Capitolo 03 - Il ricevimento di casa Chardon

Dopo che anche Akane e Shampoo ebbero educatamente salutato monsieur Picolet, seppure a distanza di sicurezza, si cominciò a mangiare. Le ragazze impugnarono coltello e forchetta, la più disinvolta era Akane ma anche Ranma se la cavava piuttosto bene: la dura esperienza passata a casa Chardon era servita a qualcosa. Shampoo era invece in evidente difficoltà, avendo usato prima d’allora solo le bacchette: ma, per quanto avesse mangiato sempre secondo le usanze del suo villaggio cibi tradizionali cinesi, anche il suo palato rimase deliziato dalle squisite pietanze europee che venivano servite.

Picolet ripulì letteralmente i piatti con la sua enorme bocca-aspirapolvere, naturalmente senza che la sua azione potesse essere in alcun modo visibile ad occhio umano. Dopo il quarto bis, il silenzio fu infine rotto.

“Monsieur Picolet, si sente bene? Oggi non ha quasi toccato cibo!”

“Non si preoccupi, madame Saint Paul: è solo che questa mattina ho fatto una colazione piuttosto abbondante.”

E quanto mangia, di solito? si chiese Shampoo. Ma non disse niente.

Ranma, che pure non aveva lasciato una sola briciola, espresse il suo gradimento.

“I miei complimenti al cuoco, era tutto squisito.”

La cinesina aggiunse:

“Non licoldo l’ultima volta che ho mangiato così bene.”

Akane si sentiva invece leggermente in imbarazzo. Dopo aver riflettuto parecchio, si decise infine a rivolgersi a madame Saint Paul.

“Ci dispiace di avervi arrecato tanto disturbo. Inoltre stavate aspettando degli ospiti, non è vero?”

“Proprio così. Ma non è un problema: li attendevamo appunto per il tè.”

“Potete rimanere tranquillamente” disse Picolet. “Vi unirete agli altri ospiti, lo gradirei molto!”

“Veramente noi siamo venuti solo per chiedervi un’informazione” replicò Ranma.

“Ve la darò senz’altro, mademoiselle Ranma: però ti prego in cambio di restare, mia quasi moglie. Accetti, cherì?”

Ranma arrossì lievemente.

“Beh, ecco… se proprio insisti… va bene!”

“Splendido!”

Shampoo guardò accigliata la ragazza col codino.

“Lanma, cosa significa quasi moglie?”

“Ehm, è una lunga storia…”

Akane si rivolse a Picolet.

“Per caso ieri sera avete… ricevuto la visita di un ragazzo cinese con gli occhiali tutto vestito di bianco?”

“No, affatto!” rispose sorpreso il francesino.

“Capisco.”

“Eppule la bicicletta accanto alla fontana semblava ploplio la sua.”

“Mi dispiace di non avervi potuto dare la risposta che suppongo desideravate sentire.”

“Non ti preoccupare, Picolet” disse Ranma. “Solo che è strano…”

Il volto di madame Saint Paul si illuminò all’improvviso.

“Avete parlato di una fontana?”

“Sì.”

“Beh, ieri sera io…”

Furono interrotti da un maggiordomo.

“Signori, gli ospiti sono tutti quanti nel salone principale”

“Molto bene” disse lei per licenziare il servitore. Poi, rivolta alle tre ragazze:

“Continueremo il nostro discorso più tardi, non sarebbe educato far aspettare gli ospiti.”

Si alzò da tavola, seguita da Picolet: quest’ultimo fece segno alle tre di seguirli. Entrarono in una sala ancora più vasta della precedente, dove su alcuni divani erano accomodate delle figure ben note a Ranma ed Akane.

“Akane, ma quello non è…”

“Sentaro Daimonji!”

Il giovane, che vestito del solito kimono impugnava un piccolo ventaglio con la mano sinistra, si accorse ben presto della presenza delle due ragazze.

“Akane! Che sorpresa trovarti qui!… Oh, c’è anche Ranma.”

Saotome si accigliò. Sapeva bene che la sola presenza di Sentaro era segno premonitore di guai a non finire.

“Ciao Sentaro!” disse Akane. La quale non poté continuare poiché l’altro si era subito buttato su di lei abbracciandola e palpandola, sotto lo sguardo alterato di madame Saint Paul.

“Dolce Akane, sei venuta perché vuoi fuggire via con me!”

Fu allontanato con un calcio di Akane ed un pugno di Ranma. Una vecchia signora gli si avvicinò.

“Sentaro, ti devo forse ricordare che sei già fidanzato con Satsuki?”

“Scusami, nonna…”

“Benedetto ragazzo” si voltò verso le fanciulle. “Perdonatelo, sapete che è fatto così.”

“E’ un piacere rivederla, signora!” disse Ranma a quella che era la matriarca di una delle più antiche famiglie della città, quella che la ragazza dai capelli rossi stimava la persona più forte ed esperta nelle arti marziali che avesse mai incontrato dopo Obaba.

“Anche per me è un piacere. Sai, mi mancano tanto i tuoi massaggi…”

Ranma, Akane e Shampoo scrutarono le altre persone lì presenti: riconobbero tra gli altri Joe delle crèpes, l’acerrimo rivale culinario di Ukyo; Kodachi Kuno, la quale si era accorta dell’arrivo delle tre ma le aveva volutamente ignorate per fare la snob; il Mago delle rane; King, il cosiddetto re del gioco d’azzardo… almeno con i bambini delle elementari; ed infine… Sasuke col volto letteralmente ricoperto da cipria e rossetto!

“Sasuke! Chi ti ha ridotto così?”

“Salve, signorina Akane. Ho raggiunto il signorino, ma poi quella Azusa Shiratori ha raggiunto me… Sapete, è convinta che io sia un bambolotto ninja parlante e mi chiama Sophie!”

“E Kuno dov’è finito?”

In quel momento entrò nel salone il grande Tuono Blu, tutto sudato e con l’aria di aver corso molto.

“Finalmente l’ho seminata…”

Si ricompose non appena avvertì lo sguardo alterato di madame Saint Paul: ma durò molto poco. Fino al momento in cui scorse di nuovo le due amate.

“Akane Tendo, ragazza col codino! Venite tra le mie braccia!”

Quelle non ebbero bisogno di rispondere. Madame Saint Paul provvide immediatamente a bacchettarlo sul capo.

“No, no, no! In questo rispettabile ambiente sono proibite le effusioni tra sessi opposti, volete capirlo?”

“Deficiente d’un fratello…” commentò Kodachi.

Sasuke si affrettò a soccorrere Kuno: ma quando questi vide il proprio servo incipriato ed imbellettato, e per di più con il rossetto sulle labbra, arretrò spaventato.

“Aah! Sasuke, che ti è successo?”

“Perché mi guarda così, signor Tatewaki?”

Gli si avvicinò.

“Vattene, stai lontano da me!”

“Ma signorino …”

Madame Saint Paul bacchettò nuovamente la testa di Kuno.

“No, nooo! Sono proibite anche le effusioni tra esponenti dello stesso sesso!”

Akane osservò i servitori che portavano il tè caldo.

“Stai attento a non versartelo addosso mentre vieni corteggiata da uno dei tuoi ammiratori o quella bacchetterà anche te…” disse sottovoce a Ranma.

“Ah ah! Spiritosa… Stai attenta tu, piuttosto: non hai neanche bisogno dell’acqua calda, visto che sei già un maschiaccio!”

Akane fu sul punto di risponderle con un bel destro, poi si ricordò di dove si trovava e riprese il controllo di sé.

“Idiota!” le disse però a bassa voce.

“Cretina!” fece l’altra.

La nonna di Sentaro assaggiò il tè che le venne servito.

“Discreto… non come il nostro, ma direi che non c’è male” e Madame Saint Paul, seduta accanto a lei, fu sollevata da quel commento, cui teneva molto.

Una delle cameriere porse il tè a Shampoo.

“Glazie mille… aaahhh!”

Aveva alzato il capo per guardarla in viso, scoprendo così che questa strana cameriera era baffuta. Akane si voltò, richiamata dall’urlo della cinesina.

“Papà” disse piano. “Ancora con questo travestimento?”

“Beh” si giustificò imbarazzato Soun. “Non c’era altro modo per entrare…”

“C’è anche mio padre?” chiese Ranma.

“Non saprei… Voglio dire, si era introfulato dentro assieme a me ma poi ci siamo persi di vista.”

Picolet si alzò in piedi.

“Signori… abbiate ora la bontà di assaggiare quella che per vari motivi viene definita la più grande prelibatezza di casa Chardon: il gourmet de foie gras!”

Battè le mani.

“Francois, puoi servire.”

Il cameriere servì a ciascuno degli invitati il famoso pasticcio il cui segreto Ranma conosceva bene.

“Che bontà!” esclamò Sentaro.

“Il sapole è tenelo e delicato!” disse Shampoo.

“Una delizia per il palato!” commentò Akane.

Anche Kuno e Kodachi dovettero convenire che il famoso gourmet de foie gras era squisito come prometteva il loro ospite: Joe delle crèpes, il Mago delle rane, King e la nonna di Sentaro rimasero invece in silenzio, facendo comunque segno di essere d’accordo con gli altri. Anche Soun era riuscito a rubacchiarne uno.

“Ma di cosa è fatto?” chiese curiosa Shampoo.

“Aspetta, me lo ricordo… ce l’ho sulla punta della lingua!” tentò di fare mente locale Akane, che ancora stava gustando il pasticcio così come Ranma e la guerriera amazzone.

“Si tratta di fegato d’oca bollito” disse sentenziosa madame Saint Paul.

“Ah…”

Passarono alcuni secondi di silenzio totale. Poi improvvisamente…

“AAAHH! MOUSSE!”

Al grido di Shampoo, Akane, Ranma e Soun sputarono di colpo quello che era rimasto loro in bocca.

“No, no, noo! Che maleducati!” Madame Saint Paul bacchettò tutti e quattro sulla testa.