Viviamo in un’epoca che ci ordina di essere sempre sorridenti, positivi, produttivi, in forma, illuminati.
Ci spinge a rincorrere un’immagine perfetta di noi stessi, come se l’amore e il valore dipendessero dalla nostra capacità di mantenere quel sorriso e nascondere ogni ombra.
Ma l’anima non si nutre di finzioni.
La rabbia, la tristezza, la paura, la solitudine… non sono nemici da reprimere, ma parti vive di noi che chiedono di essere viste, ascoltate, accolte.
Ignorarle le trasforma in fantasmi che ci prosciugano dall’interno, finché non ci fermiamo ad abbracciarle.
Essere autentici significa lasciare spazio a tutta la gamma delle nostre emozioni.
Significa avere il coraggio di dire:
Oggi non sto bene.
Oggi non sono ottimista.
Oggi ho bisogno di fermarmi.
Non per arrendersi, ma per smettere di mentire a se stessi.
Perché la felicità vera non è un sorriso incollato sul volto:
è la pace che nasce quando possiamo mostrarci vulnerabili senza paura di essere rifiutati.
Ama il tuo cuore stanco, ama le tue crepe, ama i giorni in cui ti senti perso.
Non devi essere perfetto per meritare amore.
Non devi essere sempre “luce” per avere valore.
Ricorda che :
Non devi essere sempre sorridente.
Non devi essere sempre positivo.
Non devi essere perfetto.
La tua rabbia è sacra.
La tua tristezza è vera.
La tua paura è umana.
Smetti di nascondere le tue crepe.
Smetti di rincorrere un’immagine che non ti appartiene.
Smetti di chiederti se “vai bene così”.
La felicità autentica non è luce costante.
È accogliere anche l’ombra.
È amarsi quando non si è in pace.
È guardarsi negli occhi e dire:
“Ti amo esattamente così come sei”.
Puoi sederti accanto alla tua ombra e scoprire che, a volte, proprio lì nasce la tua parte più vera.