La vera storia di Babbo Natale

La vera storia di Babbo Natale inizia nel IV secolo in Turchia, quando San Nicola (il futuro Santa Claus) divenne vescovo di Myra.  La leggenda che rese famoso San Nicola e gli fece meritare l’appellativo di paladino di tutti i bambini, ha origine nel racconto del greco Michele Archimandrita, poi ripreso da Dante nella Divina Commedia. Il santo iniziò a fare del bene, regalando ai bambini dei regali, però rimanendo anonimo.  E così, dal tentativo mal riuscito di San Nicola di restare anonimo, nasce la tradizione di lasciare di nascosto dei doni sotto l’albero nella notte di Natale. Inizialmente, i regali venivano distribuiti il 6 dicembre, festa di San Nicola, ma poi il Santo divenne talmente famoso che la festa si prolungava sempre fino alla notte del 24, che rimase la data tradizionale per lo scambio dei doni.  Nel corso dei secoli, l’aspetto del Santo è cambiato notevolmente.  Fu così che ogni nazione europea adottò il proprio “sostituto” di San Nicola. La divisa rossa ha origine a Boston nel 1885, a seguito dell’illustrazione di alcune cartoline di Natale ad opera del tipografo Louis Prang. Quindi, la comune credenza che sia stata la Coca Cola ad inventare Babbo Natale vestito di rosso è sbagliata; vero è però che la campagna pubblicitaria iniziata nel 1939 lo ha reso celebre in tutto il mondo. Per le stesse ragioni del cambio di aspetto, dopo la Riforma venne modificato anche il nome del Santo, che passò da “San Nicola” all’olandese Sinter Klass, poi negli USA venne chiamato Santa Claus. Fino a questo punto, Babbo Natale è un vecchio con la barba bianca, snello, con un lungo abito verde scuro. L’immagine soffice e tonda che tutti conosciamo di Babbo Natale, nasce nel 1860, quando il Presidente americano Abraham Lincoln, come arma di guerra psicologica nei confronti della Germania, chiese al caricaturista americano Thomas Nast di ridicolizzare l’immagine del Santa Claus tedesco: Nast lo ingrassò, enfatizzò le curve con una cinta nera in vita e decise che Babbo Natale era certamente nato al Polo Nord, e che doveva avere le guance rosse. Per via della rigida disciplina tedesca, Babbo Natale scriveva una lista dei buoni e dei cattivi. La slitta, che riesce a portare un sacco così grande da contenere regali per i bambini di tutto il mondo, non è altro che una caricatura della mitica Station Wagon. Le renne compaiono solo nei primi dell’800. La nona renna, aggiuntasi solo nel 1939, è Rudolph dal naso rosso, inventata a scopo pubblicitario dalla catena americana Montgomery Ward. La favola narra che Rudolph fosse spesso snobbata e presa in giro dalle altre renne per via del suo naso rosso brillante, e non gli era permesso prendere parte a nessuno dei tipici giochi da renna. Una notte di Natale molto nebbiosa, Babbo Natale in persona si avvicinò al povero Rudolph e gli chiese se voleva guidare la slitta, perché avrebbe fatto luce con il suo naso. Da allora Rudolph, che rappresenta la rivalsa di tutti coloro che vengono emarginati, divenne la renna più famosa di tutte. In Svezia, invece, questa leggenda non esiste perché Babbo Natale è accompagnato nel suo viaggio da un gruppo di caprioli. Per quanto riguarda il rapporto con i mitici gnomi, sembra che Santa Claus si facesse accompagnare dallo gnomo Peter il Nero, che puniva i bambini ancora svegli. Nel tentativo di stemperare questa brutta immagine, gli gnomi divennero abili costruttori di giocattoli, e di Peter il Nero non si seppe più nulla. Secondo fonti inglesi, San Nicola era seguito da un anziano baffuto chiamato Pelznickel. Tutte queste leggende non fanno altro che alimentare il mito di Babbo Natale. Sebbene esistano associazioni come la Institute of Scientific Santacluasism (USA), che cercano le prove dell’esistenza del Grande Vecchio, ai bambini tutto questo non serve. E in realtà non serve nemmeno agli adulti. Babbo Natale esiste perché incarna la magia del Natale ed il nostro desiderio di essere più generosi, più aperti, di vedere tutti con gli stessi occhi.

G.G.