MASCHERE ITALIANE

Le maschere di Carnevale sono diverse in ogni regione italiana e hanno nomi tipici a seconda del luogo. Ecco, in ordine alfabetico, ogni regione con le rispettive maschere. 

Una delle regioni con il numero minore di maschere è l’Abruzzo, che conta due maschere: Frappiglia e Patanello. Successivamente abbiamo la Basilicata, che come maschere ha Rumit’, Urs, Quares’m, Mucca e Toro. Di certo dei nomi molto particolari per una regione così piccola e di cui spesso si sottovalutano il dialetto e la cultura. Andando avanti con le regioni troviamo la Calabria, che, pur avendo solo una maschera, ovvero Giangurgolo, viene ricordata per il possesso di questa spavalda figura. Continuando abbiamo la Campania che possiede non solo quella che probabilmente è la più famosa, Pulcinella, ma anche altre tre maschere  cioè Tartaglia, Scaramuccia e Coviello. Procedendo, le maschere sono:

Emilia-Romagna: Dottor Balanzone, Dsevod, Bertoldo e Bertoldino.

Friuli-Venezia Giulia: Blumari, i Maschkar e gli Jutalan, te le bile maškire.

Lazio: Rugantino, Meo patacca.

Liguria: Bacicci.

Lombardia: Re Gnocco, Meneghino, Cecca, Arlecchino, Brighella, Balarì.

Marche: Mosciolino, Papagnoco, Il Rabachen e la Cagnera,Il Vulon.

Piemonte: Gianduia.

Puglia: Farinella, Gibergallo e Lu Pagghiùse, Don Pancrazio Cucuzziello.

Sardegna: Mamuthone e Issohadore, Boes, Merdule, Su Maimulu, Su Cumponidori, S’Ainu Orriadore, Thurpos, Sa Filonzana, Gairo.

Sicilia: Peppe Nappa.

Toscana: Stenterello, Burlamacco.

Trentino-Alto Adige: Egetmann, Manicchio

Umbria: Nasotorto, Nasoacciaccato, Chicchirichella, Rosalinda.

Valle d’Aosta: Landzette.

Veneto: Pantalone, Colombina, Papà del Gnoco, Žinghenésta.

Nonostante siano un po’ vecchie, le maschere sono e resteranno sempre parte integrante della cultura italiana.  

CDSLD