Kuno's Rewatch

Viaggio alla riscoperta dello storico anime di Ranma, a cura del vostro "inviato" Kuno.

Episodio 1

Che strani tipi sono venuti dalla Cina...

中国からきたあいつ!ちょっとヘン!!

Chūgoku kara kita aitsu! Chotto hen!!

(Quei tipi dalla Cina! Sono un po' strani!!)


Storyboard: Tomomi Mochizuki

Regia: Tomomi Mochizuki

Direzione delle animazioni: Atsuko Nakajima


Voto personale: 10/10

Con questo episodio, dopo un "digiuno" di un paio d'anni dal Ranma animato, proverò saltuariamente a fare il mio personale Rewatch della serie televisiva, durante il quale mi diletterò ad unire dettagli tecnici ed aneddoti vari alle mie più spassionate opinioni personali. Particolarità di quest'esperienza è che non ascolterò il doppiaggio italiano ma la versione originale sottotitolata, così da godere di un elemento di novità, una "visuale fresca" che mi permetta di rianalizzare con maggiore imparzialità scene ed episodi che praticamente sono compenetrati nel mio DNA, per quante volte li avevo guardati in passato.

Dicevo, è passato un po' di tempo dall'ultima volta, eppure mi basta assistere ai primi secondi della sigla per ritornare come da un vecchio amico. A parte la melodia inconfondibile ("Jappapà, jappapà..."), regia e animazioni sono così caratteristiche da rendere quest'opening imbattibile in confronto a tutte le altre che seguiranno. Poco dopo mi rendo conto che questo primo episodio è talmente emblematico a sua volta che mi è quasi impossibile distinguerne i confini rispetto all'incipit del manga: eppure le differenze ci sono, sia pure piccole, non invadenti e che volendo migliorano la resa finale. Storyboard e regia sono di Tomomi Mochizuki, reduce dalla direzione del film di Maison Ikkoku (che avevo rivisto la scorsa estate) e la cui impronta autoriale si sente tutta, ma senza soffocare il materiale originale della Takahashi. Molto meglio rispetto allo stesso Maison Ikkoku (per chi non lo sapesse, il lungometraggio "Kanketsuhen" è composto da un'ora di chiacchiere dei personaggi tra le stanze dell'Ikkoku-kan senza combinare un tubo...). Ad esempio qui si va dritti al punto partendo con Ranma e Genma, al contrario del manga che ci presenta per primi i componenti della famiglia Tendo. Ancora, nel manga ha già finito di piovere, mentre nell'anime l'acqua scroscia ancora e la scena ne guadagna molto in atmosfera (tra l'altro è memorabile la sequenza in cui Genma-panda dà uno spintone a Ranma-chan, la quale "slitta" lungo il pavimento stradale bagnato).

A riguardare attentamente l'episodio ci si rende conto dei tempi morti, dei numerosi intervalli dove non parla nessuno e perfino di un utilizzo delle stesse ost di sottofondo ridotto al minimo: per l'appunto il timbro di Mochizuki, che però qui funziona, dando il giusto peso alle scene più importanti (e diciamolo, il grido forsennato di Akane quando si ritrova l'ospite nudo in bagno spicca molto di più di quanto avrebbe potuto fare altrimenti). Si tratta dell'inizio di tutto, qualcosa destinato a rimanere come un imprinting nelle menti degli spettatori e allora il regista si prende il tempo necessario, ampliando il respiro ma non dando l'impressione che la vicenda scorra troppo rapida o troppo lenta: venti minuti sono la durata perfetta per farci fare piena conoscenza dei Tendo e dei Saotome, e della maledizione che ha colpito questi ultimi, rendendoci partecipi delle loro vicende e facendoci chiedere "cosa faranno ora...?". Ascoltando le voci originali ci si rende conto che tutti i seiyuu hanno già la giusta confidenza con i personaggi, in particolar modo Noriko Hidaka su Akane e Kenichi Ogata su Genma. Al contrario Megumi Hayashibara si trattiene un po' su Ranma ragazza (portando la nostra Monica Ward a fare lo stesso), ma è per espressa disposizione in fase di doppiaggio, dove le viene chiesto di non assumere un timbro da maschiaccio ma di essere più femminile, almeno in questi primi episodi, per evidenziare la differenza rispetto a Ranma uomo. Devo dire che mi ha un po' stupito l'interpretazione di Ryusuke Obayashi su Soun, quasi "sopra le righe", ma mi sono presto reso conto che è piuttosto il nostro (bravissimo) Romano Malaspina ad essere un po' più posato.

Quindi cosa dire, una gran partenza. Le animazioni sono scorrevoli e i disegni della Nakajima ottimi: un po' diversi, a dire il vero, dal suo stile personale (che aveva già affinato dai tempi di Maison Ikkoku e che affiorerà più avanti), forse su richiesta di Mochizuki per ricercare un maggior realismo, ma il compromesso si rivela per adesso vincente. L'ho sempre pensato e continuo a ribadirlo: uno dei migliori primi episodi di sempre nella storia degli anime. L'unica cosa che non ho del tutto apprezzato è stato, forse, l'esordio di Akane. Nel manga Soun la chiama ma non riceve risposta, perché la figlia minore era uscita a fare una corsa e appunto la vediamo tornare a casa in tenuta sportiva: il primo impatto è dunque quello di una ragazza graziosa ed atletica, che viene smentito voltando pagina quando, indossato il proprio karategi, Akane spacca con un urlaccio sgraziato alcune assi di legno assieme ai blocchi di cemento sottostanti. L'anime, invece, taglia la prima parte e ci presenta subito la sequenza "violenta", glissando sulla dualità del personaggio per presentarcela direttamente in modalità "tsundere". Non è grave di per sé, ma è un grosso indizio di dove la serie andrà a parare.

Episodio 2

La scuola non è un parco di divertimenti!

遊びじゃないのよ学校は

Asobi janai no yo gakkō wa

(La scuola non è un gioco)


Storyboard: Takeshi Mori

Regia: Takeshi Mori

Direzione delle animazioni: Masako Goto


Voto personale: 9/10

L'episodio segue il primo giorno di scuola di Ranma, che ancora non è abituato a gestire la maledizione e si ritrova il problema dei "rifornimenti" di acqua calda ogni volta che lui o il padre si trasformano. È lontano il tempo delle teiere bollenti che spunteranno dal nulla all'occorrenza, così più realisticamente Akane porta il fidanzato (inzuppato per strada da una certa vecchietta) nell'ambulatorio del dottor Tofu, dove facciamo la conoscenza del buon chiropratico e della sua inseparabile "Betty-chan": è una presentazione molto rapida che ci dice davvero poco sul personaggio, ma che serve soprattutto a farci sapere che Akane ha già una cotta per qualcuno. La vera introduzione memorabile dell'episodio arriva qualche minuto più tardi ed è quella di Tatewaki Kuno. Il senpai, irrompendo in tutta la sua teatralità, si impadronisce della scena e sfida immediatamente Ranma a duello in quanto reo di prendersi eccessiva confidenza con Akane. E questo è prima che venga a scoprire che i due sono fidanzati! Appresa più tardi la notizia, Kuno abbandona le lezioni per sfidare il giovane Saotome (già in punizione nei corridoi) e quest'ultimo ha l'infelice trovata di suggerire una "scorciatoia" dalla finestra, ignaro che si trovano proprio sopra la piscina...

Dal punto di vista tecnico si ripresentano tutti gli elementi della scorsa puntata, se vogliamo in misura ancora più accentuata. Mi riferisco soprattutto al ritmo blando e alle musiche di sottofondo estremamente dosate, del tutto assenti a larghi tratti: un eventuale remake moderno correrebbe molto di più, in questi primi capitoli. La regia di Takeshi Mori (veterano che abbandonerà dopo la prima stagione, ma ritornerà a dirigere l'OAV celebrativo del 2008) si fa notare solo per qualche breve momento slapstick ed un forte uso dell'effetto dissolvenza tra una scena e l'altra, aumentando la sensazione di trovarci praticamente di fronte ad una serie di "atti" da commedia dell'arte. A mio parere manca insomma un po' di brio rispetto al manga, sebbene le animazioni siano molto curate e la scena dell'ingresso a scuola, con Akane che abbatte uno dopo l'altro i suoi pretendenti sullo sfondo della versione strumentale della sigla di apertura, rappresenti senza dubbio il picco di qualità dell'episodio.

È curioso che, rispetto al manga, si decida di cambiare la gag di Ranma che scrive sulla testa del senpai un "baka", modificando l'insulto nel semplice ideogramma di Kuno (che nemmeno lo stesso Tatewaki dimostrerà di saper scrivere correttamente alla lavagna!). Sempre Kuno dimostra una passione per l'eloquio forbito e le citazioni colte (ne ho contate almeno tre), queste ultime a dire il vero assenti nel testo della Takahashi. L'adattamento italiano rilancia, aggiungendo pure il simpatico termine "Aristocrat" inesistente nei dialoghi giapponesi. Ebbene sì, Tatewaki "Aristocrat" Kuno è un'invenzione nostrana e nasce fin dal primissimo momento (forse una trovata di Fabrizio Mazzotta?). Mi ha fatto, infine, sorridere l'inizio di puntata che ricicla l'introduzione di Akane, quella saltata nello scorso episodio, il ritorno a casa dopo la corsa per il quartiere, solo per farla indietreggiare di fronte allo spettacolo di Ranma e Genma intenti a combattere. Poverina, dovrà abituarsi...

Episodio 3

Una tempesta d'amore

いきなり愛の嵐ちょっと待ってョ

Ikinari ai no arashi chotto matte yo

(Un'improvvisa tempesta d'amore... Aspetta un attimo!)


Storyboard: Shigeyasu Yamauchi

Regia: Shigeyasu Yamauchi

Direzione delle animazioni: Asami Endo


Voto personale: 8/10

Caduto nella piscina e trasformatosi in ragazza, Ranma fa di tutto per non far scoprire il segreto della propria maledizione ai nuovi compagni di scuola, ma alla fine il confronto con Kuno è inevitabile. Il senpai, sconfitto, fa recapitare alla "ragazza della teiera sull'albero" una lettera di sfida: solo che all'insaputa di tutti si tratta in realtà di un invito romantico, così l'episodio si conclude con una inaspettata dichiarazione d'amore! La prima cosa curiosa dell'episodio è che si prende tutti i primi due minuti abbondanti per raccontare di nuovo il finale della puntata precedente, con nuovi disegni ed animazioni e pure con qualche leggera differenza: una vera e propria nuova trasposizione animata degli stessi eventi, un caso unico in tutta la serie.

Altra cosa divertente di cui mi sono accorto: i compagni di scuola si domandano se Ranma si sia per caso improvvisamente "accorciato"... e nemmeno uno che si sia accorto che a Saotome è addirittura spuntata una folta chioma rossa! Il vero motivo è semplice, i dialoghi sono presi dal manga e nel manga i capelli di Ranma sono sempre neri, con o senza trasformazione: è dunque molto più difficile constatare quando si trasformi in ragazza. La stessa Takahashi ha rivelato che la cosa le ha creato più di un grattacapo: "C'era un romanziere che leggeva Ranma 1/2 con i suoi figli piccoli, e i bambini non comprendevano i momenti in cui Ranma cambiava di genere. Ma in questo modo la storia non funziona più. È per questa ragione che spesso ho dovuto ricorrere alle scene di nudo". E già qui assistiamo ad un piccolo esempio, con il giovane Saotome che mette i pantaloni bagnati ad asciugare, così da mostrare le cosce femminili scoperte.

Questo episodio si fa notare per i diversi momenti riempitivi, non presenti nel manga, che rallentano ulteriormente la narrazione rispetto alle puntate precedenti (tra cui uno sparring match tra Akane e Ranma, con quest'ultimo che le dice "Non ti stanchi mai...?" esattamente come nella scena - dal manga - che vedremo nell'ep. 6). E continua anche l'enorme difficoltà dei Saotome a procurarsi dell'acqua calda: stavolta tocca a Genma il quale, essendo rotto il bagno di casa Tendo, si deve recare con Soun ai bagni pubblici per poi venire accidentalmente ritrasformato e rassegnarsi, così, a restare nella sua forma di panda (cominciando, forse, a prenderci gusto). Abbiamo anche un po' di prime volte: la prima Kasumi serafica che canticchia facendo i lavori di casa, il primo Genma che si lamenta del figlio in maniera melodrammatica, il primo "osage no onna" ("ragazza col codino") da parte di Kuno e soprattutto il primo "kawaikunee" ("per niente carina") di Ranma rivolto alla sua fidanzata.

Un paio di curiosità: quando Ranma va a ringraziare Akane per poi arrestarsi davanti alla sua porta, s'incammina giù per le scale presumibilmente per tornare in camera sua; vale a dire che la stanza dei Saotome sembrerebbe essere posizionata al piano di sotto, esattamente come nel manga. Questo dettaglio verrà però modificato più avanti nella serie, ricollocando la camera di sopra. La seconda cosa curiosa che ho notato: c'è una breve scena nel finale, dove Ranma è solo in palestra e fissando un secchio pieno d'acqua riflette se accettare o no "l'invito" di Kuno. Questo Ranma combattuto se trasformarsi o no in ragazza è qualcosa di totalmente assente nel manga, dove invece il protagonista non si fa mai nessun problema a cambiare aspetto.

Megumi Hayashibara si sta pian piano avvicinando alla sua interpretazione definitiva di Ranma ragazza, le voci più memorabili della puntata sono la sua e quella del compianto Hirotaka Suzuoki nei panni del Tuono Blu del Furinkan. Per quanto... questa volta abbiamo una sola citazione colta da parte di Kuno, magari gli sceneggiatori staranno già esaurendo la fantasia e però sono lo stesso un pochino deluso. Non sono certo, invece, insoddisfatto dalla qualità tecnica dell'episodio, che si conferma nel complesso molto buona; tuttavia i disegni di Asami Endo si dimostrano inferiori a quelli delle due puntate precedenti, oltre che leggermente in difficoltà, o così almeno mi è parso, con i modelli dei personaggi (soprattutto Kuno e a volte Ranma).