Capitolo 06 - Lo scontro si fa duro

“Ranma, ti vuoi decidere a lanciare quei dadi?”

“Devo prima concentrarmi, Akane: e comunque nemmeno Picolet lo ha ancora fatto!”

“Io da bravo gentiluomo aspetto che lo faccia tu, mademoiselle Ranma: prima le signore.”

“Signora a chi, brutto deficiente?! Guarda che io sono un uo…”

“Ranma!”

La ragazza col codino si voltò verso Akane.

“Beh, che c’è?… AAAH, GIUUUSTO! Volevo dire, molto gentile da parte tua monsieur Picolet.”

“E sbrigati, Ranma!”

“Va bene, va bene!”

Ranma gettò finalmente i dadi, ma questi rotolarono sotto il portone.

“Ops!”

Akane sospirò.

“Tu tiri i dadi nello stesso modo in cui giochi a carte: da far pena!”


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Joe delle crèpes si era posizionato sul gradone numero otto.

“Prima di tirare nuovamente i dadi, dovrete affrontare la prova abbinata a ciascun gradone.” avvertì madame Saint Paul attraverso un altoparlante.

Dal pavimento comparve improvviso un cartello.

[Agli esplosivi stia attento chi è al numero otto,

se non ci tiene a fare un gran bel botto!]

Dall’alto caddero vari candelotti di dinamite, tutti con la miccia già accesa.

“E questa sarebbe la terribile prova?” fece sprezzante Joe. Quindi lanciò la sua pasta appiccicosa sopra i candelotti, che così si spensero.

Ah, se mi vedessero le mie numerose ammiratrici! Ed ora un altro tiro…


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Mentre il rivale di Ucchan lanciava i dadi una seconda volta, il Mago delle rane raggiunse il numero nove. Qui un cartello portava scritto:

[Sei già arrivato al numero nove?

Bada, frecce spuntan da ogni dove!]

Ed infatti dalla parete laterale vennero sparate diverse frecce dalla punta accuminata.

“Soldati, a me!”

I fedeli ranocchi intercettarono tutte quante le frecce saltandoci sopra.

“Molto bene…”

Ma un’altra persona, che pure aveva fatto nove con i dadi, era sopraggiunta.

“UUUUHH! Che belle ranocchiette! Ma sono un amore!”

“Ehi ragazzina, lascia in pace le mie creature!”

Azusa, ignorando completamente l’omino baffuto che li comandava, battezzò uno ad uno i numerosi animaletti.

“Buongiorno mia cara Marie, buongiorno mia cara Josephine, buongiorno mia cara Silvane, buongiorno mia cara Valerie…”

“Vuoi andartene, mocciosetta?”

Visto che Azusa non ne voleva sapere, il Mago delle rane si bagnò con l’acqua fredda, trasformandosi così nell’uomo-rana e sperando di spaventare in questo modo la ragazza.

“Oooh! E tu chi sei?”

“Ragazzina, il mio aspetto non ti incute paura ed orrore?”

“Una ranocchia parlante? Che bello, ti chiamerò Delphine e avrai il posto d’onore nella mia cameretta!”

“Che cosa? Ehi, non scherziamo!… Aiuto, questa è completamente svitata!”

Il Mago delle rane fuggì via, seguito dall’esercito dei suoi simili.

“Un primo concorrente si è già ritirato.” annunciò col microfono madame Saint Paul.


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King si era intanto appostato con tutta calma sulla casella numero dodici, dove un cartello recava scritto:

[Se dodici è il tuo risultato,

dalla prova tu sei esentato.]

“Eh eh eh…”

King ridacchiò, dunque lanciò ancora i suoi dadi.

Sei e sei, di nuovo dodici.

Avanzò con tutta tranquillità fino al numero ventiquattro, dove trovò un altro cartello.

[Chi in due colpi qui è arrivato,

al cinquanta va dritto filato.]

“Ma come fa?” si chiese Akane, mentre nel frattempo recuperava l’ultimo dado.

“Barando, è ovvio.” disse Ranma.

Avere stampato il numero sei su tutte le facce dei miei dadi è servito a qualcosa… pensò tra sé il Re del Gioco d’Azzardo.

Akane tolse di mano l’altro dado a Ranma.

“Sarà meglio che li lanci io… sei e quattro dieci, hai visto?”

“Si dice che chi è sfortunato al gioco, è fortunato in amore: ovviamente il tuo caso è l’esatto contrario, infatti a te non ti piglia né ti piglierà mai nessunOOOH!”

Ranma arrivò sul gradone numero dieci in volo, spedito dal potente pugno di Akane.

“Idiota!”


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Kuno e Kodachi avevano raggiunto la casella numero due, seguiti dal fedele Sasuke.

“Uhm… qui non vedo nessun cartello.”

“Guarda in basso, fratello incapace!”

Il Tuono Blu si chinò, una scritta risaltava sul pavimento:

[Ma che fesso, hai fatto due?

Ecco che arriva un bel bue!]

“Un bel bue?” mormorò Kuno. “Cosa vorrà mai dire?”

“Meeeuw!”

“Hai detto qualcosa, Kodachi?”

“Faccia attenzione, signorino!”

Un toro, improvvisamente comparso da una botola che si era spalancata elettronicamente, caricò sul disgraziato: che, chinato, mostrava le spalle e… qualcos’altro. In seguito ad un forte colpo di corna, il capitano della squadra di kendo del Furinkan volò via.

“Aaaaaahhhh…!”

“Signor Tatewaki!” urlò Sasuke.

“Almeno così si è tolto di mezzo da solo.” commentò Kodachi.


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Ranma e Akane stavano intanto affrontando la loro prova.

[Chi il numero dieci vuol superare,

il grande fossato dovrà affrontare.]

In effetti davanti a loro comparve un fossato pieno d’acqua.

“Ed ora?” domandò Akane.

“Di cosa ti preoccupi? Non avrai paura di un poco d’acqua?!” le disse Ranma.

“Intanto ti ricordo che non so nuotare. E poi… guarda chi c’è DENTRO l’acqua!”

Indicò dei feroci alligatori che spuntavano di tanto in tanto in superficie.

“Hai ragione…”

“E bravo Ranma! Una volta tanto mi dai ragione.”

“Non illuderti che diventi un’abitudine.”

“Intanto potresti darmi ragione già adesso una seconda volta… perché mi è venuta un’idea per superare il fossato!” disse Akane, fissando una delle liane sparse a terra.


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Joe delle crèpes si trovava ora alla casella numero sedici.

[Al sedici il gioco si fa duro:

ecco spuntar dal nulla un bel muro.]

Il concorrente osservò il solido muro di mattoni che gli ostruiva il passaggio.

Vediamo se resiste alle paste di mia ricetta…

Lanciò contro il muro le sue crèpes esplosive e questo si frantumò come burro.

La vittoria sarà mia…