Kuno's Mansion: la Community italiana di Ranma - Vietata la riproduzione anche parziale dei testi senza autorizzazione
Dal numero 367 della rivista "Da Vinci" (novembre 2024). Intervista di Motoki Kurata. Tradotta in inglese da Harley Acres per "Rumic World". Tradotta in italiano con il permesso del traduttore originale.
Articolo originale: https://www.furinkan.com/features/interviews/uda.html
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Konosuke Uda (Shizuoka, 1966), regista e direttore del suono della nuova serie di Ranma ½ (con già all’attivo “One Piece”, “Hinomaru Sumo”, “DAYS”, “Lovely Complex”), e Hiroya Hasegawa (Hokkaido, 1980), direttore di produzione (in MAPPA dal 2021, tra le sue esperienze si ricordano “Vinland Saga” e “The Ancient Magus’ Bride”), hanno entrambi trascorso l'adolescenza guardando le opere di Rumiko Takahashi. Entrambi hanno un forte attaccamento a Ranma ½. Abbiamo parlato con loro dei punti salienti di questa serie e di ciò che li ha resi particolari, approfondendo al contempo ciò che percepiscono come il fascino dell'opera della Takahashi.
Intervistatore: Il cast è principalmente lo stesso dell'anime originale, e credo che i fan dell'opera saranno soddisfatti.
Uda: L'ho accennato durante la conferenza stampa dell'altro giorno, in realtà si era parlato anche di cambiare le voci. Dato che è pubblicizzata come un'opera completamente nuova, avevo pensato che sarebbe stato preferibile rinnovare anche tutto il cast.
Hasegawa: Tuttavia volevo scoprire come i doppiatori di allora si sarebbero trovati a doppiare i personaggi di oggi. Quindi, anche se è stato un po' scortese, abbiamo fatto un test vocale.
Uda: Posso solo dire che sono stati molto espressivi e che la loro comprensione dei dialoghi è stata rapida.
Hasegawa: E perciò, alla fine del test, anche se dicevano “non voglio farlo”, ho cercato di convincerli a partecipare con ogni mezzo (ride).
Uda: Durante la registrazione vera e propria, non si sono limitati a ripetere le battute della versione precedente, ma si sono concentrati sull’esprimere al meglio il nuovo copione che avevano davanti. Ciò era in linea con gli obiettivi che mi ero prefissato con questo progetto, quindi è stato molto utile.
Intervistatore: Ho saputo che questa nuova serie si pone l’obiettivo di animare il manga originale con la maggiore fedeltà possibile.
Uda: Sì. Volevo rendere in animazione il ritmo e lo sviluppo unici dell'opera di Rumiko Takahashi nella sua forma originale. È difficile capire come poterli riprodurre fedelmente, ma se ne avessi modificato la struttura l’avrei fatto a scapito delle parti migliori, e per questo motivo ho voluto invece ottenere una resa il più possibile simile all'originale. Inoltre, dato che la serializzazione del manga e l'anime precedente risalgono alla fine degli anni '80, sono stato anche attento a mantenere l'atmosfera di quell'epoca.
Hasegawa: In questa serie stiamo cercando di mantenere l'atmosfera dei disegni della Takahashi di quel periodo, sia pure reinterpretandoli con uno stile moderno. Quando ho visionato il primo episodio, ho avuto la sensazione che lo staff stesse assimilando quel “senso di anni '80” e lo stesse rimodellando.
Uda: E lo stesso vale per il doppiaggio. Al giorno d'oggi si tende a richiedere un certo realismo, ma un tempo la recitazione negli anime era un po' più esagerata. Siamo stati particolarmente attenti agli aspetti nostalgici, come ad esempio le scritte che appaiono sullo schermo come se fossimo in un manga.
Intervistatore: Le opere di Rumiko Takahashi sono state amate da molte persone nel corso degli anni. Quali sono gli elementi che avete trovato più accattivanti?
Hasegawa: Ciò che ho imparato ad apprezzare, dopo essere entrato nel mondo della produzione degli anime, è il ritmo. Quando si ha a che fare con un manga è possibile regolare la velocità di lettura in base alle proprie esigenze, a differenza che nella visione di un anime: tuttavia le opere della Takahashi hanno un pacing così meraviglioso, in termini di layout e successione delle vignette, che chiunque le legga prova lo stesso identico piacere. D'altra parte, va detto, ciò rende più difficile realizzarne una versione anime (sorriso amaro).
Uda: Se dovessi dare una risposta esauriente, mi ci vorrebbe tutta la notte e non riuscirei comunque a terminare il discorso (ride). Ciò che apprezzo è che la particolare visione della Takahashi si riflette un po’ ovunque. Ad esempio, nella scena del taglio dei capelli di Akane, sia lei che Ranma assumono delle espressioni che non si erano mai viste in un manga shonen. Si può cogliere tutta una diversità di emozioni, quindi cerco di incorporare nell'anime il maggior numero possibile di queste micro-espressioni.
Hasegawa: Un'altra cosa che trovo di particolare interesse è come si tratti di una storia corale. Ranma ½ ruota attorno all'amore tra Ranma e Akane e alle difficoltà del loro rapporto, ma a rendere il manga davvero speciale sono tutti questi personaggi iconici che orbitano attorno a loro. È interessante non solo seguire lo sviluppo della storia di Ranma e Akane, ma anche assistere al loro coinvolgimento nel caos che li circonda. Trovo egregio questo equilibrio tra l’elemento romantico e quello della commedia.
Uda: Nelle commedie romantiche più recenti, i personaggi iniziano a frequentarsi e a diventare una coppia fin dai primi capitoli, o anche se si tratta di un amore apparentemente non corrisposto, la storia si sviluppa dopo che i due protagonisti hanno scoperto i loro reciproci sentimenti. In questo senso, una serie come quella di Ranma potrebbe essere considerata rara al giorno d'oggi.
Hasegawa: L'amore tra Ranma e Akane si sviluppa lentamente, poco a poco (ride), e lo trovo delizioso.
Uda: È vero. È una cosa di cui sono consapevole anche nella mia regia. Ogni volta che Akane esclama “Ranma!”, le emozioni che traspaiono da questa semplice battuta diventano leggermente diverse man mano che si procede con gli episodi. Abbiamo anche discusso, con riguardo a Ranma, di come e quanto le sue parole debbano far trasparire i suoi sentimenti: pensiamo ad esempio alle sfumature della sua voce quando dice ad Akane “Sei carina quando sorridi”. Naturalmente i nostri sono solo dei tentativi e credo che non esista una soluzione perfetta, quindi spero che gli spettatori si sentano liberi di interpretare questa evoluzione a loro piacimento.
Hasegawa: Anche se si tratta di interpretare l’opera originale, non penso che sia così difficile. Ritengo che stiamo realizzando un anime di ampia portata, che potrà piacere anche a chi non è mai entrato in contatto con le opere della Takahashi. Se guarderete l'anime e lo troverete interessante, spero che approfitterete dell’occasione per scoprire la magnificenza del manga originale.
Uda: È vero. Se gli spettatori riusciranno a svuotare la mente, ridere a crepapelle, divertirsi e pensare “Ah, tutta la stanchezza di oggi è stata spazzata via”, allora per me sarà il massimo della gioia.