Spurs che tuttavia lascia pochi mesi dopo, nel gennaio 2007.

 AJAX E CRYSTAL PALACE Il 28 gennaio 2007 raggiunge quindi l'Ajax. Ad Amsterdam contribuisce alla grande riuscita della squadra in campionato e alla vittoria della KNVB beker, segnando il rigore decisivo dopo una partita conclusasi 1-1 ai tempi regolamentari contro l'AZ Alkmaar. Il 22 luglio durante un'amichevole estiva disputata contro i Go Ahead Eagles, in uno scontro si rompe la tibia e deve fermarsi per sei mesi.Nella seconda metà di stagione arriva ancora al secondo posto in Eredivisie, a tre punti dalla capolista PSV, ma a fine stagione non rinnova il contratto e si ritrova svincolato.

Dopo essersi tenuto in condizione, allenandosi da inizio 2009 con l'AFC, il 9 settembre Davids annuncia il suo ritorno a giocare, tra le file del Vitesse; tuttavia la squadra di Arnhem rinuncia in seguito a tesserarlo, per via delle alte richieste economiche del giocatore. Il 20 agosto 2010, dopo due anni di inattività, viene ufficializzato il suo ingaggio da parte del Crystal Palace, in Football League Championship. Il successivo 8 novembre, tuttavia, dopo appena 7 partite giocate si svincola dai Glazers. RITIRO Il 12 ottobre 2012 va ad affiancare Mark Robson come allenatore-giocatore del Barnet. A riguardo afferma: "Sono un tipo curioso per natura e qui ho una buona occasione per imparare ad allenare, continuando a giocare e a divertirmi. La prima volta che sono sceso in campo con Barnet ho provato la stessa sensazione di una partita di Champions League: gioia, pura e semplice gioia. Adoro giocare a calcio e continuerò a farlo fino a quando avrò lo stesso entusiasmo di oggi“. Il 29 dicembre seguente, con la partenza di Robson, Davids assume totalmente la guida tecnica del club. Il 28 dicembre 2013 si ritira definitivamente dal calcio giocato CARRIERA ALLENATORE Nel 2018 diventa il vice allenatore della Nazionale Under20 dell'Olanda. Il suo soprannome celebre è "Pitbull" datogli dallallenatore dell'Ajax Louis van Gaal per via del suo temperamento aggressivo in campo. Davids ha un grande piede sinistro e dimostra una ferocia e una leadership assolute in campo. Il 24 febbraio 2018 viene nominato allenatore in seconda dell’Under-20 olandese, incarico che mantiene fino al successivo 27 aprile. Dal 2013 è inoltre ambassador nel mondo della Juventus. Il 4 gennaio 2021 diviene l'allenatore dell'Olhanense, squadra della terza serie portoghese. Il 19 luglio dello stesso anno viene esonerato. Il 7 maggio 2022 entra nello staff tecnico della nazionale olandese, come assistente del selezionatore Louis Van Gaal, sostituendo Henk Fraser. DOPING Davids, nonostante sia stato un calciatore dalle notevoli capacità e nonostante sia stato fondamentale per molte squadre durante il corso della stagione calcistica, si è trovato ad essere vittima del doping. Un certo scalpore, soprattutto per la fama del protagonista, scatenò la positività di Edgar Davids, famoso “pitbull” del centrocampo, ammirato in Italia con le maglie di Milan, Juventus e Inter a causa di uno steroide anabolizzante presente nelle sue urine, a suo dire, per l’utilizzo di integratori omeopatici contro la tosse. La sua positività risale al 4 marzo 2001 dopo la sfida con l’Udinese (come Pogba) ma continua a giocare fino al 1° maggio, il 17 dello stesso mese arriva una squalifica di cinque mesi poi ridotta a quattro. Ma cosa è successo esattamente? La positività del 4 marzo 2001 non era stata messa in luce. La notizia fu poi diffusa il 21 Aprile dello stesso anno alla vigilia di Parma Juventus. Le controanalisi erano state in un primo tempo sospese, per il ricorso rivolto dall’olandese al Tribunale civile di Roma, e poi di nuovo sbloccate. Il 13 maggio, allora, si decide di effettuare delle controanalisi presso il laboratorio dell’Acqua Acetosa di Roma per accertarsi delle indiscrezioni divulgate. Il laboratorio capitolino ha spazzato ogni dubbio, e il coordinamento antidoping del Coni ha inviato tutta la documentazione alla commissione disciplinare della Lega, che avrebbe deciso la sospensione cautelare del treccioluto centrocampista bianconero. Successivamente viene squalificato. Dopo questa notizia cominciano le prime sollevazioni in difesa di Edgar, in particolar modo da coloro che lo hanno conosciuto, che lo hanno allenato e con cui hanno giocato. Tutta la Juve si stringe attorno a Davids. Nel giorno della confermata positività del campione olandese, i compagni di squadra, l’allenatore, i dirigenti e la Famiglia Agnelli (l’Avvocato e il fratello Umberto erano ieri al Comunale) fanno quadrato intorno a Edgar. Il presidente onorario della Juventus, Umberto Agnelli, giunto al Comunale per rincuorare l’olandese, si è intrattenuto brevemente con i giornalisti replicando in maniera decisa alla notizia del giorno: “Quello del nandrolone è un problema da rivedere nei suoi fondamenti. Il regolamento non è chiaro, sia per quanto riguarda i valori sia per ciò che significa dopaggio. Una cosa è certa: c’è la netta esigenza di andare scientificamente a fondo del problema”. Successivamente, Agnelli, non si da per vinto: “Se gli elementi scientifici verranno rivisti – ha concluso il fratello dell’Avvocato – anche l’intera questione si rivaluterà in termini corretti. Questa almeno è la mia speranza, mi è dispiaciuto vedere un professionista come Edgar così giù di morale, poveretto”. Anche Ancelotti, angosciato di dover fare a meno di una pedina importantissima del suo organico, si dimostra alquanto corrucciato: “Mi spiace molto ciò che è successo. Sarà un problema avvicendare Edgar, lui è una pedina insostituibile”. Non dimentichiamoci di Zidane che, categorico, replica e difende il suo compagno di squadra: “Edgar è innocente”. Egli fu il primo a prendere le difese di Davids, infatti, inoltre dalla sala stampa del vecchio stadio torinese il francese chiarisce subito il suo pensiero: “Non ho ancora parlato con Edgar, ma posso assicurarvi che tutta la squadra è con lui sino alla fine. Di sicuro Edgar non ha preso nulla di illecito, è un grande professionista e non ha bisogno di queste cose. Sono rimasto molto male quando ho appreso la notizia della sua positività al nandrolone, ed è strano che da due anni a questa parte sia venuto fuori questa sostanza proibita. Cosa significa? Forse prima eravamo tutti puliti e adesso invece siamo tutti dopati? C’é qualcosa da approfondire, da parte degli addetti ai lavori. Noi, come calciatori dobbiamo parlarne, discuterne, lottare tutti insieme”.

Curiosità! Nel 2010 Zbigniew Boniek va contro Edgar Davids. All’ex fantasista bianconero e attuale presidente della Federcalcio polacca non è ancora andata giù la decisione della Juventus di togliere la stella a lui dedicata allo Stadium per darla al centrocampista olandese. Una decisione suggerita alla società di Andrea Agnelli da alcuni tifosi dopo le esternazioni del polacco sulle sue simpatie nei confronti della Roma. Boniek ironizza per l'uso di uno «shampoo dopante». In un'intervista, il presidente della Federcalcio polacca aveva chiaramente detto «Hanno tolto la stella a me per darla a un dopato».

Annalaura di Donato