Olmpiadi ieri e oggi

100 metri oro

Cleveland (Ohio) - 1939

Salve a tutti, quest’oggi abbiamo l’opportunità di poter intervistare James Cleveland Owens, conosciuto da tutti come Jesse, uno tra i più celebri campioni olimpici degli ultimi anni che, con le sue strabilianti prestazioni, ci ha stupiti tutti.


“Ciao James, piacere di averti qui con noi!”

“Salve a tutti, sono contento di essere qui. Puoi chiamarmi anche Jesse.”



“Bene, possiamo iniziare.

Come ci si sente ad essere diventato in breve tempo un punto di riferimento per così tante persone?”

“Sicuramente sono fiero di aver costituito un esempio importante a cui ispirarsi non solo in ambito sportivo, ma anche sotto l’aspetto umano.

Vincendo ben quattro medaglie d’oro in Germania, patria delle ideologie naziste, ho dimostrato come il colore della mia pelle non mi abbia ostacolato nel raggiungere tali obiettivi.”



“Da cosa sei partito per diventare quello che sei oggi?”

“Sin da ragazzo ho avuto la passione per lo sport, però, non avendo abbastanza soldi per comprare l’attrezzatura sportiva per praticare altre discipline, mi sono sempre dedicato alla corsa. Dopo scuola andavo a lavorare in un negozio di scarpe per guadagnare qualcosa finché la mia famiglia non ha raggiunto una situazione economica stabile, permettendomi di impegnarmi maggiormente nell’atletica.”



“È davvero impressionante!”

“Beh, grazie! In effetti, dopo aver ottenuto una borsa di studio ai campionati nazionali studenteschi, sono riuscito ad entrare all’Università dell’Ohio e ad allenarmi con una vera squadra. Però nel periodo di segregazione razziale in America io ed i miei compagni, anche loro afro-americani, eravamo costretti ad allenarci in squadre separate da quelle dei bianchi e potevamo andare in ristoranti unicamente per persone di colore.”




“Non deve essere stato facile, però, nonostante tutto, sei arrivato alle Olimpiadi di Berlino…”

“Sì, nel 1935 ho realizzato diversi record mondiali sia nei 100 metri che nel salto in lungo grazie anche al supporto del mio allenatore Larry Snyder, per poi arrivare a competere nelle Olimpiadi del ‘36 avendo così la possibilità di raggiungere i successi a cui aspiravo”.



“Sicuramente vincere quattro ori in meno di un’ora non è cosa da poco, ma parliamo delle tue emozioni…”

"In realtà non ricordo molto bene cosa ho provato nel momento prima della partenza, ma posso assicurarti che avevo tanta di quella adrenalina da non riuscire ad essere tranquillo. Inoltre nella gara di salto in lungo due salti erano risultati nulli, ma, grazie al consiglio del mio sfidante e ora grande amico Luz Long, sono partito più indietro riuscendo così a stabilire un nuovo record olimpico.”


“Oh, a proposito, parlaci della tua bellissima amicizia con Long.”

“L’ho conosciuto durante le competizioni e il suo volto mi era già noto in quanto era il favorito di Hitler poiché rappresentava il modello di uomo ariano. Dopo la mia vittoria nel salto in lungo, lui fu il primo a congratularsi con me, e da lì è nata una bellissima amicizia. Negli anni seguenti siamo rimasti in contatto tramite lettere in cui mi chiedeva di raccontare a suo figlio di quanto l’amicizia sia importante e come tramite questa sia possibile abbattere qualsiasi barriera razziale.”



“Wow, davvero commovente.

Dopo i tuoi traguardi in America ti hanno accolto in maniera diversa rispetto a quando sei partito per la Germania?”

“In realtà, una volta tornato in America la situazione era uguale a come l’avevo lasciata; tutti erano pronti a stringermi la mano e a congratularsi con me, ma nessuno ha voluto offrirmi un lavoro. Inoltre, il presidente Roosevelt ha preferito non incontrarmi alla Casa Bianca, come era solito fare con altri atleti vincitori bianchi.”



“Jesse, la tua storia è davvero incredibile. Tutti ricorderanno le tue prestazioni e in particolare l’esempio che hai costituito.

È stato un onore parlare con te e spero di rincontrarti in altre occasioni.”

“Anche per me lo è stato, grazie di avermi invitato e per avermi dato l’opportunità di raccontare la mia storia.”




Sara Simone

Lavinia Mercante

Giovanni Carluccio

Paolo Di Giangiacomo

Chiara Mattucci