Chi si vede sempre come vittima rischia di fare del male senza accorgersene.
Quando reagiamo per paura invece che per realtà, creiamo conflitti e alimentiamo tensioni.
La vera forza sta nel riconoscere le proprie responsabilità e scegliere consapevolmente come agire, così da portare pace invece che ferite.
La libertà comincia quando smettiamo di dare colpa al mondo e iniziamo a trasformare noi stessi.
Nella vita, tutti possiamo attraversare momenti difficili, situazioni ingiuste o esperienze che ci hanno fatto sentire feriti.
Essere vittima in un evento reale è naturale: significa che abbiamo subito qualcosa che non dipendeva da noi.
Ma a volte, senza rendercene conto, continuiamo a percepirci vittime anche quando la situazione è cambiata. È come se un vecchio dolore o una vecchia storia rimanesse a guidare il nostro modo di vedere il mondo.
In questa posizione interiore, possiamo sentire di non avere potere sulle circostanze, di essere in balia di ciò che accade o delle scelte degli altri.
Questo non significa essere “deboli” o “sbagliati”: significa che una parte di noi chiede ancora protezione, ascolto e guarigione.
Riconoscere questo ruolo non è colpa né vergogna.
È un primo passo per restituirci la possibilità di agire, scegliere, trasformare.
Uscire dal ruolo di vittima non vuol dire negare ciò che è successo, ma imparare a non viverci dentro per sempre.
Con percorsi di consapevolezza e pratiche energetiche, possiamo:
liberare il peso delle vecchie ferite,
recuperare la nostra energia vitale,
tornare a sentirci creatori della nostra vita.
Perché non sempre possiamo cambiare ciò che ci è successo, ma possiamo cambiare il modo in cui scegliamo di vivere oggi.