IL RIPOPOLAMENTO DELLE BARRIERE CORALLINE

La barriera corallina è l’esoscheletro (scheletro esterno) dei coralli, minuscoli animali acquatici invertebrati, definiti polipi, ancorati a un substrato marino biodinamico.

Essa rappresenta l’habitat e il rifugio di coloratissimi pesci, mante, delfini, balene, tartarughe marine, circa il 25% delle specie marine esistenti. Purtroppo però l’equilibrio della Barriera Corallina, rimasto intatto per centinaia di migliaia di anni, ora è in pericolo a causa dell’aumento della temperatura e dell’acidità del mare causata dai cambiamenti climatici.

Il Rapporto dell’Istituto Australiano delle Scienze marine rileva un importante ripopolamento delle barriere coralline australiane: la Grande Barriera Corallina (GBC) australiana mostra una sorprendente resilienza per via della veloce capacità di recupero anche dopo periodi di stress climatici e ambientali.

Una ricerca indica un aumento della copertura corallina centrale e in quella settentrionale, il livello più alto in 36 anni di monitoraggio. 

Il Centro di Ricerca sull’Ecologia Marina della Southern Cross University del Queensland – Australia – ha avviato, nel 2016, una tecnica di fecondazione in vitro (IVF) dei coralli avvenuta con successo nelle Filippine e nella GBC. 

A Bonaire, nel Mar dei Caraibi, si pratica invece il giardinaggio dei coralli, coordinato dalla ricercatrice italiana Francesca Virdis. Attraverso la tecnica della frammentazione, tutti i coralli dello stesso genotipo si tagliano a metà e si coltivano in vivai subacquei. In tal modo, duplicato il numero dei ceppi originari, si riproducono migliaia di nuovi polipi corallini.

Infine ricercatori italiani, contro lo sbiancamento dei coralli in collaborazione con l’Acquario di Genova, hanno recentemente presentato uno studio che dimostra l’efficacia della curcumina – estratto della curcuma – nel ridurre lo sbiancamento dei coralli. 

Invero la scienza dimostra di saper rimediare ai danni provocati dall’azione antropica. Punti fermi rimangono comunque le politiche globali di salvaguardia dell’ambiente e la lotta al cambiamento climatico.

UN CAVALLO IN CORSIA

L’algerino Hassen Bouchakour, proprietario di Peyo, acquista questo cavallo nel 2011 per esibirsi con lui in alcuni spettacoli, ma il cavallo non ha un temperamento facile, è quasi aggressivo, ma al termine di ogni esibizione Peyo intercetta sempre tra il pubblico le persone più anziane o colpite da qualche disabilità e si avvicina loro cercando di instaurare una relazione, porgendo il muso e annusandole, con  grande calma e dolcezza. 

Hassen decide così di mettere a servizio dei malati questa dote di Peyo.

Vari ricercatori trovano in lui un’attività cerebrale unica: non solo Peyo riesce a riconoscere persone sofferenti, ma anche a rilevare tumori. Per questo, nel 2016, Peyo comincia a lavorare in alcuni ospedali francesi come cavallo terapeuta.

Peyo è un cavallo straordinario, dà tranquillità ai pazienti degli ospedali francesi, riesce a far migliorare la memoria ai pazienti con l'Alzheimer e a far diminuire l'uso di ansiolitici per i malati terminali.

Si è dovuto abituare a passare per i corridoi degli ospedali e a prendere gli ascensori e la cosa più incredibile è che i pazienti da confortare li sceglie lui! Peyo sceglie i malati da assistere, semplicemente toccando con il muso la porta della camera d’ospedale in cui decide di entrare e i risultati sono molto positivi.

Hassen Bouchakour, il propietario di Peyo, ha fondato l’associazione Les Sabots Du Coeur (Gli zoccoli del cuore) allo scopo di creare un centro per l'assistenza ai malati terminali a Calais. 

IT-ALERT: LA TECNOLOGIA COLLABORA CON LA CITTADINANZA 

Il servizio ITalert, dove per l’appunto IT è la sigla del Paese di origine (Italia), è un sistema di allerta nazionale per “comunicare a tutti i cittadini, in tempi molto brevi, una grave emergenza o catastrofe imminente o in corso”

Si tratta di un “messaggio di testo prioritario, accompagnato da un suono ben riconoscibile e differente dalla suoneria” che raggiunge tutti coloro che hanno un cellulare dotato di SIM, in una determinata regione geografica. I primi test sono avvenuti a settembre in diverse regioni italiane, come anche in Campania il giorno 12.

Conosciamo i pericoli presenti sul nostro territorio (maremoti, alluvioni, rischi vulcanici, terremoti etc) e probabilmente questo sistema potrà essere un aiuto prezioso per evitare allarmismi dovuti a fake news e per rendere i cittadini più consapevoli dei rischi.

Ma quello che molta gente si chiede è come ci si deve comportare una volta ricevuto il messaggio. Quindi non basta un sistema di allerta tecnologico ma bisogna informarsi sui rischi presenti sul territorio in cui si vive, si lavora o si viaggia e conoscere i piani di protezione civile. 

AleMarons