Il Comunismo è una dottrina politica ed economica basata sul concetto che la proprietà privata e l’economia basata sul profitto possano essere sostituite dalla proprietà pubblica e dal controllo comune dei mezzi di produzione, come ad esempio miniere ed industrie. La prima società ‘comunista’ mai descritta potrebbe essere il modello della città ideale immaginato nella Repubblica di Platone. In questo dialogo il filosofo greco immaginava quello che per lui era il miglior stato possibile, una società governata da una casta di illuminati al servizio dell’intera comunità.

Questa società era simile ad una grande famiglia, che condivideva tutto, anche i figli . 

Il più noto e politicamente determinante filosofo a credere nel comunismo è Karl Marx che usa il termine tra l'altro nel Manifesto del Partito Comunista scritto con Friedrich Engels. Con Marx ed Engels il comunismo diventa un movimento rivoluzionario. Le idee di Marx sono state sviluppate in molte direzioni diverse: alcuni pensatori prendono da Marx solo il metodo di analisi della società, mentre il nascente movimento socialista ne abbraccia con entusiasmo la parte rivoluzionaria, mettendo in secondo piano il pensiero dei socialisti non marxisti (Pierre-Joseph Proudhon, l'anarchico Bakunin, i già citati utopisti e molti altri). Fu nel segno di Marx che fu creata la Seconda Internazionale Socialista. Nel periodo successivo alla morte di Marx al termine comunismo venne di solito preferito quello, allora equivalente, di socialismo. La grande divisione tra i seguaci delle idee di trasformazione sociale di Marx passava tra i cosiddetti socialisti riformisti o gradualisti come Eduard Bernstein (e per certi versi anche il suo oppositore Karl Kautsky) in Germania, Filippo Turati in Italia o i marxisti austriaci e, sul versante opposto, i socialisti rivoluzionari come Rosa Luxemburg in Germania o Giacinto Menotti Serrati in Italia.

La politica sovietica e la prassi comunista cambiarono radicalmente con l'ascesa del successore di Lenin, Stalin: questi elaborò un'ideologia, il marxismo-leninismo, che sotto la discussa continuazione del pensiero di Marx e di Lenin, formalizzava a livello teorico le istituzioni e le prassi formatesi nell'Unione Sovietica del tempo.

Alla fine della seconda guerra mondiale il potere di Stalin e la sua ideologia si espansero nelle zone che l'Armata Rossa aveva liberato dal nazismo ed occupato. Dopo la morte di Stalin nel 1953 ci furono diverse rivolte nei paesi sotto la sfera di influenza dell'URSS. Nel giugno del 1953 scoppiarono dei moti operai nella Germania Est, che furono repressi con la forza. Nel giugno del 1956 anche alcuni operai polacchi insorsero (rivolta di Poznań). La rivolta fu sedata dall'esercito polacco e venne nominato a capo del Partito Operaio Unificato Polacco (il partito di governo) il moderato Władysław Gomułka, più ben visto dalla popolazione rispetto al predecessore Edward Ochab, evitando così un'ennesima rivolta che avrebbe provocato l'intervento militare sovietico, che invece avvenne in Ungheria pochi mesi dopo. Qui l'insurrezione venne repressa con l'intervento dell'Armata Rossa, che arrivò alle porte di Budapest, e i suoi capi furono giustiziati. Il 10 novembre 1989 crollò il Muro di Berlino, abbattuto dagli abitanti della Germania Est. L'anno seguente la Germania tornò Unita. In Polonia, Ungheria, Bulgaria e Cecoslovacchia, le libere lezioni portarono alla fine del regime comunista.

C.D.S.R.P.