Capitolo 08 - I duri cominciano a giocare

“Akaneee!”

Ranma tirò verso di sé la parte restante di corda, trascinando lentamente la fidanzata verso riva. Ma gli alligatori erano ormai sopraggiunti.

Che faccio?

Quindi ebbe un’illuminazione.

“Cerca di tenerti a galla per qualche secondo!” gridò alla ragazza che stava a mollo nel fossato artificiale. “Vengo io da te!”

“No… un momento…” tentò di replicare lei. Ma Ranma, mollata la corda, si era già tuffata in acqua.

“Andatevene, bestiacce!… Amaguri-ken!”

Colpì ripetutamente un paio di alligatori con la Tecnica delle Castagne, le sue mani più veloci delle loro fauci, mettendoli rapidamente fuori combattimento. Gli altri animali, vista quella scena, pensarono bene di starsene alla larga: e si allontanarono.

“Ora usciamo di qui, prima che tornino!… Akane?!”

La ragazza con i capelli corti, pur agitando braccia e gambe il più possibile, stava finendo a fondo con la grazia di un macigno. Ranma prese un po’ di fiato, s’immerse e la riportò in superficie.

“Fiuu, c’è mancato poco!” sospirò quella col codino, esausta, a riva.

“Se penso che siamo solo all’inizio del percorso…” mormorò Akane.


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Così i concorrenti continuavano ad affrontare le numerose e terribili prove che, di volta in volta, li attendevano nelle varie caselle di quel folle gioco. Ranma e Akane rimontarono parecchie posizioni, Kuno e Azusa ne persero altrettante. Madame Saint Paul, posta sopra un apposito elevatore, seguiva gli spostamenti di ciascuno di essi: facendo, di tanto in tanto, il punto sulla situazione della gara.

Estratto un microfono, annunciò le posizioni parziali.

“All’ultimo posto si trova Kodachi Kuno, sulla casella numero ventotto. La precedono di poco, al numero trentadue, il fratello Tatewaki e mademoiselle Azusa Shiratori. Al numero quarantuno abbiamo il giovane Sentaro Daimonji. Al quarantacinque, mademoiselle Akane e mademoiselle Ranma. Ma chi conduce, dopo avere di gran lunga distanziato gli altri, è Joe delle crèpes.”

Posto sul gradone numero sessantasei, il rivale culinario di Ukyo delle okonomiyaki sfoderò uno dei suoi ammalianti sorrisi, uno di quelli che facevano andare in estasi le sue devote ammiratrici. E guardò gli altri, si poteva proprio dire in tutti i sensi, dall’alto in basso, con aria di suffcienza.

“Ovviamente questa è una classifica provvisoria” continuò madame Saint Paul, che aveva notato il contegno altezzoso di Joe. “In quanto al nostro beniamino, monsieur Picolet, egli non ha ancora cominciato a giocare: nella sua enorme magnanimità, pari solo alla sua grande nobiltà d’animo, ha pensato bene di non rovinare il divertimento del gioco surclassando da subito gli avversari con la propria schiacciante superiorità. Ma ora, per chi fosse interessato, entrerà in azione e sfodererà l’incredibile tecnica segreta che la famiglia Chardon si tramanda da decine di generazioni.”

Ranma incurvò le sopracciglia.

L’incredibile tecnica segreta della famiglia Chardon?! Cosa sarà mai? Qualcosa come il gourmet de foie gras? O forse si tratta di una qualche tecnica di combattimento?


*******


Joe lanciò le sue paste appiccicose, le quali bloccarono gli ingranaggi che muovevano le pareti che si andavano pericolosamente stringendo attorno a lui.

Perfetto! Anche questa prova è felicemente superata…

Si accinse a lanciare un’altra volta i dadi. Ma si trattenne, accortosi di un particolare non secondario.

Ho finito le mie crèpes speciali… Dovrò prepararne altre qui al momento, meno male che ho con me tutto l’occorrente!

Tirò fuori dallo zaino che portava sulle spalle una serie di ingredienti e una griglia portatile, simile a quella di Ukyo.

Penso proprio che preparerò delle paste esplosive di carne suina… Sì, ma dov’è la carne suina? Eppure ero sicuro di averla portata assieme al resto…

Si grattò il capo. Forse, più probabilmente, se ne era dimenticato.

Pazienza… Per fortuna, sulla strada per arrivare a casa Chardon, mi sono imbattuto in quel buffo maialino nero: ho fatto bene a portarmelo appresso!

Rovesciò lo zaino. Ne sbucò fuori il povero P-chan, legato per le zampette.

“Grunf, grunf, grunf!”

“E’ inutile che ti dimeni tanto, porcellino!”

Guardò verso l’alto. Il lungo percorso a spirale si era quasi esaurito, già poteva vedere l’oca disposta in cima, sopra la casella numero cento.

“E’ quasi fatta” mormorò. “Ma devo stare attento a non ripetere l’errore dell’altra volta, quando ho sottovalutato i miei avversari. Temo soprattutto quelle due, la ragazza col codino e quella dai capelli corti: mi hanno già messo i bastoni tra le ruote in passato, questo non dovrà ripetersi…”

Gettò i dadi. Quattro e tre. Sette. Doveva muoversi con particolare attenzione, le trappole sulle altre caselle non sarebbero scattate: ma, non appena messo piede sul numero settantatre, il nuovo trabocchetto si sarebbe azionato all’istante. Bisognava avere dei riflessi fulminei e un’enorme concentrazione, chissà cosa lo aspettava sulla nuova casella.

Intanto farò bene ad allestire le munizioni.

E cominciò a preparare la pasta.

P-chan sussultò. La ragazza col codino?... Quel bastardo di Ranma! E la ragazza dai capelli corti?… La dolce Akane, sicuramente! Che voleva dire quel tizio, con quel non dovrà ripetersi? Voleva forse fare del male alla sua amata?

“Cos’hai, bestiolina? Sembri preoccupato per quelle due, le conosci forse? Allora fai bene ad agitarti, ho in serbo per loro un bell’attacco di crèpes esplosive: salteranno letteralmente in aria!”

“GRUUUNF?!”

Che cosa? Questo era troppo! Quel losco individuo non avrebbe nemmeno sfiorato Akane! P-chan rosicchiò le corde con l’aiuto dei grossi canini, riuscì a liberarsi e subito si lanciò contro Joe.

“Ehi! Cosa credi di farEEEHH!”

Il maialino nero gli aveva appena morso una gamba.

“Maledetto! Ti faccio al forno con le patate!”

Joe cominciò a rincorrere il povero animaletto, che saltellava di gradone in gradone. Fino ad arrivare al fatidico numero settantatre. P-chan era troppo leggero perché la trappola scattasse, ma non così Joe: il quale, dimentico del discorso che lui stesso aveva fatto sulla concentrazione e sulla prontezza di riflessi, intento esclusivamente ad acciuffare la bestia, fece scattare i meccanismi.

Da una botola apertasi nel pavimento, scattò con un congegno a molla un pugno gigante: questo colpì in pieno inseguitore ed inseguito.

“Nooooo, avevo quasi vintooooo…!”

Joe volò in orbita, non prima di aver prodotto un visibile squarcio nel soffitto della torre.

“Colpo di scena!” annunciò madame Saint Paul. “Anche Joe delle crèpes ha abbandonato la competizione! Chi vincerà?”

Come se non sapessi che vincerà monsieur Picolet…

Anche P-chan fu sbalzato in aria. Ma, al contrario di Joe, prese a precipitare molto prima di aver raggiunto il soffitto e cadde molte caselle sotto quella in cui si trovava.

Più precisamente, al numero quarantuno. Dove Sentaro Daimonji, superata la prova di turno, si era concesso una pausa ristoratrice, mettendo a bollire in un contenitore del tè caldo sopra un fornellino. Ovviamente il porcellino andò a finire proprio dentro il contenitore.

“Perbacco, piovono porcellini!” esclamò il giovane, stupito.

Ma lo stupore aumentò ulteriormente, quando vide saltare fuori dal grosso contenitore un essere umano.

“AHIOOO! BRUCIABRUCIABRUCIAAA!” esclamò Ryoga Hibiki, tutto rosso in corpo per l’enorme calore.

“Ma che razza di acqua ho preso, per il tè?” si chiese confuso Sentaro.

L’Eterno Disperso, riacquistata un po’ di calma, ragionò sul da farsi.

Ora che sono tornato uomo, andrò ad aiutare la dolce Akane: se Ranma è nella sua veste femminile, non le potrà servire a molto. E vedo che sta affrontando qualcosa di pericoloso, anche se non ho ancora capito bene di cosa si tratta…

Un masso gigante rotolava in direzione di Akane. La ragazza, impietrita dal terrore, non poteva far altro che strillare sperando ansiosa in qualcuno che la soccorresse.

“Aaaaahhh!”

“Non ti preoccupare, dolce Akane: ci sono qua io!”

Ryoga si avventò contro l’enorme roccia, puntò l’indice in avanti.

“Bakusai tenketsu!”

E al minimo tocco questa andò in frantumi.

“Ry-Ryoga! Tu… mi hai salvato!”

Il giovane Hibiki si soffiò il dito.

“Il Colpo esplosivo non fallisce mai… Tutto bene, mia piccola Akane?”

La minore delle sorelle Tendo fissò colui che le aveva appena salvato la vita, i suoi occhi erano lucidi.

“Ryoga…”

Gli corse incontro, lo abbracciò.

“Come sono felice, amore mio! Sei venuto in mio soccorso!”

Il ragazzo con la bandana ricambiò l’abbraccio.

“Akane…”

“Ryoga” disse lei. “Io ti amo! Ti amo tanto!”

“Sul… sul serio?” balbettò lui.

“Ma certo, mio dolce eroe!” rispose lei, sfoderandogli uno dei suoi sorrisi.

“Beh, allora…” osò lui, rosso dall’imbarazzo. “Posso chiederti di sposarmi, Akane?”

“Oh, Ryoga!” esclamò lei. “Speravo tanto che me lo domandassi!”

“Akane…”

“Ryoga…”

I due giovani si avvicinarono, accingendosi ad unire le loro caste labbra in un appassionato bacio.

“Uaaaaaahhh!”

L’urlo terrificante di madame Saint Paul, le mani sul viso e la bocca spalancata per oltre mezzo metro di lunghezza, risvegliò Ryoga dai suoi sogni ad occhi aperti.

“Aaaaahh!” gridò a sua volta l’Eterno Disperso, letteralmente terrorizzato dall’orrenda visione. “Ma lei… lei chi è?”

Madame Saint Paul nemmeno lo ascoltò.

“Uaaaaah! Cosa ci fa un uomo nudo in questo rispettabile ambiente?!”

Nudo? Ryoga si guardò: era vero, si trovava momentaneamente senza vestiti.

“Ehm, io… le posso spiegare… io sono…”

“Un maniaco!” lo interruppe lei. “Uno squallido maniaco! E ha pure tentato di baciarmi!”

“Ma no, vede…” gesticolò con le mani, nel tentativo di spiegarsi.

“FUORI DI QUI!”

Ryoga fu lanciato nella stratosfera. Quando toccò finalmente terra - meglio, quando sbattè il muso contro di essa - vestitosi alla meglio, si diresse verso la Torre per raggiungere la sua Akane. Ma ovviamente sbagliò strada.


*******


“Akane!”

“Mmh?”

“Hai visto?” le disse Ranma, l’indice puntato in basso verso il primo gradone dell’enorme scala a spirale.

“Io non vedo niente!” replicò la fidanzata.

“Appunto” mormorò la ragazza col codino. “Picolet non è più lì, il che vuol dire che ha cominciato a gareggiare. E, se è vero che il mio sesto senso non mi ha mai tradito, sono sicuro che ce lo ritroveremo tra i piedi molto presto…”

In quel preciso istante, una sagoma sbucò fulminea davanti a loro.