Capitolo 002

NERIMA, PRESENTE…

Neanche una nuvola. Era una splendida giornata di primavera, e nell'aria fresca aleggiava l’inebriante profumo dei ciliegi, mentre la rugiada baciava i delicati fiori, sotto l’azzurro immenso del cielo.

La quiete mattutina aveva inghiottito quella parte di Tokyo, avvolgendola nel calmo silenzio, prima che i rumori del nuovo giorno prendessero il sopravvento. Ed alcuni di questi rumori, erano diventati ormai abituali.

“RANMA! Sbrigati, o arriveremo in ritardo!” Akane Tendo si precipitò fuori di casa in fretta e furia, trascinando il suo fidanzato per il codino.

“Akane, insomma, aspetta un attimo! Fammi finire almeno di fare colazione! Si può sapere perché stamattina non mi hai svegliato?!” si lamentò quello, liberandosi dalla sua presa ed iniziando a correre al fianco della ragazza. Se non fossero stati così di fretta sarebbe salito velocemente sulla recinzione, come suo solito, ma ora non ci aveva nemmeno fatto caso.

“Non sono mica la tua balia!”

“Però saresti sempre la mia fidanzata, no? Ma del resto comportandoti più dolcemente rischieresti soltanto di andare contro natura, vero, maschiaccio privo di sex-appeal?”

Akane sentì la sua calma dileguarsi. Si voltò di scatto per fronteggiare il ragazzo che correva con lei. Alzò il braccio che teneva la cartella per lanciargliela in faccia, ma Ranma evitò il colpo senza problemi. Questo la fece irritare ancora di più.

“Ranma no baaaka!! (*) Se ti prendo ti uccido!!” gridò furiosa. “Provaci, lumacon…” Ma in quel momento le ruote di un oggetto non identificato travolsero Ranma. "Lanma, amole mio!"

Shampoo ritrasse velocemente la bicicletta dalla sagoma del ragazzo steso a terra.

"S-shampoo…" balbettò lui dolorante.

"Oh, amole… vieni che ti aiuto io ad alzarti."

"NO! N-non ce n'è bisogno! Senti Shampoo, sono in ritardo. Quindi, per favore, vai via." L’attenzione di Ranma era rivolta verso la sua fidanzata. Temeva una sua violenta manifestazione di gelosia. Come al solito Shampoo non ubbidì e si gettò tra le braccia del suo amato, complicando ulteriormente la situazione.

Akane osservava pietrificata i due piccioncini. Poi all’improvviso abbassò lo sguardo e sussultò piano. Ranma se ne accorse immediatamente, e cercò in tutti i modi di allontanare la piovra che aveva addosso, ma senza molto successo.

"Shampoo, dannazione, lasciami!"

"Usciamo insieme, amole, ed io ti lascio!"

"Scordatelo!!"

"Pelché no, ailen?!" (**)

"Perché non voglio!!"

"Allola andiamo al listolante! Non ti andlebbe un bel planzetto glatis?" aggiunse in maniera invitante. Ranma non fece in tempo a rispondere perché Akane lo afferrò per il codino, strappandolo dalle grinfie della ragazza.

"Adesso basta, Shampoo!! Ci stai facendo soltanto perdere del tempo prezioso!"

Shampoo la guardò attentamente.

"Non è che pel caso sei gelosa?"

Akane arrossì. "GELOSA?! Di questo stupido?! E' che non ho proprio voglia di trascorrere l’intera mattinata con un secchio in testa!" e così dicendo trascinò via Ranma.

"Ehi, Lanma! Domani uscilemo insieme! Me lo plometti?" gridò Shampoo, ma i due erano già spariti avanti, accelerando il passo.

Ranma si ricompose, poi esclamò: "Quella Shampoo… Giorno dopo giorno diventa sempre più insopportabile!"

Sul volto di Akane comparve un sorriso intriso di amarezza. “A dire il vero, pochi istanti fa non mi sembravi così disgustato.”

Ranma stava per obiettare, ma qualcosa gli impedì di continuare: qualcuno li stava seguendo.

“Che c’è adesso?” chiese la ragazza.

Entrambi si erano fermati in mezzo alla strada.

“C’è qualcuno.”

Quella sensazione non accennava a sparire.

“Io non vedo nessuno. Sei sicuro di non sbagliarti?”

Ranma si guardò intorno con attenzione, mentre Akane aggrottava la fronte, a metà tra lo stupito e lo spazientito. Ne era sicuro, qualcuno li stava spiando, eppure la strada sembrava totalmente deserta.

“Non sarà invece un tuo patetico tentativo di cambiare discorso?”

“No, avverto ancora la sua presenza. Credimi Akane: qualcuno ci segue.”

A quell’affermazione, Akane sussultò leggermente e iniziò a guardarsi intorno intimorita. Nessuno. Solo la strada deserta e il vento tra gli alberi.

Ranma stava iniziando a preoccuparsi sul serio. Infine sconfortato spostò lo sguardo verso la fidanzata e notò subito la sua espressione preoccupata. Avvertì un tonfo al cuore. *C-com'è carina!* pensò, poi si scosse. *Che dico?! Devo essere impazzito…* e sentì un lieve colorito raggiungere le sue guance.

"E adesso perché arrossisci?" chiese lei.

Ranma non seppe cosa dire, ma poi, come tutte le volte che non sapeva come reagire, disse la prima cosa che gli venne in mente.

“Ah, ah! Io, arrossito? Tu piuttosto di che ti preoccupi? Sicuramente l’obiettivo di quel tizio sono io. Del resto neanche un maniaco della peggior specie potrebbe mettere gli occhi su una ragazza dalla vita così larga.” Appena si rese conto di quello che aveva detto, si coprì velocemente la bocca con la mano. Stavolta era stato perfido.

Un’aura azzurra iniziò a circondare la figura di Akane. “Brutto idiota, come ti permetti?”

Ranma alzò le mani nella classica posa 'per favore non colpirmi', ma Akane strinse i pugni, senza alzare lo sguardo.

“Ehm… no, aspetta… non è come pensi… cercavo solo di dirti…” Ma nessuna scusa sarebbe riuscito a salvarlo in quel frangente. Akane era veramente furiosa.

"Certo, almeno Shampoo non è un maschiaccio come me… lei non ha la vita larga… anzi, hai ragione, è sicuramente molto più sexy di quanto non lo sia io, vero?"

Ranma deglutì pesantemente, e si ritrovò a guardare la ragazza di fronte a lui come si guarda una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.

Akane si voltò di scatto, gli occhi di fuoco.

“Se ti piace così tanto, allora sposatela!!” e così dicendo corse via.

“A-akane, cosa hai capito? Aspet…” Stavolta Ranma non fece in tempo a schivare la cartella della fidanzata. "Sai che cercavo di dirti? Che non sei per niente carina!!" urlò dolorante, mentre la cartella cadeva dal suo viso.

All'improvviso la sensazione precedente lo travolse di nuovo. Dimenticò in fretta la faccenda e aguzzò i sensi. Essendo un esperto d’arti marziali, era particolarmente sensibile ad ogni tipo di percezione. Quel che suo padre aveva sempre cercato d'insegnargli era guardare con la mente, non con gli occhi. Ed ora quello stesso senso, che negli anni aveva imparato a sviluppare, gli diceva che c’era qualcuno ad osservarlo e che adesso era ancora più vicino.

“Ti ho trovato!” Lanciò un sasso in direzione del parco poco distante e colpì qualcosa che cadde da un albero. “Ti ho preso finalmente!” Si avvicinò in fretta, ma contrariamente alle sue aspettative trovò per terra, dolorante, un gatto randagio desideroso di vendetta.

“Aaahhh! Va’ via, brutto gattaccio!! Non volevo colpire te!”

Grazie a quest’espediente in pochi secondi riuscì a raggiungere e superare la ragazza con la quale aveva litigato poco prima.

“E così quella è Akane Tendo…” disse un’ombra scura tra gli alberi.

*C’è mancato poco che mi scoprissero... quel Ranma Saotome è davvero in gamba. Ma non riuscirà a fermarmi: la mia vendetta sarà lenta ed inesorabile...* Lo strano individuo rise diabolicamente, nascosto nell'ombra, prima che un aeroplanino radiocomandato facesse capolino tra le fitte fronde. Scorgendolo, si agitò spaventato con fare frenetico, con la sola conseguenza che il ramo sul quale era seduto si spezzò sotto il suo peso. “Me la pagherete anche per questo!!”

(*) “Ranma no baka!” = “Ranma sei uno stupido!”

(**) “Ailen” = “Amore!” in cinese