Rumic Bits (quarta parte)

Estratto dalla rivista "Comics Natalie" del 20 maggio 2013, per il trentacinquesimo anniversario di carriera.


Congratulazioni per il suo trentacinquesimo anniversario. Come si sente dopo aver disegnato manga per 35 anni?

Uhmm... è come se questi 35 anni fossero passati in un istante.


Rilegge mai alcune delle sue opere più datate?

Mi capita di rado. Di solito non rileggo i miei lavori dopo che li ho terminati. Piuttosto, mentre sono all'opera su un nuovo capitolo della storyline in corso, rileggo quelli precedenti in modo da controllare che la trama fili bene. Anche se ammetto che, quando ero giovane, ero capace di leggere un tankobon mille volte.


Quando ha iniziato la sua carriera, avvertiva la sensazione di stare cambiando il modo di fare i manga?

Premetto che la prima ragione per cui realizzo manga è perché è divertente. Penso che l'aspetto più importante sia che una persona, leggendoli, li trovi divertenti. Questa è la prima cosa. Mi porto dentro da sempre quel sentimento d’infanzia per cui la storia mi deve innanzitutto divertire, è questo che un manga rappresenta per me. Così tengo a mente che tutti amano i personaggi allegri, sebbene certe volte le situazioni narrate debbano farsi serie... per esempio, quando un personaggio muore. Ma in genere la mia intenzione è quella di realizzare una via di fuga per il lettore.


Effettivamente, anche in commedie come Urusei Yatsura e Ranma 1/2 , dove pure accadono sempre un sacco di cose, è presentato questo modo di vivere giocoso dei personaggi.

Nel caso di Ranma 1/2 inizialmente mi fu detto dall’editore di renderlo più drammatico. Ma non era qualcosa che potevo fare (ride). Anche se ho inserito un po' di dramma verso la fine.


Inuyasha è nato da una richiesta simile del suo editore?

No, niente del genere. Inuyasha è scaturito dal mio desiderio di realizzare un manga serio di avventura ed azione.


Era un'idea che coltivava da molto tempo?

No. Non penso mai alla serie successiva mentre sto lavorando sul manga in corso. Semplicemente, dopo aver realizzato quel gran numero di storie brevi da capitolo singolo in Urusei Yatsura e Ranma 1/2, mi era venuta voglia di scrivere una saga di ampio respiro. Completato Inuyasha, ho pensato: “Bene, ripartiamo da dove tutto è iniziato e proviamo di nuovo una commedia!”. E così mi sono messa all'opera su Kyokai no Rinne.


Credo che Kyokai no Rinne fosse percepito inizialmente come una storia seria, per il fatto che Rinne è così terribilmente povero.

Confesso che mi piace molto lavorare sui personaggi poveri (ride). Come Godai in Maison Ikkoku e Ryunosuke in Urusei Yatsura. Sono divertenti da disegnare!


Ho sentito dire che alcuni mangaka tengono con sé un taccuino nel quale raccolgono le idee per preparare le nuove serie.

Non è quello che faccio io. Le idee evolvono in fretta, una volta che le metti su carta; diventerebbero inutilizzabili se fosse tutto pianificato a puntino fin dall'inizio. Maison è l'esempio perfetto di ciò. Prima di mettermi a disegnare la serie, avevo creato tutta la trama e il character design dei personaggi. Avrei potuto ottenere il via libera dall’editore già per quella versione della storia. E invece, appena ho iniziato a buttar giù la prima storyline, tutto il resto è scomparso. Se non permettete a voi stessi di visualizzare più di una via percorribile, poi non avrete più possibilità di scelta.


In cosa consisteva quella prima stesura di Maison Ikkoku?

Doveva apparire come uno spaccato di vita, un'analisi dei vari tipi di persone che vivono nei complessi di appartamenti. Ma non appena ho disegnato il primo capitolo, ho capito che… niente, invece doveva essere una storia d’amore; quello sarebbe stato l’elemento predominante.


Credo che la terminologia tecnica per questo fenomeno sia “character drifting”.

La prima volta che disegno i loro volti su carta, rifletto sui miei personaggi e mi chiedo: “Oh, che tipo di persona sarà?” Chi sono, cosa provano e questo genere di cose. Ogni personaggio, all’inizio, è “a rischio”. Mi chiedo se possano considerarsi davvero completi prima di essere introdotti nella storia. È solo quando interagiscono con gli altri personaggi che escono allo scoperto e possono davvero convincermi. E se mi convincono, evolve anche la direzione della trama.


Può fare un esempio di un personaggio così di peso da influenzare la trama?

Beh, un esempio perfetto è Kuno di Ranma 1/2. Mi chiedevo continuamente come mai stesse facendo quello che stava facendo e non riuscivo quasi a stargli dietro.


Lei è nota per essere molto veloce a disegnare gli storyboard.

Mediamente riesco a realizzare un “name” (storyboard) di 18 pagine in tre giorni e poi inchiostrare il tutto in altri due giorni.


Scrive la trama e un canovaccio di sceneggiatura, prima di disegnare il name?

No, mi dedico immediatamente al layout delle vignette. Di conseguenza mi occorre un certo tempo prima di mettere mano al name... perché è molto importante per me averlo ben chiaro in testa.


Successivamente ci sarà bisogno di ridisegnare qualcosa.

Quando inizio una nuova serie, accade con grande frequenza. All'inizio di Urusei Yatsura ridisegnavo certe scene perfino sette volte. Anche con Ranma 1/2 mi sono avvicinata a quei numeri.


Ha una particolare serie che si è divertita maggiormente a disegnare?

La Saga delle Sirene, sicuramente. In quel caso mi sentivo come se fossi stata io stessa una lettrice. Mentre la disegnavo ero completamente presa dalla storia.


La Saga delle Sirene ha influenzato Inuyasha?

Con la Saga delle Sirene percepivo una sensazione inquietante, confusa. Con Inuyasha era piuttosto una visione bizzarra, fantastica. All'inizio di Inuyasha ho fatto qualche ricerca sui demoni giapponesi, ma erano tutti così pacifici, non divoravano mai nessuno (ride). Volevo disegnare roba più “odoroodoroshii” (lett. da far rizzare i capelli) e mostri; alla fine così ho fatto ed è diventato un motivo di originalità del manga. Mi sono sentita totalmente libera, potevo lasciarmi andare e disegnare quel che volevo.


I suoi demoni sono piuttosto raccapriccianti e bizzarri, spesso sono enormi, ma a volte possono anche essere carini. Effettivamente deve avere avvertito un bel po' di libertà creativa nel disegnarli.

Oh, a proposito di divertimento nel disegnare... ci sono anche le scene di combattimento di Ranma 1/2. Mi piacciono le commedie di kung fu, adoro in particolare “Drunken Master” con Jackie Chan. Volevo disegnare scene di azione di questo tipo: è stato così divertente!


Parlando delle scene comiche nei suoi lavori, c’è qualcosa che volevo chiederle a tale riguardo: mi riferisco a quella posa delle mani spesso comparsa nelle sue serie... l’anulare e il medio abbassati, e le altre dita che sporgono. Penso che sia qualcosa che appare solo nei suoi lavori, e volevo chiederle se ha un significato particolare.

Ah, questa. L’ho disegnata senza pensarci troppo, ma... Credo mi sia stata ispirata da qualcuno che veniva colpito forte in una scena “slapstick”. Ha sempre avuto il significato di “doloroso” o “terribile”. Quando qualcuno si trova in una situazione dolorosa, quel gesto della mano significa che la scena non è da prendere troppo sul serio (ride). Penso che in qualche modo catturi la sensazione che volevo creare.


In quale serie fu originariamente disegnata?

Se ricordo bene, è stato in Urusei Yatsura. Ora che ci penso, dopo un po' di tempo un lettore mi inviò una lettera spiegandomi che quel gesto significava “ti amo”. Ne ero completamente ignara. A quanto pare non è una posa così buona, in fondo.


Qualche pensiero riguardo a come i suoi manga vengono animati?

Lo considero come una ricompensa. Significa che sono stata fortunata, e gli anime tratti dalle mie opere mi rendono felice.


Quando disegna i personaggi sente la loro voce?

No, non li sento parlare nella mia testa mentre disegno il name. Però all'uscita di Maison Ikkoku e Ranma 1/2 mi è stato permesso di partecipare ai provini dei seiyuu e ho potuto decidere se il personaggio avesse più un timbro vocale rispetto ad un altro, e cercare ad aiutare ad abbinare la voce al doppiatore adatto.


In particolare a quali scelte ha contribuito?

Inizialmente Ranma maschio e Ranma femmina dovevano essere interpretati dalla stessa persona. Si sarebbe trattato sicuramente di una donna, e ci sono molte ragazze in grado di fare ottime voci maschili; tuttavia ho chiesto, se fosse stato possibile, di ricorrere a due doppiatori distinti. Penso che Kappei Yamaguchi sia stato davvero fantastico nel ruolo di Ranma ragazzo.


Questo è il suo trentacinquesimo anniversario di carriera, ha degli obiettivi futuri?

Adesso sono concentrata a disegnare Kyokai no Rinne. Voglio continuare a disegnare il più a lungo possibile... il mio obiettivo è continuare a realizzare degli shonen manga (manga per ragazzi).


Ha una filosofia di pensiero per gli shonen manga?

Per me dovrebbero essere semplici e intensi. L’obiettivo è non urtare la dignità dei personaggi, anche se muoiono in una scena di battaglia. Voglio che anche gli antagonisti abbiano una possibilità di redenzione.


I ragazzi sono il pubblico di riferimento degli shonen manga, cosa vuole trasmettere loro nei suoi lavori?

Non credo di stare cercando di trasmettere alcun messaggio attraverso le mie opere. Comunque, se avete dei problemi o state affrontando qualche difficoltà, e vi trovate a leggere un mio manga... spero che vi faccia sentire meglio.


Un po' come per un bambino che aspetta impazientemente l'uscita settimanale della sua rivista di manga.

Io lo faccio ancora adesso (ride). Leggere manga deve divertire e nient'altro. Voglio realizzare delle storie che facciano sentire le persone felici. Perché sono convinta che la funzione dei manga sia questa.


Fonte originale: Rumic World. Traduzione di Luana Giardina. Adattamento di Kuno Senpai.