Capitolo 008

La locomotiva avanzava sbuffando inesorabile, e loro si trovavano giusto lungo la sua traiettoria.

Di sicuro, la cosa sarebbe apparsa più inquietante se il film non fosse stato in bianco e nero e la pellicola non avesse mostrato l’impietoso logorio degli anni.

La novità distrasse Ranma per non più di una frazione di secondo, giusto il tempo di riabituare la vista alla luce abbagliante. Non doveva abbassare la guardia. Era certo che l’attacco di Ais fosse imminente.

Il giovane Saotome si sorprese non poco quando, voltatosi verso l’avversario, scoprì che questo al contrario stava immobile, terrorizzato dall’apparizione.

“Accidenti! Ci sta venendo addosso!” gridò l’antagonista, prima di scansarsi con un balzo laterale.

Ranma non si lasciò sfuggire l’occasione.

“Finalmente hai mostrato il fianco!” esclamò, lanciandosi all’attacco con un pugno ben assestato e centrando il bersaglio.

“Bravo, Ranma!” esclamò Akane, che osservava la scena dalla finestra della sala oscura, assieme a Ryoga e a Nabiki.

“Così questo è un vecchio teatro, poi riutilizzato come cinema.” concluse la secondogenita delle sorelle Tendo.

“Non sembra che abbia avuto molto successo.” osservò Kasumi, scostando via una ragnatela.

Ryoga spense l’apparecchiatura, rimediando al proprio operato. “Questo posto doveva essere abbandonato da anni!”

Giù sul palco, Ranma sorrideva trionfante mentre Ais, ancora a terra, fissava sconcertato il grande schermo su cui la proiezione era appena cessata. “Dunque sono caduto nella vostra trappola”, commentò a denti stretti, “ma non basteranno le stranezze del vostro mondo esterno, a farmi desistere!” Detto ciò, si rialzò in piedi e lanciò dei nuovi origami a forma di gru contro gli arti di Saotome.

*Maledizione!* pensò l’adolescente con il codino, osservandosi le nuove ferite. *Questa carta è davvero tagliente, devo metterlo fuori combattimento prima che sia troppo tardi!*

La situazione si era ribaltata, e fu Ais Krim, questa volta, a sogghignare leggermente. “Sembra che tu non sappia come contrastare le mie tecniche. Non dirmi che hai già esaurito le tue risorse?”

“Ranma!” La minore delle Tendo non poté restare a guardare un momento di più: aperta la finestra, scese al piano di sotto con un agile salto e andò ad affiancare il fidanzato.

“Akane! Che diamine fai qui?! Vattene via, questo è un combattimento tra uomini!” gridò lui.

“Scemo! Non lo vedi che sei in difficoltà?” ribatté lei.

“Verissimo. Temo che la tua fidanzata ti abbia sopravvalutato.” disse Ais, assottigliando lo sguardo. “Non solo la tratti male, ma non sei neanche in grado di difenderla… Sai che ti dico, Ranma? Tu non la meriti!”

“Eh?” sussultò il ragazzo con il codino, prima di dover parare un nuovo affondo dell’avversario, che improvvisamente sembrava più determinato che mai. Ranma digrignò i denti furente. *Devo assolutamente rispondere ai suoi attacchi, o mi sconfiggerà comunque per stanchezza. Se solo capissi cos’è che, poco fa, lo ha distratto tanto! Sembrava davvero sconvolto da quella proiezione, ma come mai?... A meno che…*

“Ma certo, ho capito!” esclamò. “Ryoga, presto! Riaccendi il proiettore!”

Il ragazzo con la bandana lo udì ma sembrò non capire, poi eseguì meccanicamente l’ordine.

“Aspetta, proviamo con questo film poliziesco.” propose Nabiki, che aveva compreso di più. “Sarà divertente.”

Così, la nuova pellicola cominciò a girare.

“Riecco per te il colpo segreto della scuola d'arti marziali Krim!” gridò il cinese, di sotto, attaccando nuovamente Ranma con i suoi turbini.

“Credi sul serio di poter usare due volte la stessa tecnica con me?!” replicò Saotome, chiudendo gli occhi e riuscendo a scansare i colpi orientandosi con gli spostamenti d’aria. Quindi, passò al contrattacco. “Assaggia l’Amaguriken!”

Le sue mani, per merito della tecnica delle castagne, affondarono ad una velocità impressionante: eppure Ais riuscì, a sua volta, a parare ogni attacco con alcuni ventagli di carta.

“Devo dire che sei veloce…” ammise il cinese. “Ma non quanto basta.”

Proprio in quel momento, la voce del filmato intimò alle sue spalle:

“Fermo e in alto le mani!”

Ais sussultò dalla sorpresa, e Ranma fu lesto a sfondare le sue difese, atterrandolo dolorante al suolo.

“Ce l’ho fatta!” gongolò soddisfatto il giovane Saotome. “Sorpreso, Ais? Ho scoperto il tuo segreto… Se sei, come sostieni, il figlio di Hori-gami, che passò l’intera vita a custodire Jusenkyo, è chiaro che non puoi essere molto informato sui progressi tecnici del mondo civilizzato. Sbaglio?”

Il cinese spalancò gli occhi, realizzando il proprio punto debole.

*Ha ragione, finché combatto nel mondo esterno sono svantaggiato… Qui ci sono troppe distrazioni: del resto, a ben pensarci, è proprio per colpa di esse che ho istruito male la copia…*

CASA TENDO, POCHI GIORNI PRIMA…

Ranma e Ryoga combattevano nel giardino. Le sorelle Tendo continuavano incuranti le loro attività, mentre Akane cercava di fermarli.

“Quando la pianterete di fare i bambini? Finitela!”

“Perdonami, Akane! Ma prima devo vendicare l’onta che ti ha arrecato Ranma!”

“Tu vendicare cosa? E sentiamo, quand’è che pensi di potermi sconfiggere, P-chan?”

“Maledetto! Non chiamarmi così di fronte a…”

“Hai detto P-chan? Dov’è che l’hai visto, Ranma?”

Ais Krim osservava e prendeva appunti, nascosto come al solito tra le fronde di un albero. In quel momento, Kasumi si voltò distrattamente con l’innaffiatoio inzuppando Ranma e Ryoga insieme alle piante, mentre Akane chiuse gli occhi, riparandosi dallo schizzo con le braccia. Il cinese annotò le preziose informazioni. *Così anche questi due sono caduti nelle Sorgenti Maledette, e la ragazza ne è ovviamente a conoscenza…*

Non poté vedere il seguito. Un oggetto non identificato s’infilò tra i rami terrorizzando Ais, che perse l’equilibrio e crollò malamente al suolo.

“Mamma, mamma! Il mio elicottero giocattolo si è di nuovo incastrato nell’albero! Buaaah!”

“Così impari, Kenichi! Quante volte ti avrò detto di non dare fastidio a quello strano signore?!”

“Dannazione…” borbottò Ais prima di perdere i sensi.

“Maledizione!” imprecò a sua volta Ranma-chan, troppo impegnata a lamentarsi per notare chi li spiava. “Odio diventare una ragazza!”

“Grunt! Grunt!”

“Oh eccoti qui, P-chan! Ma dov’eri finito? E dov’è andato Ryoga?”

Ais socchiuse le palpebre. Doveva rovesciare il frangente a suo favore. Era giunta l’ora di prendere un’importante decisione.

Ranma si lanciò in avanti nell’attacco conclusivo. “Ecco il colpo di grazia!”

“Non questa volta.” Ais si rialzò prontamente in piedi, evitando il fendente di Saotome. “Tecnica del diversivo!”

Senza avere il tempo di pensare, Ranma trovò tra sé e Ais l’innocente figura di Kasumi.

*Quel maledetto! La usa come scudo?!*

Capì troppo tardi. Dato che l’effetto del talismano che la alimentava si era esaurito giusto in quel momento, la falsa Kasumi tornò ad essere un ammasso di carta e ricoprì la faccia dell’impotente Saotome.

Il buio che lo avvolse fu letteralmente squarciato dall’urlo della minore delle Tendo.

“Aaaah!”

“Akane! Dannato, che cosa le hai fatto?!”

Ranma riuscì a liberarsi della bambola di carta, solo per constatare che Ais se n’era andato, portando con sé la fidanzata.

“Presto, Ranma! Inseguili, si sono diretti all’esterno!” gridò Ryoga, che, per quel che lo riguardava, non riusciva nemmeno ad uscire dalla sala di proiezione.

Il ragazzo con il codino si lanciò in una corsa forsennata, temendo di aver compreso quanto stava accadendo.

Quando fu fuori, vide Ais e Akane a bordo di un aeroplanino di carta formato gigante, che stava prendendo il volo.

“Ci vediamo, Ranma! La mia vendetta contro Soun Tendo si compierà, e tu non potrai farci nulla!” disse, prima che sfrecciassero via fino a diventare appena un puntino luminoso nel cielo.

“No! Akane!” gridò Ranma.

*******

Quella sera, il Nekohanten era più affollato che mai. Shampoo si destreggiava affannosamente tra le ordinazioni. Qualcuno bussò alla porta. Un altro cliente ancora? La giovane amazzone sbuffò, andando ad aprire. Perché l’avevano lasciata sola? Almeno Mousse avrebbe potuto darle una mano, invece di ciondolare nell’altra stanza con Ranma e gli altri.

Non sapeva che Mousse, dal canto suo, avrebbe pagato qualunque cosa per trovarsi assieme a lei.

“BUAAAAH!! La mia povera Akane è stata rapita… una seconda volta!” gridava Soun tra le copiose lacrime. La cosa stava andando avanti da una mezz’ora abbondante, e la sopportazione del quattrocchi, che già cominciava a non sentirci da un orecchio, stava pericolosamente vacillando.

“Guardi il lato positivo”, disse con tutta la sua buona volontà, tentando di superarlo e così tornare dall’amata Shampoo, “almeno siete riusciti a salvare le altre due…”

“La mia bambinaaa!! Che ne sarà di lei?” singhiozzò disperato il capopalestra, afferrando in tutta risposta la veste del povero Mousse e aggrappandovisi con forza, impedendogli così la fuga.

Ranma, al contrario, pareva impassibile. In realtà, dentro di sé, rimuginava senza sosta sulle parole di Ais.

“Non solo la tratti male, ma non sei neanche in grado di difenderla… Sai che ti dico, Ranma? Tu non la meriti!”

“Figlio, mi hai profondamente deluso.” tuonò gravemente Genma, a braccia conserte. “Non credevo potessi farti giocare così facilmente dal primo custode di Jusen che capita nei paraggi!”

“Parli proprio tu, che sei rimasto beato a casa mentre noi combattevamo!” replicò il giovane col codino, accigliato.

“Quel dannato di Ais! Se penso che la povera Akane dovrà passare questa notte assieme a lui!” ringhiò il giovane con la bandana. “Ma gliela farò pagare, com’è vero che mi chiamo Ryoga Hibiki!”

“Adesso calmatevi tutti.” intimò Cologne. “Fate troppo chiasso e non riesco a parlare al telefono.”

“Tu e la tua idea di rivolgerci alla vecchia!” sibilò Ryoga a Ranma. “La prima volta, non ci è servito a niente. La seconda, invece di aiutarci a trovare Akane, si mette a telefonare alle amiche!”

“Forse l’età comincia a farsi sentire anche per lei…” ammise desolato l’altro.

L’amazzone li ignorò, limitandosi ad attaccarsi maggiormente alla cornetta.

“Almeno guardami in faccia quando parlo, vecchia spugna essiccata!” Hibiki, fuori di sé, la afferrò sballottandola di qua e di là.

Quello fu troppo. In men che non si dica, Ryoga si trovò scaraventato contro la parete. “Vecchia a chi? E poi sto già agendo, che vi credete?” sbuffò Cologne, finendo la chiamata.

“Che vuoi dire? Con chi stavi parlando? Forse…”

“Con la guida di Jusenkyo, naturalmente. E ha confermato tutto.”

“Confermato cosa?”

“La storia che mi avete raccontato, riguardo a quell’Hori-gami. Era veramente l’ultimo custode delle sorgenti: alla sua morte la guida decise di prendersi cura del figlio Ais, crescendolo come proprio assistente fin quando non raggiunse l’adolescenza. Qualche tempo fa, Ais ruppe i rapporti con la guida, che a suo dire sprecava le proprie capacità facendolo lavorare come un umile spazzino. Egli non aveva comunque mai abbandonato Zhou Chuan Xiang, stabilendosi invece nel rifugio nei pressi, un tempo abitato dal padre. La guida non ne sa niente da diversi mesi, ma con tutta probabilità Ais Krim vi dimora ancora oggi.”

“Dunque è lì che avrà portato Akane!” si scosse Ranma.

“Che aspettiamo, allora?” si entusiasmò Ryoga, a dispetto dei suoi lividi. “Partiamo al salvataggio!”

“Questa volta verrò anch’io!” disse solennemente Soun, levandosi in piedi e mollando improvvisamente la presa su Mousse, che perse l’equilibrio e cadde rovinosamente per terra. “Ais sta facendo tutto questo per vendicarsi di me in vece del padre. Lo affronterò assieme a voi!”

Nabiki li fissò annoiata, terminando la sua porzione di ramen. “Uhm, non per guastarvi la festa ma… con quali soldi credete di andarci, in Cina?”

Il gruppetto crollò all’unisono con le gambe all’aria.

In quel momento, Shampoo si affacciò alla porta.

“Scusa se distulbo, bisnonna, ma devo dalvi questo pacco. Me l’ha appena consegnato Nabiki Tendo, e dice che è ulgente.”

“Sei scema? Cos’è che ti avrei consegnato? Io sono qui!” fece la media delle Tendo.

“Aiya! Folse questo spiega pelché lagazza stlozzina è saltata in mille pezzi appena plima di entlale.”

“Ma allora…” accennò Soun.

“Era la copia!” dissero insieme Ranma e Ryoga.

*******

Nello stesso istante, l’aeroplano di carta formato extralarge si librava nella volta celeste, e Akane poteva già scorgere all’orizzonte i monti della grande Cina.

“Siamo quasi a casa!” disse Ais. “Tutto va secondo i miei piani.”

Akane sbuffò. Essere usata come ostaggio stava diventando una situazione decisamente troppo ripetitiva. L’unica cosa che la consolava era sapere che Kasumi e Nabiki si trovavano finalmente al sicuro.

“Si può sapere quali sarebbero, stavolta, i tuoi piani? Credevo che Ranma te li avesse mandati all’aria… e dovresti saperlo, che ti seguirà ovunque!”

“Ha avuto solo fortuna… Inoltre, io voglio che mi segua. Non ho ancora chiuso i conti, con lui. E’ per questo che ho lasciato in Giappone l’ultima copia cartacea rimasta, quella di tua sorella Nabiki.” spiegò. “Prima che la carica del suo talismano si esaurisca, avrà sbrigato la piccola commissione che le ho affidato.”

Si voltò verso Akane, fissandola con un sorriso malizioso. “In quanto alla mia vendetta contro la stirpe di Soun Tendo, sta giusto per cominciare!”

La ragazza con i capelli corti deglutì timorosamente. La distanza tra lei e Ais era minima: e se fosse arretrata di appena un altro poco, sarebbe caduta nel vuoto.

“Non… non vorrai buttarmi di sotto, vero?”

“Come?” Ais la guardò confuso. “No, ormai ho preso la mia decisione. Non permetterò che ti accada qualcosa di male…”

Akane si rilassò.

“… dato che fra poco diventerai la mia sposa.”

Akane trasalì.

Stava facendo sul serio?