Capitolo 04 - La Cerimonia dell'Oca

“Non sopporto simili atti di maleducazione in questa casa!” tuonò madame Saint Paul.

“Ci scusi, il fatto è che…” Ranma fu interrotta dalla voce tremante di Shampoo.

“Che tlagedia, abbiamo mangiato Mousse!”

Nessuno ebbe il tempo di replicare, dalla stanza attigua si udì un grido di ragazza.

“Michelle, Michelle! Torna subito qui!”

“Quaa! Quack, quack!”

“Ma questa…” disse Shampoo. “Questa è la voce di Mousse! Allola è vivo, meno male!”

“La… voce?” ripeté incerto Ranma.

“Ragiona, Shampoo!” fece Akane. “Come puoi riconoscere lo starnazzare di un’oca? Fanno tutte il medesimo verso.”

“No, quello è Mousse: ne sono sicula.”

Effettivamente, qualche istante più tardi, entrarono nella sala Azusa Shiratori e un buffo papero con gli occhiali: l’animale stava cercando di sfuggire alla ragazza.

“Michelle, dove scappi?”

L’oca saltò in groppa ad un’armatura posta lì per bellezza.

“Quack! Quack! Quaaa! (Shampoo, amore mio, sei venuta a salvarmi: come sono felice!)… Quaaa! (Come ti sei fatta robusta, tesoro!)”

“Mousse!” La cinesina corse verso l’animale.

“No, si chiama Michelle: ed appartiene ad Azusa-chan!” gridò la ragazzina.

“Insomma, cos’è tutta questa confusione?” gridò madame Saint Paul.

“Ecco… noi stavamo cercando questo papero” disse imbarazzata Akane al padrone di casa.

Pardon, mademoiselle Akane: non avevate detto di cercare un ragazzo?” replicò Picolet.

“Ehm… è un po’ lungo da spiegare.”

Madame Saint Paul si avvicinò ad Akane.

“Ho trovato quell’oca vicino alla fontana di cui stavamo parlando prima.”

“Vuole dire… accanto ad una bicicletta, per caso?”

“Sì, proprio così!”

“Ora è tutto chiaro.”

Intanto Shampoo e Azusa avevano entrambe afferrato Mousse e lo stavano tirando ciascuna dalla sua parte.

“Lascialo andale, blutta smolfiosa… Mousse, ti detlallò questa giolnata di vacanza dal tuo stipendio!”

“Quack? Quaa! (Ma quale stipendio? Mi fai lavorare gratis come uno schiavo!)”

“Sei sorda, per caso? Ti ho detto che si chiama Michelle ed è la mia paperella!”

“Ti sbagli, è un papelo maschio e se c’è una che ha il dilitto di toltulallo quella sono io!” gridò, strappandolo via all’altra.

”Nooo! Ridammela! Ridammela!” gesticolò la giovane Shiratori.

Akane si avvicinò alle due contendenti.

“Azusa… quel papero appartiene a noi!”

“Mmh?… Tu sei Akane Tendo, mi ricordo bene di te: mi hai già sottratto la mia Charlotte, non ti lascerò fare lo stesso con Michelle!”

“Guarda che quella che tu chiami la tua Charlotte è in realtà il mio P-chan!”

“Sei una bugiarda! Comunque, cara Michelle, stai tranquilla: Azusa-chan non lascerà che portino via pure te.”

In quel momento entrò nel salone un cameriere con sulle spalle un’enorme cassa.

“Julien, cos’è questa cassa?” domandò Picolet.

“Non so cosa contenga, signore: l’ho trovata sulla porta di casa, qualcuno aveva suonato ed io sono andato ad aprire, ma ecco qui tutto quello che c’era!”

Bien, aprila e vedremo di cosa si tratta.”

Il servitore eseguì l’ordine. Dalla cassa uscì fuori un panda gigante che rapido estrasse un cartello:

[Sono il panda che avete richiesto dallo zoo di Pechino: mi spettano tre pasti al giorno e foglie di bambù di prima qualità!]

“Amico Saotome…” la cameriera con i baffi scosse il capo.

“Noi non abbiamo richiesto alcun panda!” disse Picolet.

“Ma tu sei la mia Oscar!” gridò Azusa, la quale si lanciò verso l’animale.

“Lascialo andare, quello è mio padre!” urlò Ranma.

Avevo il sospetto che mademoiselle Ranma non avesse delle origini molto aristocratiche, ma addirittura allevata dai panda… pensò madame Saint Paul.

Kuno si riscosse d’un tratto.

“Ragazza col codino, non so perché tu voglia quella bestia ma io la prenderò per te, come dono d’amore!”

Si avviò, ma Azusa si voltò verso di lui.

“Marianne, il mio tanuki adorato! Ci sei anche tu, che bello!”

“Aiuto, di nuovo la matta!... Ehm, ci ho ripensato. Ragazza col codino, ti comprerò una stola di visone!” e se la diede a gambe, seguito a ruota da Sasuke.

“Marianne, Sophie! E ora dove andate?”

Azusa li inseguì entrando in un’altra stanza, con grande sollievo del panda e di Mousse.

“Che figura… Questo era un ambiente più che rispettabile, fino a due minuti fa: ma cosa succede oggi?” gridò, con la bocca spalancata per più di mezzo metro di lunghezza, una madame Saint Paul piuttosto alterata.

“Stia tranquilla, ci pensa moi.”

Picolet risucchiò il papero con la sua enorme bocca-proboscide, strappandolo dalle mani di Shampoo: la quale lo stava schiaffeggiando, come punizione per aver disertato il posto di lavoro.

“Pvefo!” Lo risputò fuori e lo prese per il collo. “Volevo dire: preso! Le antiche tecniche francesi non falliscono mai!”

“Ma è disgustoso!” esclamò Akane.

“Bravo, bravo, monsieur Picolet! Sono così orgogliosa!” esclamò madame Saint Paul, con le lacrime di gioia agli occhi.

Bien! In quanto al panda, potremmo farne dello spezzatino per stasera.”

“Boo?”

Genma fuggì subito via, mostrando il seguente cartello:

[Non è giusto! Contatterò la protezione animali!]

Ranma intanto si fece avanti.

“Ben fatto, Picolet: ora puoi darci quel papero, dal momento che è nostro?”

“Spiacente, mademoiselle Ranma, ma non mi è possibile.”

“Che vuol dire?”

Madame Saint Paul anticipò il francesino.

“Vuol dire che quell’oca adesso è di nostra proprietà, poiché l’ho trovata nel nostro giardino.”

“Ma è nostra!” replicò Akane.

“Come potete dimostrarlo? Le oche si assomigliano tutte.”

“Sì, ma nessun’altra oca porta gli occhiali, che io sappia…”

Picolet riprese la parola.

“Mademoiselle Akane, è tutto inutile: quell’oca ci serve, come del resto centinaia di altre sue simili di cui facciamo incetta ogni anno, per la produzione del nostro gourmet de foie gras.”

“Volete farla arrosto?”

“Arrosto? Che volgarità! Ma come potete mai pensarlo?!” s’indignò madame Saint Paul.

“Non arrosto, bollita!” corresse Picolet.

“Mousse è nostro amico” disse Ranma. “Non possiamo abbandonarlo.”

“Che fare?” si chiese Akane. “Aspetta, ho un’idea!”

Prese un bollitore, ancora pieno di tè caldo, e lo lanciò verso il papero, che ancora Picolet teneva per il collo: ma il giovane Chardon risucchiò tutto quanto il liquido nella sua enorme bocca, inghiottendolo d’un sorso.

“Grazie, mon cherì: avevo proprio molta sete.”

Akane rimase spiazzata.

“Ed ora?”

“Noi” disse Ranma “siamo pronti anche a combattere, per quel papero!”

“Ma davvero?” replicò madame Saint Paul “Che incredibile combinazione…”

“Si spieghi” la incitò Akane.

“Vedete, ogni anno tutti i principali personaggi della città interessati all’utilizzo gastronomico delle oche” ed indicò i presenti “si riuniscono in questa casa per prendere parte alla tradizionale cerimonia della famiglia Chardon.”

“La cosiddetta Cerimonia dell’Oca” precisò Picolet.

Quella di cui parlava Kuno… pensò Ranma.

“La famiglia Chardon” continuò madame Saint Paul “non è più facoltosa come nei bei tempi andati, quando comprava tutte quante le oche del circondario per farne gourmet de foie gras.”

“Così” proseguì Picolet “da un po’ di tempo a questa parte noi tutti” il francesino indicò gli ospiti della sala “riuniamo i nostri sforzi economici per garantirci ogni oca della zona: ed ecco il motivo di questa riunione.”

“Capisco…” mormorò Akane.

Madame Saint Paul sospirò un istante. Poi riprese:

“Abbiamo, a tal proposito, una particolare usanza: gli invitati dovranno affrontare una difficile prova, solo il vincitore potrà avere tutte quante le oche ed utilizzarle come più gli farà piacere.”

Picolet sorrise.

“Ovviamente parteciperà pure la stessa famiglia Chardon: in caso di vittoria, avremo gourmet de foie gras garantito per tutto l’anno.”

La nonna di Sentaro si alzò in piedi.

“Anche la famiglia Daimonji desidera avere l’esclusiva del gourmet de foie gras: è l’ideale per accompagnare la nostra rinomata Cerimonia del Tè.”

Kodachi seguì l’esempio della vecchia.

“Tale onore non può che spettare alla famiglia Kuno, inoltre una pietanza come questa si addice solo ai palati sopraffini come il mio.”

La Rosa Nera cominciò a sognare ad occhi aperti.

“Oh oh oh oh! Inviterò il mio caro Ranma a pranzo e gli offrirò questi pasticcini, lui rimarrà estasiato ed infine coroneremo il nostro sogno d’amore!”

La ragazza col codino ridacchiò nervosamente, Shampoo e Akane guardarono storto l’altra fidanzata di Ranma.

“Questo gourmet de foie gras è perfetto per le mie rane, loro ne vanno pazze: dunque farò di tutto per vincere” disse il Mago delle rane.

“Il mio obiettivo è un po’ differente.” Joe delle crèpes strizzò l’occhio alle presenze femminili. “Voglio ottenere una nuova ricetta, crèpes farcite con fegato d’oca: e a queste non ci sarà okonomiyaki che tenga!”

“Mi dispiace, avete perso!” sentenziò King. “Conquisterò facilmente l’oca e rivenderò le altre a tutti voi, a prezzo maggiorato s’intende...”

Mousse cominciò a starnazzare.

“Quaa, quaa, quaaack! (Aiuto, qui comunque vada finisco nello stomaco di qualcuno!)”

“Benissimo!” esclamò Ranma. “Questo vuol dire che parteciperemo anche noi alla cerimonia!”

“Io non ho nulla in contrario” disse madame Saint Paul.

Tanto non potrete mai vincere...