Gli Sciamani sono da sempre considerati “coloro che sanno vedere nel buio”. Attraverso il viaggio sciamanico entrano in connessione con le energie dell’universo, con gli Animali di Potere e con le Guide spirituali.
Nelle culture antiche queste pratiche servivano a garantire la sopravvivenza della comunità: trovare cibo, protezione, guarigione. Ma oggi, in un mondo frenetico e disconnesso, lo sciamanesimo torna ad offrirci strumenti preziosi.
A riconnettersi con le energie universali, ritrovando equilibrio e radicamento.
A coltivare la consapevolezza di sé e il proprio potere spirituale.
A portare guarigione, intesa non solo come cura ma come mantenimento dell’integrità dell’anima.
Secondo la tradizione, traumi fisici o psichici possono creare dei
“vuoti energetici”, chiamati perdite dell’anima.
Questa visione oggi trova una sorprendente eco nell’epigenetica, che studia come gli eventi e l’ambiente possano modificare l’espressione del nostro DNA.
Essere sciamani moderni significa attingere a queste antiche conoscenze per vivere in armonia con le forze dell’universo e mantenere vitale ed equilibrata l’energia del corpo e dello spirito.
Nel cuore di molte tradizioni antiche esiste un sapere sottile:
quello che ci invita a chiudere gli occhi… per vedere meglio.
Il viaggio sciamanico è un'esperienza sacra che ci permette di accedere a stati non ordinari di coscienza, dove la mente razionale si fa silenziosa e l’anima comincia a parlare.
Attraverso il suono del tamburo, della voce o di strumenti rituali, si apre uno spazio interiore che non è sogno né fantasia, ma un luogo reale dell’anima.
In questo spazio, si entra in contatto con i Tre Mondi dello Sciamanesimo:
È il regno delle radici. Un mondo profondo, legato alla Terra e agli spiriti della Natura. Qui incontriamo gli animali guida, gli alleati ancestrali, le forze istintive che conoscono il corpo, le emozioni, la guarigione.
È un mondo di selve, caverne, acque sotterranee. Ogni simbolo è vivo. Ogni incontro è medicina.
È il mondo del presente sottile.
Non è il mondo fisico così come lo percepiamo, ma la sua dimensione energetica. Qui si muovono memorie, spiriti erranti, emozioni sospese, luoghi che parlano.
Il Mondo di Mezzo ci aiuta a comprendere ciò che accade intorno a noi, ma da uno sguardo più ampio.
È il luogo della relazione con il visibile e l’invisibile.
È il regno della luce e della saggezza.
Qui si incontrano Maestri Spirituali, Guide di Luce, Antenati illuminati. È un mondo più rarefatto, etereo, che si raggiunge spesso con il tamburo o attraverso meditazioni profonde.
Chi viaggia in questo mondo porta con sé intuizioni luminose, risposte, visioni dell’Anima.
Questa è la domanda più comune.
E non esiste una risposta scientifica, né una conferma esterna.
Esiste la tua esperienza.
Esiste quello che hai sentito.
Se un viaggio ti ha aiutato a capire qualcosa, se hai pianto, sorriso, tremato, se ti ha dato una forza nuova…allora è reale per te.E tanto basta.
Nel lavoro sciamanico, immaginazione e verità non sono opposti:
l’immaginazione è una porta sacra, uno strumento di visione. Un ponte tra i mondi.
Non servono credenze. Serve solo rispetto. E la volontà di ascoltare ciò che da sempre vive dentro di te.
I viaggi sciamanici non sono fuga dal reale, ma ritorno a sé stessi.
Ci ricordano che la coscienza è vasta, che l’anima sa guidare, e che la Natura — visibile e invisibile — è una nostra alleata. Per chi sente il richiamo, ogni viaggio è un passo. Ogni mondo è una parte di te.
Negli ultimi anni sono sempre più diffuse cerimonie di cacao, rapè, sananga e altre piante maestre. Sono pratiche che appartengono a tradizioni indigene antiche, nate in contesti specifici come l’Amazzonia o il Centro America.
Sono rituali potenti, perché aprono porte interiori attraverso l’uso di piante sacre, accompagnate da canti e riti tramandati da generazioni. Ma questa potenza può essere anche destabilizzante, soprattutto se viene estrapolata dal suo contesto e proposta in ambienti occidentali senza la stessa preparazione culturale e spirituale.
Lo Sciamanesimo Transculturale, invece, non appartiene a una sola cultura. È un linguaggio universale che parla a tutti gli esseri umani attraverso simboli, archetipi e strumenti semplici come il tamburo, le direzioni, gli elementi della natura.
È un cammino che non richiede sostanze: si viaggia dentro di sé, sostenuti dal ritmo, dal respiro, dall’intenzione.
Non è meno potente: è diverso.
Le piante scuotono, il tamburo accompagna.
Le prime aprono portali improvvisi, il secondo ti insegna a camminare passo dopo passo dentro il tuo mondo interiore.
Personalmente io sento più affinità con questo approccio.
Non perché valga più o meno dell’altro, ma perché mi parla di radici universali, accessibili a chiunque voglia incontrare la propria anima con rispetto e gradualità.
Lo Sciamanesimo non è una moda, non è un’esperienza da consumare:
è un cammino.
E ogni cammino ha bisogno della forma che più risuona con il nostro cuore.