Ricordarsi di sé non è un gesto sporadico, ma una pratica quotidiana.
Significa restare in contatto con il proprio centro anche quando la vita è caotica, rumorosa, piena di richieste esterne.
Troppo spesso ci adattiamo alle urgenze degli altri, dimenticando che anche noi abbiamo bisogno di spazio, tempo e nutrimento interiore.
Eppure, senza radici forti, ogni nostra azione rischia di diventare meccanica, spenta, scollegata dalla nostra vera essenza.
Ritornare a sé è ascoltare le proprie necessità senza sensi di colpa:
Riconoscere ciò che ci ricarica davvero.
Dire “no” quando serve, proteggendo i propri limiti.
Onorare i momenti di silenzio e introspezione.
Scegliere ciò che accende la luce dentro, lasciando andare ciò che la spegne.
Non è egoismo, ma responsabilità verso se stessi.
Quando siamo centrati, possiamo donare agli altri energia pulita, presenza autentica e amore sincero, senza svuotarci.
Il ritorno a sé è un viaggio che non ha una meta finale: ogni giorno possiamo rinnovarlo, passo dopo passo, finché diventa il nostro modo naturale di vivere.
Dal punto di vista energetico, ritornare a sé significa richiamare tutte le parti di energia che abbiamo disperso in pensieri, preoccupazioni, persone e situazioni esterne.
È come rientrare nella propria casa interiore, chiudendo dolcemente la porta al rumore del mondo.