Il Metaverso: la nuova era di Internet

Il termine Metaverso è balzato alle cronache e ha iniziato a rimbalzare nelle nostre teste da quando l’8 ottobre del 2021, Mark Zuckerberg, l’amministratore delegato nonché azionista di maggioranza della Facebook Inc, società che gestisce social media come Facebook, WhatsApp, Instagram, ha annunciato il rebranding del gruppo in Meta, motivando la sua scelta con la volontà di sviluppare una piattaforma informatica del futuro, basata completamente sulla “realtà virtuale”.

Ma che cos’è il Metaverso? È un universo virtuale, connesso a Internet, in cui poter vivere una vita parallela a quella reale, facendo le esperienze più disparate, dalle più normali e quotidiane (non solo giocare ma frequentare corsi, andare a lavorare, e incontrarsi con gli amici, allenarsi, vedere film, partecipare ai concerti, visitare una mostra etc) alle più avventurose come fare surf o kayak, viaggiare in tutto il mondo ed esplorare paesaggi sconosciuti.
Il Metaverso è, cioè, un’espansione virtuale del mondo reale, dove vivere, muoversi, condividere ed interagire attraverso un “avatar” -una rappresentazione digitale di se stessi- e dei dispositivi tecnologici e indossabili, come smart glasses, caschi e visori di realtà virtuale, guanti e tute tattili.

Il termine Metaverso, dal greco μετά “con, dopo, oltre” e dal latino “versus”, part. pass. di vertĕre “volgere” «volto in altra direzione», è stato coniato dallo scrittore di fantascienza cyberpunk Neal Stephenson nel suo romanzo del 1992 “Snow Crash”, dove il Metaverso è descritto come un mondo virtuale a cui le persone si collegano tramite dispositivi tecnologici di realtà aumentata e vi possono realizzare in 3D tutto ciò che vogliono: negozi, uffici, locali dove tutti si possono incontrare e interagire.
Nella versione moderna del Metaverso, però, le cose si fanno in grande: si entra letteralmente nell’ambiente virtuale invece di limitarsi a guardarlo su uno schermo, si assume la propria identità o una nuova identità digitale per entrare in contatto con altre persone e cose e svolgere attività sociali.
L’obiettivo è consentire all’utente di vivere una seconda vita parallela, come in un enorme videogame, interagendo con altri soggetti che, seppure virtuali, sono reali: gli amici con cui ci si incontra sono quelli che si conoscono e gli eventi a cui si partecipa sono organizzati dagli effettivi artisti che si esibiscono.


Sui palchi dei concerti salgono, infatti, veri artisti (in versione avatar, ovviamente): sul popolarissimo videogioco Fortnite si sono tenuti i concerti-eventi virtuali di molti artisti come Ariana Grande, Travis Scott, Marshmello i quali hanno attirato circa 12 milioni di spettatori, molti di più rispetto a piattaforme di streaming video come Twitch, Youtube, e Mixer. Nel Metaverso è possibile anche acquistare oggetti con moneta virtuale, non solo cibo e vestiti (notissimi brand come Gucci, Dolce & Gabbana, LV, Etro, Zara, H&M e Benetton hanno creato “flagship store” visitatissimi), ma anche terreni e abitazioni, pubblicizzare i propri prodotti, creare startup e molto altro.

Certo il Metaverso è un universo innovativo che potrebbe semplificare la vita degli esseri umani e consentire a tutti di vivere esperienze che nella vita reale non possono vivere, ma bisogna stare attenti a utilizzarlo con moderazione perché ci fa vivere pur sempre in un’illusione.
Il rischio è che l’umanità davvero finisca a vivere come in “Matrix”, inconsapevolmente intrappolata all’interno di una realtà simulata che le macchine intelligenti hanno creato per distrarre gli umani mentre usano i loro corpi come fonte di energia.

Giorgia D'Ambrosio