Esperienza traumatica a Pescul

Esperienza traumatica a Pescul


E’ il 26 dicembre 2017 e finalmente partiamo per il viaggio tanto atteso: si va a sciare!

Finiamo di chiudere le ultime valigie e poi saltiamo in macchina, pronti ad affrontare le 8 ore di viaggio, che solo a pensarci ci viene la nausea.

Dopo varie soste e rifornimenti di carburante, arriviamo a destinazione:

Pescul, un paesino sperduto, dormiente sotto una coperta di neve.

All’ esterno la temperatura è di circa 10 gradi sotto zero, si gela.

Esausti dal viaggio, sprofondiamo sotto il piumone per poi crollare in un sonno profondo e duraturo, incoscienti del brutto scherzo riservatoci dal fato il giorno successivo.

Al risveglio, come una maledizione, ci ritroviamo tutti malati con febbre superiore ai 38 gradi, che manda all’aria i piani fatti, per i giorni seguenti.

Le giornate passano, e con esse anche la febbre, e senza rendercene conto la vacanza è quasi giunta al termine: è il 31 dicembre.

Non avendo programmi, ci accontentiamo di trascorrere il capodanno in uno squallido Hotel, non sapendo che si sarebbe rivelato uno dei capodanni più divertenti di sempre.

Iniziamo la famosa cena dell’ultimo dell’anno, che si prospetta disgustosa e noiosa, ma la serata si rianima grazie all’arrivo di un cameriere totalmente ubriaco, il quale, rompe il ghiaccio trasformando il ristorante in una simpatica pista da ballo.

Il tempo passa in fretta, ed infatti basta guardare l’orologio per capire che un altro anno si è quasi concluso: sta per scoccare la mezzanotte.

Ci armiamo di champagne e alle 11.59 parte il countdown, manca poco!

Sono le 12.00, lo champagne è stato stappato e stiamo brindando in allegria; domani torneremo a casa e a dirla tutta sentiremo la mancanza di questo paesino solitario.



C.O.F.L.A.