Scegliere consapevolmente l’energia che nutri
Nella vita quotidiana non ci rendiamo conto di quante energie collettive ci circondano. Ogni volta che più persone condividono un pensiero, un’emozione o un obiettivo comune, si genera un campo energetico che prende forma e vita propria: questa è un’eggregora.
Le egregore nascono e crescono grazie all’attenzione e all’intensità emotiva che le persone vi riversano.
Ci sono egregore luminose, create da comunità che pregano, meditano, si sostengono con amore.
Ma esistono anche egregore pesanti, generate da paura, conflitti, manipolazioni.
Accanto a questo concetto, la tradizione esoterica parla anche di pendoli energetici: strutture collettive che oscillano come veri e propri campi magnetici, in grado di attirare chi vi entra in risonanza.
Un pendolo prende vita quando un gran numero di persone concentra energia su un’idea o un evento. Più se ne parla, più si alimenta.
Una moda, una tendenza social o una corrente politica sono pendoli che attirano attenzione e consenso.
Le guerre, i drammi mediatici, gli scandali: pendoli che si nutrono di paura e rabbia.
Ma anche un cerchio di meditazione, un gruppo che canta insieme o una comunità spirituale possono diventare pendoli luminosi, capaci di sostenere e innalzare le persone.
Accorgersi – Osservare se stiamo nutrendo un pendolo che non ci appartiene davvero.
Non combattere – Contrastare un pendolo non lo dissolve, ma lo rafforza. L’unico modo è sottrarre energia e attenzione.
Scegliere consapevolmente – Dirigere la nostra attenzione a ciò che nutre il cuore, non ciò che ci risucchia.
Creare egregore luminose – Ogni volta che più persone si uniscono con intenzioni di amore, guarigione e crescita, nasce un campo energetico capace di trasformare e sostenere.
Le egregore e i pendoli non sono entità astratte lontane da noi:
siamo noi stessi a crearli, nutrirli e renderli forti. La scelta sta nel decidere a quale energia donare la nostra attenzione. Ogni pensiero e ogni azione, soprattutto quando condivisa con altri, contribuisce a costruire il mondo invisibile che ci circonda.
Scegli cosa seguire: se un’informazione, una moda o un dibattito ti prosciuga energia, limita l’esposizione.
Non alimentare con emozioni forti: anche parlare male di un pendolo lo nutre. Distaccati senza giudizio.
Coltiva silenzio e presenza: la meditazione, il respiro consapevole e il contatto con la natura aiutano a “staccare la spina” dai campi collettivi.
Riconosci i tuoi bisogni: spesso ci agganciamo a un pendolo perché cerchiamo appartenenza, sicurezza o conferme. Trova questi bisogni in te stessa, non fuori.
Riunisciti con persone che condividono intenzioni positive.
Porta consapevolezza in ciò che fate insieme: un canto, una meditazione, un rituale.
Fissa un intento comune chiaro (pace, guarigione, amore, crescita).
Alimenta l’eggregora con pensieri, parole e azioni coerenti nel tempo.
Mantieni nel tempo la coerenza: l’eggregora vive di ciò che le doni ogni giorno.
Non dare energia a ciò che ti prosciuga.
Evita di parlarne continuamente (anche in negativo).
Ritaglia spazi di silenzio, natura e meditazione.
Chiediti: “Sto scegliendo io o mi sto facendo trascinare?”