Tutti conosciamo la storia di Adamo ed Eva, il giardino dell’Eden, il serpente tentatore, la mela proibita, la disobbedienza, la caduta. Ma cosa succede se andiamo oltre la narrazione religiosa e ne cogliamo il simbolismo profondo? E se non fosse stata una colpa, ma un atto di consapevolezza?
Nel mito, Adamo ed Eva vivono nell’Eden, in uno stato di innocenza, di unità con Dio. Ma è anche uno stato inconsapevole, privo di scelta, di identità, di esperienza.
La “Mela” è il frutto dell’Albero della Conoscenza del Bene e del Male.
Simbolo antichissimo del Libero Arbitrio, della coscienza duale, della capacità di discernere, scegliere, evolvere. Mangiarla non è solo un atto di ribellione.
È il primo passo verso l’Autonomia dell’Anima.
Eva – spesso demonizzata – diventa colei che accende la scintilla della consapevolezza. La portatrice della scelta, la madre del risveglio.
Dopo aver mangiato il frutto, Adamo ed Eva vengono “cacciati” dal Paradiso. Ma in realtà discendono nella materia, nel corpo, nella polarità, nel tempo. Questa “Caduta” è la nascita dell’anima nella dimensione terrena, dove può fare esperienza, evolvere, ricordare se stessa come divina attraverso il velo dell’illusione.
Un passaggio necessario per portare la Luce nella materia. Per imparare ad amare non più solo come creature, ma come co-creatori.
Per incarnare la coscienza del cuore nel mondo reale, fatto di ombre, scelte, contrasti.
Adamo ed Eva, il serpente e la mela non parlano di una colpa.
Parlano del cammino dell’anima verso la libertà.
Parlano di noi, quando scegliamo di risvegliarci, di uscire dall’automatismo, di cercare verità più profonde. Perché il vero Eden non è da cui veniamo…
ma quello che costruiamo, consapevolmente, ogni giorno.