Il problema delle donne in Afghanistan

I diritti delle donne in Afghanistan sono cambiati in maniera significativa nel corso degli ultimi anni, in particolare dopo il 2001, con la caduta del regime islamico, il quale aveva imposto terribili limitazioni ai loro danni.

Dal 1996 al 2001 i talebani, ossessionati dalla figura femminile da censurare, imposero alle donne obblighi assurdi, impensabili e al di fuori dell'inverosimile. Le stesse erano costrette a trascorrere tutto il tempo nella propria abitazione con la possibilità di uscire solo se accompagnate da un uomo. Il burqa divenne obbligatorio e fu stabilito il divieto di utilizzo di cosmetici, smalto e gioielli. Venne proibito loro di ridere, di lavorare e di frequentare la scuola. Nessun uomo avrebbe dovuto rivolgere la parola a una donna e questa non avrebbe nemmeno dovuto guardarlo negli occhi o stringere la mano. Tutte le donne presenti in radio, in televisione e in uffici pubblici scomparvero. Vennero proibite le biciclette e tutti i tipi di sport possibili per le donne. Vennero chiusi tutti i bagni pubblici femminili.

Gli uomini hanno avuto potere assoluto sulle donne privandole di ogni diritto: dietro ai burqa, che le privava della loro dignità e della loro identità, le donne sono diventate sempre più oggetti e sempre meno persone, prive delle più elementari libertà. Tantissime furono le donne giustiziate per adulterio. Molte donne si sono lasciate morire, altre si sono suicidate, anche dandosi fuoco, molte sono morte per mancanza di cure mediche o di parto naturale, visto che non sono state più visitate da medici uomini. Alle donne era vietato anche studiare allo scopo di privarle della cultura cosa che ne determinava un ulteriore stato di sottomissione.

Il 7 ottobre 2001, all’indomani dell’attacco alle torri gemelle cominciò, ad opera degli americani con l’appoggio dell’Occidente, l’invasione dell’Afghanistan. Ebbe inizio una lunga battaglia tesa a sradicare il potere dei Talebani, ritenuti la culla del terrorismo anti Occidentale, con il conseguente ridimensionamento del loro potere sul territorio, ciò favorì, negli anni a seguire, una lenta riconquista della propria libertà, da parte delle donne.

Purtroppo però, dopo che il 15 agosto 2021 i Talebani, in seguito al ritiro delle truppe americane, hanno ripreso in mano il controllo dell’Afghanistan e della capitale Kabul sono ricominciate le preoccupazioni per quanto riguarda la futura condizione dei diritti umani e delle donne. 

Nonostante il capo dei Talebani, all’indomani della partenza degli americani, abbia ufficialmente dichiarato che nel suo governo ci saranno delle donne (anche se nel rispetto della Sharia), e che esse potranno studiare e lavorare liberamente senza essere ostacolate, indossando solamente l'hijab come indumento obbligatorio, e di avere in mente di costruire un Paese civile e democratico, le donne si dicono ancora scettiche e, il giorno dopo la ripresa al potere dei Talebani, alcune di loro sono scese per le strade a manifestare per i loro diritti.

Purtroppo però per il momento sono rimaste solo promesse , tese soprattutto ad ottenere il riconoscimento politico da parte dell’Occidente : alcuni loro seguaci  hanno continuato a molestare le donne per strada, a vietare loro accesso ad alcune istituzioni, e ostacolandole al lavoro, hanno annunciato che vieteranno alle donne lo sport in pubblico, che le stesse potranno studiare, a condizione che lo facciano  in aule separate dagli uomini, o divise da un sipario, che non ricopriranno cariche politiche significative, ma marginali; inoltre saranno obbligate ad uscire velate.

Sembra quindi evidente a tutti la circostanza che, al di là dei proclami, il futuro delle donne in Afghanistan si avvia al ritorno ad un periodo buio, ad un passato che tutti speravano fosse oramai alle spalle, e questo ci rattrista, ma, soprattutto, ci pone innanzi agli occhi la dura realtà delle difficoltà che le donne, in Afganistan in maniera molto evidente, ma non solo li ,devono affrontare , per affermare la propria pari dignità. 

 E per questo penso che sia importante condannare sempre i soprusi di ogni genere perpetrati ai danni della donna affinchè la bandiera dell’uguaglianza di genere sventoli dovunque nel mondo.


Matteo Gargano