Ψυχή

L'anima come la fenice

“Secondo la leggenda, dalle ceneri emerge un uovo che, grazie al calore dei raggi solari, cresce molto rapidamente facendo nascere la nuova fenice nel giro di due giorni. Una volta spiccato il volo, l’uccello mitologico raggiunge Heliopolis e ricomincia la sua lunga vita”, così narra il mito folclorico della fenice, uccello che ogni 500 anni rinasce dalle proprie ceneri. Pensando all’anima come ad una fenice, possiamo comprendere il processo di elaborazione di un trauma nella nostra psiche; al termine di questo, avremo sviluppato una risposta traumatica. 

In ambito psicologico, quando si ha un accumulo di risposte traumatiche, si parla di DSPT, ovvero “Disturbo da Stress Post-Traumatico”.  Esso si presenta spesso con l’allerta continua di un pericolo di cui non riusciamo a identificarne l’origine. Questo perché, molte volte, il nostro cervello tende a “bloccare” il ricordo dell’evento traumatico per proteggerci, ma allo stesso tempo rimaniamo in “modalità sopravvivenza” e quindi in costante attesa dell’arrivo di un pericolo che è già passato e difficilmente riappare. Judith Herman, psichiatra ed autrice americana, nel suo Trauma and Recovery spiega, infatti, che “Quando non è possibile resistere e fuggire, il sistema umano di autodifesa viene sopraffatto e si disorganizza. Ogni aspetto della normale risposta al pericolo, avendo perso la sua utilità, tende a permanere in una modalità alterata ed amplificata per molto tempo dopo che l’effettiva situazione di pericolo è terminata” (1992). 

Talvolta è possibile che tali presentimenti riaffiorino nella nostra mente in modo frammentato: essi sono scorci di ricordi dell’evento traumatico, spesso distorti. La distorsione dei ricordi è normale, ma nel caso del DSPT essa si presenta come un’amnesia, quasi come se si provasse a negare l’evidenza di fronte a qualcosa che ci ha segnati nel profondo. 

Altri sintomi comuni fra coloro che sono affetti da tale condizione sono: persistente ed invasiva convinzione negativa verso sé stessi e il mondo; distorti pensieri di colpe e responsabilità verso l’evento e le conseguenze che ne derivano; marcata riduzione di interesse verso attività significative; incapacità a mostrare sentimenti positivi. 

La terapia è necessaria per superare il trauma. Il trattamento più efficace è l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing); tale terapia si focalizza sul ricordo di tali esperienze. Il punto più importante è l’identificazione degli eventi che sono stati traumatici, facendo assumere la consapevolezza al paziente di essere una vittima e di non averne colpa. La desensibilizzazione e rielaborazione che avvengono durante una seduta derivano dall’elaborazione dell’esperienza traumatica e quindi si osserva che il paziente, per la prima volta, vede il ricordo lontano e distante. Riesce così a modificare le valutazioni cognitive su di sé incorporando emozioni adeguate alla situazione ed eliminando le sensazioni fisiche spiacevoli.

Se doveste ritrovarvi, in qualsiasi modo, fra i sintomi da noi descritti, vi consigliamo caldamente di chiedere aiuto. Parlare dei propri disagi a livello psicologico può essere davvero difficile, ed ancora di più lo è aprirsi con i propri genitori per chiedere loro la possibilità di venire aiutati da un esperto. Siamo consapevoli che non è facile, ma c’è da considerare che, alla fine della giornata, l’unica persona che rimane permanentemente nelle nostre vite siamo noi stessi; ed in quanto tale, abbiamo bisogno di stare bene per poter convivere con noi in primis e con gli altri in secundis. Chiunque stia leggendo, ricordati questo: non hai nulla che non va se chiedi aiuto. Non è vero che non sei forte se ti aiutare. Andare in terapia include la volontà di voler stare meglio, e ciò non può che rendere fieri di te chiunque ti circondi. Renderai fiero anche te stesso. 

Solo così l'anima può essere come la fenice: tramite il processo di guarigione dato dalla terapia, la psiche potrà “rinascere dalle proprie ceneri”, certamente con cicatrici date da ferite profonde, ma più forte, con una visione di sé e degli altri diversa e non distorta, aperta e non nera e buia. Tornare a vivere in società

dopo essere guariti, sarà come tornare ad Heliopolis per la fenice: un qualcosa di fondamentale, che le porta felicitàz, esperienze, emozioni. 

Lucrezia Di Filippo

Lorenza Zuccarini