IN GITA A NAPOLI…

LUOGHI DA VISITARE

Quello di San Giuseppe dei Nudi è un Complesso monumentale poco conosciuto dalla maggior parte dei napoletani, che però vale la pena scoprire.

Si trova nell’ omonima via, al centro di Napoli, nei pressi del Mann.

La storia del Complesso è particolarmente interessante.

Nel 1734, tre nobili napoletani, Francesco Cerio, Domenico Orsini e Nicola Antonio Pirro Caràfa, costretti da un’improvvisa pioggia a rinunciare alla loro battuta di caccia, decisero di destinare la spesa predisposta per tale svago ad un’opera di misericordia. 

Apparso improvvisamente al loro cospetto un anziano mendicante, ai tre uomini venne contemporaneamente alla mente il motto biblico Nudus eram et coopervistis me (Ero nudo e mi avete coperto). 

Fu tale la gioia nell’aiutare e nel rivestire il povero anziano che, grazie anche al sostegno e all’incoraggiamento del frate carmelitano Giuseppe Maria di San Carlo, i tre gentiluomini decisero di creare un sodalizio per dare continuità a quest’opera: l'Arciconfraternita di San Giuseppe dell’Opera di Vestire i Nudi e Vergognosi.

Il 30 giugno del 1740 l’Arciconfraternita riceve l’Avallo regio e diventa Reale Arciconfraternita di San Giuseppe dell’Opera di Vestire i Nudi e Vergognosi. 

Il documento con la firma del Re è custodito nell’Archivio della Fondazione.

Il 13 ottobre 1745 il papa Benedetto XIV concede il benestare della Chiesa. 

Il riconoscimento della famiglia borbonica, prima con Carlo e poi con Ferdinando, diede grande impulso all’attività della Congregazione e una crescente notorietà al punto che, per gli uomini dell’alta società dell’epoca, diventare confratelli dell’Opera  rappresentava un gran privilegio.

Il Complesso monumentale  è costituito dalla Chiesa, dal Palazzo, che oggi ospita le collezioni della Fondazione e l’Archivio storico, e dal Giardino monumentale.

Il Giardino, da poco restaurato, ospita un’installazione scultura di Riccardo Dalisi, opera donata dal maestro nel 2020.

Nel Palazzo sono conservati dipinti, sculture, reliquiari e vesti da messa.

La Chiesa, realizzata tra il 1750 e il 1780, conserva i tre altari in marmo intagliato del XVIII secolo e un magnifico organo a canne del XVIII secolo.

Sull’ altare maggiore si trova la tela raffigurante l'Opera di Misericordia Vestire gli Ignudi, di Achille Iovane (1826), commissionata dai confratelli per rappresentare l’istituzione.

Due volte all’anno, in corrispondenza del Natale e della festa del Santo Patrono, nella Chiesa si svolgeva il rito della ‘donazione’ delle vesti ai poveri, i ‘nudi e vergognosi’. I ricchi e gli aristocratici donavano all’Arciconfraternita le proprie vesti che venivano così esposte alle pareti della chiesa.

Alla cerimonia la Congregazione riservava un’importanza straordinaria, vista la solennità con la quale si svolgeva, alla presenza del Re e di tutta la corte, e in qualche occasione anche del Pontefice.
Dalla metà dell’Ottocento la cerimonia divenne unica e celebrata solo il giorno  di San Giuseppe, quando si rinnovava lo spirito di magnanima carità che aveva mosso i fondatori alla metà del Settecento. 

Sull’ altare veniva collocato il busto raffigurante San Giuseppe con il bambino e nelle sue mani veniva posto il Bastone fiorito, reliquia preziosa donata all’istituzione dagli eredi del celebre cantante d’opera Nicola Grimaldi detto Nicolino, nel 1795.
I fedeli si avvicinavano per toccare il busto per ingraziarsi la protezione del Santo. Su di esso infatti ci sono ancora i segni dei graffi provocati dalle tante mani. 

Nicolò Grimaldi detto Nicolino, fu un celebre  Sopranista e contraltista,   acclamato nei maggiori teatri  d’opera in Europa e a Londra.
Tornato in Italia, dal 1717, oramai affermato, si stabilisce nella sua città natale.  Da Londra porta con sé il Bastone a lui donato, quale ricompensa, il quattro giugno 1712, dalla famiglia Hampden. 
Il Bastone era già stato riconosciuto come reliquia avendo superato la ‘prova del fuoco’.

Per un decennio il Bastone fu esposto nella casa del cantante alla Riviera di Chiaia.
Tra musiche e grandi apparati scenografici allestiti in occasione della festa di San Giuseppe, quando la folla si accalcava per toccare l’oggetto di devozione, non pochi fedeli, al momento di baciare il bastone, staccavano dei frammenti per portarli a casa e venerarli come minuscole reliquie.
Il cantante decise allora di porre accanto al bastone un maggiordomo perché vegliasse su di esso; le sollecitazioni del custode a non danneggiare la sacra reliquia, a non sfregarla, pronunciate con marcato accento veneto, diedero vita al colorito detto napoletano:
‘’Non sfruculiare la mazzarella di san Giuseppe”, che significa ‘non infastidire il prossimo’. 


Spero che la storia del complesso di San Giuseppe dei Nudi e delle sue reliquie vi abbia fatto venire il desiderio di andarlo a visitare. 

Il Palazzo è attualmente in ristrutturazione. 

Verrà trasformato in un Museo, dotato di servizi moderni. L’inaugurazione è prevista per la fine del 2024.

Se siete o no di Napoli, non potete non visitarlo.

Non ve ne pentirete!



S.d.F.