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La rinascita azzurra

In Italia è impossibile non avere una notizia di calcio al giorno: il pallone è sempre presente sullo schermo della televisione, nei computer o anche in radio! Ventotto milioni di tifosi, circa cinque milioni di praticanti, un milione di tesserati e quasi seicentomila partite disputate ogni anno: sono questi i numeri del calcio in Italia, secondo un report della FIGC. Gli italiani considerano il calcio come una vera e propria tradizione nazionale più di un semplice sport. Dunque, molti ricorderanno ancora l’imbarazzo in cui si era trovato il mondo calcistico italiano nel novembre del 2017, quando la nazionale guidata dal C.T. Giampiero Ventura non riuscì a qualificarsi per il campionato mondiale del 2018. Impresse nella memoria di tutti sono le lacrime di Gianluigi Buffon, il portiere italiano leggenda del calcio, che avrebbe giocato il suo sesto mondiale, battendo ogni record. Fu un periodo difficilissimo per l’intera nazione: “dispiace non per me, ma perché abbiamo fallito un qualcosa che poteva essere davvero importante. Ci è mancata energia ma il calcio italiano ha futuro”. Furono queste le parole di Buffon appena dopo l’eliminazione. Eppure gli italiani sono caparbi, testardi, hanno forza e orgoglio, dopo le brutte cadute trovano il modo di rialzarsi. E allora ecco la rinascita. Nell’edizione 2020 dell’europeo, rimandato poi di un anno, la nazionale italiana si ripresenta con una rosa totalmente cambiata, nuovi giocatori, nuovi giovani e con poca fiducia da parte di tutta l’Italia e di tutta l’Europa. Gli unici che credevano in quella vittoria erano il C.T. Roberto Mancini e quel gruppo di ragazzi. Inizia l’europeo e l’Italia ha fortuna nei gironi, passerà facilmente e inizierà a ricevere le prime critiche. Direttamente dalla Francia, Patrick Viera: “L’Italia non arriverà fino in fondo, uscirà presto.”. Arrivano gli ottavi e l’Italia giocherà una partita intensa contro l’Austria che verrà poi sbloccata con il meraviglioso gol di Federico Chiesa ai supplementari con raddoppio poi di Pessina. La sorte decise però che l’Italia ai quarti avrebbe incontrato il temibile Belgio di Lukaku e De Bruyne. Molti italiani persero lì la speranza, il Belgio infatti era tra le candidate alla vittoria, ma in quella partita l’Italia dimostrò la sua tenacia, dominando tutti e novanta i minuti.

Dopo quella vittoria sessanta milioni di italiani iniziarono a crederci a quel trofeo, a quel riscatto. Ma poi…ecco un’altra temibile avversaria, la Spagna di Enrique che era stata completamente ringiovanita. Probabilmente la sfida più difficile che la nostra nazionale ha dovuto affrontare in questa competizione. La Spagna è forte, anche più di noi probabilmente, ma Chiesa riesce ancora a dare una speranza alla sua squadra. La Spagna pareggia e, dopo anche i tempi supplementari, ecco i calci di rigore di cui gli italiani hanno tanti brutti ricordi. Jorginho sul dischetto spiazza Unai Simon e regala la finale alla nazionale. La finale sarà contro l’Inghilterra, altra candidata alla vittoria, che la giocherà in casa. La settimana avanti fu un continuo sfottò degli inglesi con la famosa frase “It’s coming home”. Arriva la finale, i ragazzi sono ad un passo da quel trofeo, qualsiasi fosse stato poi il risultato non avrebbe più importato. Inizia la partita e dopo soli due minuti l’Italia subisce il primo gol. Crolla a quasi tutti gli italiani quel sogno, ma non a Mancini, non a quel gruppo. Dopo una partita intensissima arriva nel secondo tempo il pareggio dell’Italia che porta la firma di Leonardo Bonucci. La partita continua e i nostri ragazzi erano diventati dei leoni, Chiellini con un memorabile fallo su Saka impedisce agli inglesi il raddoppio. Ormai volevano portarla a casa ad ogni costo. Arrivano anche qui i rigori, Jorginho ci prova a regalare la finale ma la palla si spegne tra le braccia del portiere. E allora Donnarumma para un rigore, il secondo bacia il palo e il terzo… “Seeeeeeeh, grazie Signore che ci hai donato il calcio… siamo campioni d’Europa”: le urla di Fabio Caressa al terzo rigore parato da Donnarumma che ci ha regalato la vittoria. La nazionale, screditata da tutti, con un percorso tutt’altro che semplice, incide sulla coppa il proprio nome regalando notti magiche a tutti gli italiani. Con l’abbraccio in lacrime tra Roberto Mancini e Gianluca Vialli si chiude quell’Europeo e la rinascita azzurra. Purtroppo poi non siamo stati fortunati ai mondiali, ma, come abbiamo detto all’inizio dell’articolo, gli italiani sono testardi, si rialzano sempre. Forse in futuro torneremo a festeggiare per questo sport che è molto di più della definizione che porta.      

Christian Carpineta

Giulia De Flaviis